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14.12.2024

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Tappe della Rivoluzione sessuale. Parte I
31 Gennaio 2014

Tappe della Rivoluzione sessuale. Parte I


De Sade, il marxismo, Nietzsche, il freudismo, lo scientismo: cominciamo l’esposizione di alcuni momenti salienti del rovesciamento culturale e sociale circa la sessualità

In questo articolo, che continuerà fra un mese, cercherò di delineare alcune delle tappe salienti della Rivoluzione sessuale, dovendone necessariamente ometterne altre; e quelle che menzionerò le potrò esaminare solo rapidamente e con qualche inevitabile semplificazione.

Crisi del modello personalista
Prima, però, vediamo rapidamente qual è il paradigma che va in crisi nel corso di questo rovesciamento culturale, cioè il modello personalista della sessualità. Molto brevemente, possiamo dire che la visio- De Sade, il marxismo, Nietzsche, il freudismo, lo scientismo: cominciamo l’esposizione di alcuni momenti salienti del rovesciamento culturale e sociale circa la sessualità Tappe della Rivoluzi ne personalista-cristiana (che può essere proposta in modo argomentativo, “laico”) è costituita di almeno quattro punti essenziali.
1. La persona è una sintesi di spirito e corpo, che sono reciprocamente e intimamente integrati e compenetrati. In questa visione io non soltanto ho un corpo, ma sono anche il mio corpo: non sono solo corpo, ma sono anche corpo. Il corpo non è un mero strumento dell’io, bensì è una delle dimensioni essenziali della persona: uno dei co-principi di un’unica sostanza, che ha due dimensioni reciprocamente compenetrate.
2. Il corpo ha un linguaggio suo proprio e quindi alcuni atti del corpo hanno un significato assegnato, che non è a disposizione dell’uomo. Ad esempio: il bacio di Giuda stravolge, deturpa, snatura il senso e l’identità di un gesto che di per sé è fatto per esprimere affetto, amore, sollecitudine, mentre nel caso di Giuda ha un significato completamente diverso. Ed è proprio per questo snaturamento che lo riteniamo deplorevole.
3. Sulla base di questi due presupposti, la sessualità è una forma di donazione di sé in cui l’uomo e la donna si donano reciprocamente e accedono a una radicale comunione interpersonale, perseguendo due finalità: la comunione interpersonale e la generazione di nuovi esseri umani, due finalità che sono parimenti importanti.
4. L’unico luogo idoneo per l’esercizio della sessualità, per molte buone ragioni laiche (che non possiamo qui esporre: cfr. G. Samek Lodovici, Etica sessuale I ed Etica sessuale II, «il Timone», 54 (2006), pp. 32-33, 55 (2006), pp. 32-33, reperibili anche su www.iltimone. org) è il matrimonio.

De Sade

Chiarito questo, veniamo ora alle tappe della Rivoluzione sessuale. Le sue radici sono antichissime: per esempio, si potrebbe risalire addirittura allo gnosticismo antico (II sec. d.C.); ma, se cerchiamo le radici più prossime, il modello personalista viene messo seriamente in discussione da alcuni autori dell’Illuminismo, dai cosiddetti “libertini”, in particolare da De Sade, che ha teorizzato in anticipo e in modo più estremo tutto ciò che dopo di lui è stato riteorizzato solo gradualmente.
Sade sferra appunto un attacco violentissimo al modello personalista, celebra esplicitamente il libertinismo e proclama che «nessun uomo può essere escluso dal possesso di una donna, dal momento che è chiaro che essa appartiene decisamente a tutti gli uomini». Egli inoltre incoraggia e magnifica sia la sodomia sia l’incesto: «è assolutamente indifferente godere di una fanciulla o di un ragazzo». E si rammarica: «come è possibile che uomini ragionevoli abbiano potuto portare l’assurdo fino al punto di credere che il godimento della propria madre, della propria sorella o della propria figlia, possa diventare criminale?».

Il marxismo
Dopo Sade, una fonte molto importante della rivoluzione sessuale è certamente il marxismo. Di questa tappa ho già parlato nel mio Odio alla famiglia in nome di Marx (il Timone, n.120 [2013], pp. 30-31). Come ho argomentato in quell’articolo, a cui rimando, la Rivoluzione sessuale è preparata già dai teorici del marxismo classico, Marx ed Engels, cosicché nel marxismo si trova una delle fonti più prossime della Rivoluzione sessuale, anche considerato quale è stato l’influsso del marxismo e la sua diffusione sull’intero pianeta.

Il freudismo

Poi, certamente, tra le fonti e le tappe che conducono alla Rivoluzione sessuale bisogna considerare il freudismo. Bisogna parlare di freudismo e non di Freud, perché circa la visione di Freud ci sono diverse interpretazioni e nel suo pensiero ci sono diverse fasi. Diciamo freudismo per riferirci all’interpretazione prevalente del pensiero di Freud, quella che è stata più pervasiva. Anche qui, evidentemente, bisogna essere molto sintetici e fare qualche semplificazione. Secondo il freudismo, i principi morali degli esseri umani sono soltanto il frutto del plagio che essi subiscono da parte della società o dalle figure di riferimento e non esistono principi morali immutabili, non esiste, in altri termini, una legge morale naturale. Inoltre, per il freudismo l’essere umano è dominato dalla libido, da un impulso sessuale che lo sospinge a cercare continuamente il godimento, quindi è essenzialmente un soggetto governato (come già emergeva nel marxismo) dal principio del piacere.

