Tradizionalmente, quello di maggio è considerato dal popolo cattolico il “mese mariano”. Ovunque, si intensificano le preghiere rivolte alla Madre di Dio, si organizzano pellegrinaggi, si recita il Rosario, spesso in famiglia, si prega quella Madre che, unita al Figlio, porta nei nostri cuori un po’ di pace e di speranza.
Una sana, meritoria, utilissima devozione mariana, da conservare, coltivare, accrescere. Non siamo tra coloro che ritengono – come andava di moda fino all’avvento di quel grande Pontefice mariano che risponde al nome di Giovanni Paolo II – queste devozioni appannaggio di vecchiette ignoranti e superstiziose, retaggio di tempi passati – preconciliari – destinate al dimenticatoio dall’inesorabile progresso del cattolicesimo “adulto”.
Non sarà male, quindi, richiamare alla memoria almeno alcuni dei motivi che fondano questa devozione. Come è noto, nell’ecumene cristiano il culto mariano non è condiviso da tutti e in tal modo protestanti di numerose, variegate denominazioni e Testimoni di Geova si privano di un dono straordinario, da Dio stesso pensato per le sue creature. Perché, dunque, rivolgersi con fiducia a Maria? In primo luogo, perché è la Madre di Dio. Il suo grembo verginale ha ospitato per nove mesi quel Gesù che l’ha voluta associare alla sua opera redentiva. Detto in termini più accessibili: per salvarci dall’inferno cui eravamo destinati dopo il peccato originale (chi ricorda ancora questa elementare, ma tremenda verità?), Gesù ha voluto far intervenire Sua Madre, che la dottrina cattolica qualifica come “Corredentrice”. Possiamo forse dimenticarcelo? Possiamo fare gli schizzinosi, come certi teologi, preoccupati di non corrompere e sminuire la “centralità” di Cristo elevando fervide preghiere a Sua Madre?
In aggiunta, si ricordi che Maria è la Madre della Chiesa e siccome noi, di questa Chiesa, siamo membra vive, Lei è anche la nostra Madre. C’è forse qualcuno fra noi che ha in odio sua madre? Qualcuno che, potendolo, non le ha mai chiesto un aiutino, una raccomandazione, una intercessione? E perché non dovrebbe succedere la stessa cosa con la nostra Madre del Cielo?
Poi, va detto che Maria è l’esempio sublime di ciò che Dio desidera da ciascuno di noi. Se a fare la volontà di Dio vi è riuscita Lei, creatura in tutto simile a noi, tranne che nella macchia del peccato originale, anche noi possiamo – volendolo e con l’aiuto della Grazia che ci è assicurato – corrispondere pienamente all’amore di Dio, vivere come Egli desidera e guadagnarci il Cielo. Perché dovremmo trascurare questa Madre esemplare? E infine – ma quante altre ragioni si potrebbero enumerare – non si dimentichi che Maria s’é degnata di farci visita innumerevoli volte, in quelle apparizioni riconosciute dalla Chiesa, per rassicurare, guidare, consigliare, spronare e avvertire noi tutti dei guai cui saremmo andati incontro se non avessimo dato retta a Dio. Cosa che è puntualmente avvenuta, come dimostra la storia. Non abbiamo forse il dovere di ringraziarLa, pregandoLa, per questa sua materna sollecitudine?
Ce n’è abbastanza, mi pare, per rallegrarci della nostra devozione mariana, per intensificare la preghiera a Maria, la nostra Madre celeste. E – date retta – non solo in questo mese mariano…
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