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14.12.2024

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Cinema. L’eterna illusione
28 Febbraio 2014

Cinema. L’eterna illusione

Regia di:  Frank Capra

Con: Lionel Barrymore, Jean Arthur, James Stewart, Edward Arnold.

1938 – 127 minuti – B/N

Fiducia nel prossimo

Ci sono registi che hanno legato indissolubilmente il proprio nome ai diversi generi cinematografici. Per il western c’è quel regista, per i gialli c’è quell’altro e per le commedie… per le commedie forse ci sono più registi, ma senza dubbio tra questi c’è Frank Capra. Il regista, dalle chiare origini italiane, porta nella commedia valori eterni, che accompagnano sempre l’uomo, mettendo al centro della storia la persona stessa, che si ritrova spesso in difficoltà e per questo risulta aver bisogno del prossimo (che qualche volta si manifesta anche con la “P” maiuscola: Prossimo).
Non fa eccezione “L’eterna illusione”, meravigliosa pellicola dove, con la consueta lievità, Capra ci mostra personaggi e fatti che si scontrano con le difficoltà della vita, ma che dalle stesse difficoltà riescono a trarre le soluzioni e le modalità per affrontare la vita stessa. La trama del film può ingannare nella sua semplicità, ma in realtà è puro pretesto per affrontare temi grandi e intramontabili.
Un giovane, figlio di un potente banchiere, si innamora di una ragazza che insieme alla propria famiglia abita in una casa che, il medesimo banchiere, vuole far abbattere per far posto a nuovi edifici che gli consentirebbero un lauto guadagno. La relazione dei due giovani sembra dover naufragare ma all’ultimo, proprio quando tutto sembra perduto… Il finale è facilmente intuibile, ma su come ciò avvenga è il vero “marchio di fabbrica” di Capra. L’incondizionata fiducia nel prossimo e la certezza che in ogni uomo ci sia del “buono” sono le caratteristiche di questa commedia che, se mi consentite l’espressione, è la più “italiana” di Capra. Infatti, il senso di casa e di famiglia che si respirano in questa pellicola difficilmente si vedono in altri film di matrice americana. Gli attori, splendidamente diretti anche nelle complesse scene corali, sono tutti, dal protagonista alla più umile comparsa, perfetti e consapevoli del grande film a cui stanno partecipando. Da vedere, perché nella sua leggerezza è un capolavoro.

 IL TIMONE – Marzo 2014 (pag. 63)

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