Verità fondamentali della fede cattolica esposte con chiarezza dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
Solo uno è il Salvatore: Gesù Cristo. Solo una è la vera Chiesa: la Cattolica. Spiegate con dovizia e con rigore. Il Papa fa suo, all’Angelus dell’1 ottobre, l’importante documento.
2. L’unico mistero di Cristo si connette in modo sostanziale e necessario con il mistero della Chiesa. La Chiesa è quindi necessaria perché Cristo sia presente all’uomo di ogni tempo e possa comunicargli la Sua vita e, quindi, la redenzione.
“Esiste quindi un’unica Chiesa di Cristo, che sussiste nella Chiesa Cattolica, governata dal Successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui (…).
«Non possono, quindi, i fedeli immaginarsi la Chiesa di Cristo come la somma – differenziata ed in qualche modo unitaria insieme – delle Chiese e Comunità ecclesiali; né hanno facoltà di pensare che la chiesa di questa Chiesa già data esistono, congiunti nella loro pienezza, nella Chiesa Cattolica e, senza tale pienezza, nelle altre Comunità» (cap. 17).
3. La Chiesa Cattolica è nella storia inizio e germe del regno di Dio e di Cristo, contro ogni tentazione di riduzioni o di assolutizzazioni della verità del dogma cattolico.
“Nel considerare i rapporti tra Regno di Dio, Regno di Cristo e Chiesa è comunque necessario evitare accentuazioni unilaterali, come è il caso di quelle «concezioni che di proposito pongono l’accento sul Regno e si qualificano come ‘regnocentriche’, le quali danno risalto all’immagine di una Chiesa che non pensa a se stessa, ma è tutta occupata a testimoniare e a servire il Regno. È una ‘Chiesa per gli altri’ (…). Accanto ad aspetti positivi, queste concezioni ne rivelano spesso di negativi. Anzitutto, passano sotto silenzio Cristo: il Regno, di cui parlano, si fonda su un ‘teocentrismo’, perché – dicono – Cristo non può essere compreso da chi non ha la fede cristiana, mentre popoli, culture e religioni diverse si possono ritrovare nell’unica realtà divina, quale che sia il suo nome. Per lo stesso motivo esse privilegiano il mistero della creazione, che si riflette nella diversità delle culture e credenze ma tacciono sul mistero della redenzione. Inoltre, il Regno, quale essi lo intendono, finisce con l’emarginare o sottovalutare la Chiesa, per reazione a un supposto ‘ecclesiocentrismo’ del passato e perché considerano la Chiesa stessa solo un segno, non privo peraltro di ambiguità». Queste tesi sono contrarie alla fede cattolica, perché negano l’unicità del rapporto che Cristo e la Chiesa hanno con il Regno di Dio”, (cap. 19)
4. La Chiesa è quindi sostanzialmente necessaria per la presenza della salvezza cristiana nella storia e per la sua comunicazione.
“… da quanto fin qui è stato ricordato sulla mediazione di Gesù Cristo e sulla «relazione singolare e unica» che la Chiesa ha con il Regno di Dio tra gli uomini, che in sostanza è il Regno di Cristo salvatore universale, è chiaro che sarebbe contrario alla fede cattolica considerare la Chiesa come una via di salvezza accanto a quelle costituite dalle altre religioni, le quali sarebbero complementari alla Chiesa, anzi sostanzialmente equivalenti ad essa, pur se convergenti con questa verso il regno di Dio escatologico. Certamente, le varie tradizioni religiose contengono e offrono elementi di religiosità, che procedono da Dio, e che fanno parte di «quanto opera lo Spirito nel cuore degli uomini e nella storia dei popoli, nelle culture e nelle religioni».
Di fatto alcune preghiere e alcuni riti delle altre religioni possono assumere un ruolo di preparazione evangelica, in quanto sono occasioni o pedagogie in cui i cuori degli uomini sono stimolati ad aprirsi all’azione di Dio. Ad essi tuttavia non può essere attribuita l’origine divina e l’efficacia salvifica ex opere operato, che è propria dei sacramenti cristiani. D’altronde non si può ignorare che altri riti, in quanto dipendenti da superstizioni o da altri errori (cf. 1 Cor 10,20-21), costituiscono piuttosto un ostacolo per la salvezza” (cap. 21).
Dossier: La via dell’apologetica nel terzo millennio
IL TIMONE – N. 10 – ANNO II – Novembre/Dicembre 2000 – pag. 40-41
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