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15.12.2024

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La pagina dei lettori
31 Gennaio 2014

La pagina dei lettori

IL TIMONE n. 124 – anno 2013 –


IN TANTI PER LA VITA


Straordinario successo della III edizione della Marcia per la vita.
Oltre 30.000 persone a Roma e tantissimi giovani. C’era anche il Timone


Circa 30.000 mila persone si sono date appuntamento a Roma per la III Marcia Nazionale per la Vita. Nel 2011, a Desenzano del Garda, erano poco meno di 1.000 a prender parte alla prima marcia, nel 2012, a Roma, vi fu grande sorpresa per i 15.000 partecipanti, ma il 12 maggio 2013 questo fiume di persone si è talmente ingrossato che è balzato definitivamente agli onori delle cronache.
Dal Colosseo a Castel S. Angelo e poi fino a piazza S. Pietro dove Papa Francesco, durante il Regina Caeli, ha riservato ai marciatori un saluto, invitando a «mantenere viva l’attenzione di tutti sul tema così importante del rispetto per la vita umana sin dal momento del suo concepimento». Il Papa ha ricordato anche la raccolta di firme che, nella stessa giornata, avveniva in tutte le parrocchie italiane per l’iniziativa europea “Uno di noi” che mira a garantire protezione giuridica all’embrione. Marciare e firmare: una giornata importante per il mondo pro-vita italiano, una di quelle che non si vedevano da tempo.
Attraversando il corteo della Marcia si poteva respirare un clima di festa, ma anche di impegno autentico, si incontravano associazioni pro-life, parrocchie, ordini religiosi, semplici cittadini, credenti e non credenti, famiglie, anziani e, soprattutto, tantissimi giovani. Tutto questo nello spirito della Marcia per la Vita che non vuole essere un evento strettamente ecclesiale, ma capace di parlare a tutti gli uomini di buona volontà.
Circa 50 i pullman che provenivano da varie parti di Italia, diverse le delegazioni straniere, polacchi, francesi, gruppi di lingua ispanica, croati, perfino rappresentanti del perseguitato mondo pro-life cinese. Significativa la partecipazione di Jeanne Monahan, presidente della storica “March for Life” di Washington che, nell’ultima edizione, ha visto scendere in strada circa 500mila persone. Un evento, quello statunitense, capace di incidere nel dibattito politico-culturale, obiettivo che anche la Marcia per la Vita, pur essendo assolutamente apartitica, vorrebbe raggiungere anche in Italia. Da questo punto di vista si deve registrare, oltre a quella del Sindaco di Roma Alemanno, anche la partecipazione alla Marcia di alcuni uomini politici che, a titolo personale, hanno preso parte all’iniziativa.
La difesa della vita, dal suo concepimento fino alla sua fine naturale, è un tema etico che ha una proiezione politica. Questo ruolo pubblico della Marcia è stato sottolineato dalla dott.ssa Virginia Coda Nunziante, portavoce del Comitato organizzatore: «Noi oggi siamo qui – ha sottolineato Coda Nunziante – per affermare il diritto a difendere pubblicamente quelli che Benedetto XVI ha chiamato valori non negoziabili, a cominciare dal diritto primario alla vita innocente. Senza il diritto alla vita non esiste nessun altro diritto». L’importanza di questo ruolo pubblico è emerso anche al Convegno tenutosi all’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum il giorno precedente la Marcia. In particolare Mons. Crepaldi, Arcivescovo di Trieste, ha fatto notare che se «non c’è ragione pubblica, non c’è dialogo pubblico tra fede e ragione» e se non c’è questo dialogo non c’è dimensione pubblica della fede. In ultima analisi, «non c’è la fede cattolica». Un monito preciso contro ogni intimismo religioso che riduca la regalità di Cristo solo all’interiorità delle persone: «la regalità di Cristo – ha aggiunto il Vescovo – ha anche un significato cosmico e sociale». Allo stesso modo il Card. Caffarra, intervenuto al Convegno, ha ribadito che «le minoranze che rendono questa testimonianza in pubblico custodiscono dentro la città la certezza del primato della persona».
La Marcia quindi è un evento “per la vita”, ma anche “contro l’aborto”, contro un modo di legiferare che non tiene conto della realtà dei fatti (l’embrione, lo si dimostra scientificamente, è un essere umano, dunque è persona umana). Perciò la Legge 194/78 è una legge ingiusta, non una buona legge male applicata, ma una norma da abrogare. La stessa Coda Nunziante ha affermato: «Ora come ora può sembrare irrealistico pensare ad una totale abrogazione della Legge 194. Questo però deve continuare ad essere ed è il nostro obiettivo».
La Marcia per la Vita è un sussulto di speranza in un’epoca mortifera come la nostra. Oggi è alla moda uno strano concetto di libertà per cui tutto è sacrificato in nome dell’arbitrio del singolo. La Marcia, invece, è un esercizio pacifico di libertà, quella libertà che non solo si autodetermina, ma sa che è anche determinata da cose che la superano.

