Regia di John Ford
1950 – 105 minuti – B/N
Epico e… altro ancora
Epico, leale, drammatico, sentimentale, virile, poetico, onesto, spettacolare, romantico, divertente, perfetto, patriottico, costruttivo, malinconico, generoso, equilibrato, eroico, morale, riflessivo, commovente, versatile, avvincente, magistrale, grande, semplice, artistico, giusto, inimitabile, coraggioso, umano. Questo e altro ancora è quello che penso o che provo se guardo un film diretto da John Ford. Il regista di origine irlandese diceva di sé: «Mi chiamo JohnFord e faccio western». Ovviamente era talmente grande, che poteva permettersi di dire una cosa che non è del tutto vera. È vero che ha fatto passare il western da genere di seconda categoria a genere di primaria grandezza. Ma, dato che Ford è da considerarsi uno dei più bravi cineasti mai esistiti, tutto ciò che dirigeva diventava grande.
Non fa eccezione “Rio Bravo”, ultimo, e forse meno noto, capitolo della cosiddetta trilogia della cavalleria. Mi preme assolutamente dire che meno noto non vuol dire meno bello. Il film ha tutti quegli ingredienti che erano cari a Ford e che, attraverso attori con i quali aveva stretto un sodalizio che andava oltre il mero lavoro, ci fa vivere emozioni che solo la più pura opera d’arte sa farci vivere. John Wayne, Maureen O’Hara, Victor McLaglen, Ben Johnson, Harrey Carey jr., nomi che solo a pronunciarli, abbinandoli a Ford, hanno il potere di farti emozionare, pensando a quello che hanno saputo fare insieme. Una curiosità: il film è prodotto da una piccola casa cinematografica che impose di girare a Ford un western in bianco e nero che, secondo i produttori, avrebbe dovuto coprire le perdite dell’altro film che lo stesso Ford voleva girare: la storia di un uomo tranquillo che torna nel suo paese d’origine, l’Irlanda, e che si scontrerà con le tradizioni di quello stesso Paese. Inutile dire che grazie a questo film sull’Irlanda, Ford vinse il suo ennesimo Oscar e la pellicola è sempre presente nelle classifiche dei 10 film più belli di tutti i tempi. Comunque “Rio Bravo” non è da meno!
IL TIMONE N. 126 – ANNO XV – Settembre/Ottobre 2013 – pag. 63
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