Intervista a Emanuele Ferrario
Nato nel 1930 a Busto Arsizio (Va) e residente a Casciago (Va), vedovo, padre di quattro figli, con nove nipoti, Emanuele Ferrario è un imprenditore che ha lavorato per una vita nel settore alimentare.
Presidente dell’Associazione Radio Maria Italia, dalla sua Fondazione nel 1987 a oggi, e dell’Associazione RNA Radio Nazionali Associate, che riunisce i networks italiani, dal 1994 al 2002, attualmente presiede e guida la World Family of Radio Maria NGO, che riunisce le sessanta Radio Maria nel mondo dall’anno della sua Fondazione, nel 1998, ad oggi. È lui che ha contribuito in maniera decisiva alla presenza capillare di Radio Maria in Italia e nel mondo.
Cosa ha spinto un imprenditore a dedicare 25 anni a Radio Maria?
«Radio Maria è il frutto di un lungo percorso di conversione personale, che parte da alcuni eventi importanti della mia vita. Penso che accada a tutti di rendersi conto, cammin facendo, di come Dio operi nella propria esistenza e ora posso dire che la mia presenza in Radio Maria è stata una vera chiamata, preparata attraverso tappe significative.
Sono arrivato ad Arcellasco d’Erba nel 1986, perché questa radio parrocchiale ritrasmetteva i messaggi settimanali della Regina della Pace, che io prendevo ogni giovedì e diffondevo tramite una mia linea telefonica dedicata, che si aggiungeva a quella della radio.
Nel 1987 mi sono ritrovato presidente di una associazione costituita per trasformare la radio parrocchiale in una vera radio e probabilmente è stata la Santa Vergine ad ispirare il cambiamento più significativo con la totale rinuncia alla pubblicità, così da confidare solo nella Divina Provvidenza».
Radio Maria è tra le prime dieci radio più ascoltate in Italia. Quali sono le difficoltà e gli aspetti più importanti che caratterizzano il profilo di una radio che si basa sul volontariato?
«In Italia il volontariato è una realtà consolidata ed è normale donare il proprio tempo ad ambiti di primaria necessità come quello sanitario, educativo o dei servizi sociali; però è difficile pensare a un volontariato nei mezzi di comunicazione. Quello che fa la differenza sono i contenuti da trasmettere: io credo che il volontariato in Radio Maria parta proprio dai contenuti e dal desiderio di trasmetterli, per raggiungere tutti, con particolare attenzione agli ultimi, agli ascoltatori dimenticati.
Avere solo conduttori volontari, molto amati dagli ascoltatori, e migliaia di volontari sul territorio è una caratteristica di Radio Maria. Spesso la gente non li conosce, ma gli operatori al mixer, agli studi mobili che permettono ogni giorno di trasmettere la S. Messa e i Vespri, i volontari che diffondono la missione di Radio Maria sul territorio, nelle case di riposo, negli ospedali e nelle case circondariali, sono decisivi. Un esercito di persone laboriose che credono nella missione di Radio Maria, che vengono chiamate simpaticamente “formichine”. Così si comprende perché Radio Maria non è solo informazione e intrattenimento, ma una presenza discreta e forse lo slogan più simpatico è quello coniato dagli automobilisti: “Radio Maria? Si sente ovunque!”. Questo significa che siamo sulla strada giusta per compiere il nostro dovere».
L’esperienza italiana è servita d’esempio per sviluppare altre Radio Maria nel mondo e Lei è andato in prima persona per aiutare gruppi di volontari in tanti Paesi; qual è la sua esperienza?
«Radio Maria è una radio universale perché universale è il messaggio che propone. L’esperienza di una nuova Radio Maria nasce sempre da una chiamata, dal desiderio di aiutare il prossimo e raggiungere ogni persona nel luogo dove vive. L’esempio italiano ha suggerito a molti sacerdoti e Vescovi, ma anche a tanti laici, di fare una Radio Maria come quella che avevano ascoltato occasionalmente in Italia. Oggi posso confidare un segreto: sin dall’inizio, ho pensato che Radio Maria non fosse una missione specifica per la sola Italia e credo che la regola di andare nel mondo “solo se chiamati” sia stata il frutto di un profondo discernimento.
Ogni Paese è diverso e va rispettato nella sua cultura, nei suoi tempi di sviluppo, ed è fondamentale l’accoglienza della Chiesa locale, attraverso i Vescovi. È un atteggiamento di umiltà che chiediamo a tutti i collaboratori e ai volontari delle Associazioni Radio Maria del mondo. Sono stati difficili gli inizi in Africa, dove non esiste la cultura del volontariato e i volontari subiscono le pressioni dalla cosiddetta “grande famiglia”, ma l’amo re supera tutte le barriere e oggi non ci sono differenze tra una Radio Maria africana e quelle di altri continenti.
Radio Maria è accolta da moltissimi Vescovi e informa delle proprie attività i responsabili delle comunicazioni sociali delle Conferenze Episcopali di 17 Paesi in Africa, 19 nelle Americhe, 3 in Asia, 18 in Europa e 1 in Oceania e la programmazione globale è in ben 42 lingue».
Si può dunque parlare di un vero e proprio network cattolico mondiale: una Associazione World Family che racchiude le Radio Maria del mondo…
«La World Family è in costante comunicazione con il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali della Santa Sede, con il quale collaboriamo apertamente. Siamo il network cattolico più diffuso nel mondo, perché la Madonna ci dà il coraggio di andare ovunque senza timore e l’uomo è lo stesso a tutte le latitudini, con il suo anelito al divino e con il suo bisogno di comunicare, ma preferisco dire che siamo una grande famiglia che crescerà ancora fino ad arrivare a nazioni dove oggi è impensabile installare una Radio Maria».
Quali sono le sfide che attendono Radio Maria in Italia e nel mondo?
«Il progetto non è nostro, è di Maria e solo per questo la “barca”, anche in presenza di grandi tempeste, continua a navigare. La gente lo sa e per aiutarci si toglie a volte non il superfluo ma addirittura il necessario. Ovunque è molto difficile ottenere l’uso delle frequenze che sono proprietà dello Stato, però dove ci hanno chiamati siamo sempre riusciti ad iniziare una Radio Maria. Le autorità che concedono le frequenze faticano a comprendere all’inizio che noi non abbiamo altro interesse che diffondere l’amore ed aiutare la Chiesa cattolica nell’opera di evangelizzazione, ma poi una volta avviata la radio tutto diventa più facile.
Personalmente sono convinto che questo progetto si inserisce nel grande progetto che vedrà Maria vincitrice sulle forze del male e noi ogni giorno Le offriamo le nostre pochezze e una grande preghiera».
Dossier: RADIO MARIA UNA VOCE CRISTIANA NELLA TUA CASA
IL TIMONE N. 113 – ANNO XIV – Maggio 2012 – pag. 42 – 43
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