VIDEO PRESENTAZIONE

Ogni mese, prima che il Timone arrivi nelle case degli abbonati, sul sito www.iltimone.org è possibile visionare la presentazione del mensile ad opera del direttore Gianpaolo Barra.

LA VOCE DEL TIMONE
“La voce del Timone”, trasmissione radiofonica settimanale condotta da Paolo Colleoni, disponibile sul nostro sito, viene trasmessa anche da “Radio buon Consiglio” un’emittente religiosa gestita dai Francescani dell’Immacolata. Trasmette in alcune regioni italiane, sulla rete mondiale di Internet e, via satellite, in tutta Europa, Africa del Nord e Medio Oriente. Per le frequenze, vedi il sito www.immacolata.com.
Il raccomandato

Chi è cattolico, dopo il rinnovato “log-in” ho visitato il Vs. nuovo sito e l’ho trovato molto gradevole. Di particolare interesse “La Voce del Timone”, che non conoscevo e non mancherò di seguire. Ascoltare le voci amiche che già conosco da “Radio Maria” rende meno fredda la consultazione di pagine di per sé interessanti, e più vicina un’apologetica calata nelle esperienze dei nostri giorni. Complimenti per il Vs. lavoro. Un sentito grazie per quello che fate. Con i miei saluti,
Fausto Cattarossi – e.mailsull’ esempio di Gesù Cristo, deve amare ogni uomo, anche se non professa la vera fede. Ma non c’è amore più grande per il non credente che pregare il buon Dio perché gli conceda la luce della fede. E dunque per “amore cristiano” che crediamo sia doveroso “raccomandare” alla vostra preghiera i personaggi di questa rubrica, che fa il suo esordio in questo numero.

ALDO BUSI

«Ma è assolutamente inconcepibile qualsivoglia sinistra sposatasi con un senso ultraterreno della giustizia. La giustizia umana o è sociale e politica, o non c’è. Allora, non si può essere di sinistra ed essere cattolici. Lasciamo il cattolicesimo agli uomini del centro, agli uomini di destra ». Aldo Busi si è espresso così agli studenti dell’Università di Firenze come per spiegare se stesso, la sua visione del mondo anzitutto, che passa attraverso la politica, ma la supera. Il suo rifiuto fermo e aggressivo del cristianesimo e della Chiesa si esprime nel sarcasmo violento e acido nei confronti di papa Benedetto XVI e dei Pontefici in generale, con parole che vorrebbero far ridere, che si possono ascoltare cliccando il suo nome sul web.
Da dove tanto odio? Busi nasce a Montichiari (BS) nel 1948, e nonostante la sua sia una famiglia povera, per cui è costretto a lavorare fin da piccolo, anche passando molti anni all’estero, sembra sia stato uno scrittore precoce e prodigioso. Un talento, insomma, che utilizzerà sempre in maniera provocatoria, usando la propria dichiarata omosessualità come una mazza da baseball con la quale colpire il mondo circostante, che non capisce e che è sempre colluso con il potere. Eppure, riceve premi per i suoi libri, viene chiamato in Rai salvo poi essere radiato per le sue dichiarazioni eccessive e poi ancora richiamato. Forse il problema è espresso in questo suo aforisma: «Chi vive intensamente non ha tempo per l’eternità». Non abbiamo dubbi che Busi abbia vissuto e continui a vivere intensamente, ma temiamo che questo sia il problema. Se qualcuno gli vuole bene provi a convincerlo che l’eternità aspetta anche lui. Per questo, chiediamo ai lettori una decina del Rosario quotidiana nel mese di giugno, affinché anche Aldo Busi scopra la gioia di essere atteso da Cristo. Nell’eternità, appunto.


IL TIMONE N. 124 – ANNO XV – Giugno 2013 – pag. 4 – 5

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