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15.12.2024

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Non tutti sanno che…
31 Gennaio 2014

Non tutti sanno che…

Il Timone n. 111 – anno 2012 –


MERITO DEL CRISTIANESIMO

L’uomo odierno si scandalizza di fronte a orrori come quelli dei sacrifici umani e dell’antropofagia. I popoli dell’antichità, invece, prima di Cristo, avevano tali consuetudini, che fossero cretesi, greci, romani, aztechi o germanici. Nel suo Dio questo sconosciuto. Riflessioni su scienza, storia, morale (Sugarco 2008), Francesco Agnoli ricorda che gli antichi sacrificavano agli dèi perché intuivano l’esistenza di una colpa primitiva e credevano coi sacrifici di scontare i loro peccati, di propiziare la divinità, vista come un padrone esigente, terribilmente giusto, sempre da placare. Solo il Cristianesimo avrebbe insegnato all’umanità che la colpa primitiva si chiama peccato originale; che l’incommensurabilità tra Creatore e creatura implica l’incapacità di un sacrificio, persino umano, di gratificare Dio; che Dio, infine, non è padrone, ma Padre giusto, ma anche misericordioso, che non chiede, per sé, sacrifici ma che offre se stesso in sacrificio. Così da Cristo in poi l’unico sacrificio «perfetto e a Dio gradito» è quello della Santa Messa.

TESTIMONI DI GEOVA

Non ci si dimentica mai di ricordare questa organizzazione religiosa, fieramente avversa alla Chiesa cattolica, quando si stila l’elenco delle vittime di Hitler e del Nazionalsocialismo. Ed è vero, perché furono duramente perseguitati. Ma ci si dimentica di ricordare che i Testimoni di Geova (TdG) hanno avuto nei confronti del nazismo un atteggiamento ambiguo, soprattutto all’inizio. Così scrive Claudio Circelli su Il Settimanale di Padre Pio (n. 3, 22/01/2012). Un esempio: sperando di ingraziarsi Adolf Hitler, che aveva da poco conquistato il potere nel 1933, i TdG tedeschi approvarono una Dichiarazione dei fatti nella quale, tra altre “perle”, si poteva leggere questa: «Invece di essere contro i principi che sono propri del governo tedesco, noi ci schieriamo decisamente dalla loro parte, e sottolineiamo che Geova Dio per mezzo di Gesù Cristo porterà alla piena realizzazione di tali principi e darà al popolo pace e prosperità che sono il desiderio più grande di ogni uomo sincero».

BATTESIMO

Nella Somma Teologica, il grande san Tommaso d’Aquino spiega perché il Battesimo si può ricevere una volta sola: 1. perché è la rigenerazione spirituale, e come si nasce una sola volta alla vita del corpo, così si rinasce una sola volta alla vita dello spirito; 2. perché ci configura alla morte di Cristo e Cristo morì una sola volta; 3. perché è direttamente istituito per cancellare il peccato originale e questo si contrae una sola volta; 4. perché imprime il carattere e questo è un segno che una volta impresso nell’anima vi resta per sempre, perché è indelebile.

COMUNIONE SULLA MANO O IN BOCCA?

Esistono testimonianze storiche del fatto che all’inizio l’Eucaristia sia stata ricevuta sul palmo della mano. Ma prima, attesta san Cesario di Arles tra V e VI secolo, era necessario lavarsi le mani e le donne dovevano portare un panno di lino sul quale ricevevano il Corpo di Cristo. Non tutti sanno che il comunicando, però, non prendeva l’Ostia con le dita dell’altra mano, ma si inchinava profondamente ricevendo il Corpo del Signore con la bocca direttamente dal palmo della mano destra. Così l’Ostia non veniva toccata dai laici con le dita – prerogativa dei ministri ordinati – e il palmo della mano serviva per così dire come patena o come corporale. «Ciò significa – scrive P. Massimiliano M. Degasperi, FI, nell’ottimo L’Eucaristia “tutta intera”. Sacrificio. Presenza. Comunione (Casa Mariana Editrice, 2012) – che la Comunione in mano come è uso farla nei tempi odierni – ossia afferrando da sé con le dita l’Ostia e portandoLa alla bocca – non è tradizione nella Chiesa Cattolica ed è, in effetti, di provenienza calvinista».

PAPA BORGIA


Nella storia del papato fa la sua non certo bella figura il catalano Rodrigo Borgia, pontefice dal 1492 al 1503 con il nome di Alessandro VI. Era un uomo che si abbandonò a una vita davvero viziosa, ma dal punto di vista della dottrina non ebbe mai una sbavatura. A conferma – diceva il grande storico della Chiesa Ludwig von Pastor – che in lui «la Provvidenza volle confermare che i Pastori possono danneggiare la Chiesa, non distruggerla». Pochi sanno che a quel Papa si devono i tre tocchi giornalieri per l’Angelus che ricorda l’Incarnazione di Cristo; a lui si deve l’istituzione dell’imprimatur sui libri, perché non contenessero errori di dottrina; a lui si deve la pronta, efficace azione per assicurare l’evangelizzazione delle nuove terre scoperte da Cristoforo Colombo proprio durante il suo pontificato. Ricorda Vittorio Messori, nel suo La sfida della fede. Storia e cronaca in una prospettiva cristiana (Sugarco 2008) che «in lui sembra realizzarsi l’ammonimento di Gesù ai discepoli: “Quanto vi dicono fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere”».


IL TIMONE N. 111 – ANNO XIV – Marzo 2012 – pag. 25

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