Nietzsche

Un’altra tappa da considerare è il pensiero di Nietzsche, che è estremamente vasto e complesso. Ci sono moltissime istanze, anche contrastanti, nei suoi scritti, ma ciò che prevale del messaggio di Nietzsche è la sua critica al cristianesimo e alla morale tradizionale in generale, vista come un insieme di divieti e di costrizioni, come una prigione e una forma di automutilazione. L’uomo che vive secondo la morale tradizionale è considerato un uomo che rinuncia alla sua spontaneità, alla sua libertà, che si priva delle soddisfazioni più intense della vita.
In particolare, Nietzsche considera la morale cristiana come morale del pervertimento, perché, secondo l’interpretazione nietzscheana (che è molto discutibile), il cristianesimo è un dire «no» alla vita, una negazione della nostra autentica natura e quindi un pervertimento. La morale di Nietzsche, invece, si presenta come la morale che dice «sì» alla vita, come morale dell’Übermensch (l’Oltreuomo), che cerca di cogliere tutto ciò che intensifica la vita. E che vede dunque nella morale sessuale cristiana un insieme di divieti frustranti (anche se Nietzsche ha dei passi feroci contro gli edonisti: il discorso sarebbe lungo…).

Lo scientismo
Un’altra fonte della rivoluzione sessuale è lo scientismo. Quest’ultimo affonda le sue radici nel 1500-1600, ma diventa ideologia soprattutto nell’Ottocento e poi nel Novecento. Lo scientismo afferma che la realtà è un insieme di forze fisiche, nega la dimensione spirituale, nega tutto ciò che va al di là del meramente empirico, quindi riduce l’uomo ad un fascio di pulsioni, di forze, di energie contrastanti.

Il minimo comun denominatore

Ora, le correnti e gli autori fin qui menzionati, pur con accenti diversi (bisognerebbe fare molte specificazioni e molti distinguo), hanno un tratto comune: la scissione dell’uomo, la scomposizione di quella realtà unitaria di cui parla il personalismo: l’uomo non è più considerato una realtà unitaria, sintesi armoniosa di anima e corpo, bensì un coacervo di molte forze e molte pulsioni.
Certamente nel freudismo, meno in altri autori, l’energia prevalente è quella sessuale; ma sicuramente quest’energia ha un ruolo e una posizione molto importante anche nelle altre correnti e negli altri autori. Così, visto che non esistono valori morali immutabili, ciò che emerge sempre di più e progressivamente è il principio del piacere come criterio di orientamento della condotta e dell’esistenza. Siccome non c’è una verità sulla realtà a cui io mi devo adeguare, è la realtà che si deve adeguare a me, alle mie pulsioni, ai miei desideri: cosa che è già implicita nel relativismo di tutte le epoche. Infatti, il relativismo dice che non è possibile conoscere la verità sulla realtà, quindi non è possibile, per esempio, conoscere la verità sul matrimonio, sulla sessualità, sulla genitorialità, ecc. Quindi non siamo più noi a doverci adeguare alla realtà, bensì è la realtà che deve adeguarsi a noi, alle nostre pulsioni ed ai nostri desideri. E le leggi devono consentirci la soddisfazione il più possibile ampia dei nostri desideri. Se io desidero divorziare, abortire, fabbricare figli in provetta, ecc., lo Stato me lo deve consentire; se io desidero avere gli stessi diritti di un marito o di una moglie, anche se non sono sposato bensì convivo, a volte con una persona del mio stesso sesso, lo Stato mi deve accontentare. In fondo è la parabola di cui parla Dante, quando descrive la regina Semiramide dicendo «che libito fè licito in sua legge», che trasformò ogni suo desiderio in legge. Questa è generalmente la pretesa libertaria dell’uomo contemporaneo, che vuole trasformare tutti i suoi desideri in diritti. Concluderemo il discorso fra un mese.


Per saperne di più…

Augusto Del Noce, L’erotismo alla conquista della società, in AA.VV., Via libera alla pornografia?, Vallecchi, 1971, pp. 3-40.
Idem, Alle radici della crisi, in AA.VV., La crisi della società permissiva, Ares, 1972, pp. 110- 142.
Lino Ciccone, Etica sessuale, Ares, 2004, pp. 28-52.
Massimo Introvigne, Pornografia e rivoluzione sessuale, www.difenderelavita.org
Idem, Le origini della rivoluzione sessuale nella prospettiva della IV rivoluzione, «Cristianità », 54 (1979), www.alleanzacattolica.org

IL TIMONE N. 123 – ANNO XV – Maggio 2013 – pag. 30 – 31

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