Regia di Mario Monicelli
con Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Franco Interlenghi, Antonella Lualdi.
1957 – 92 minuti – b/n
Commedia all’italiana
Con tutte le parole a vanvera che sono state spese nel commentare la morte di Mario Monicelli, potrebbe quantomeno risultare fuori luogo voler esprimere qualche precisazione, usando un film dello stesso regista come mezzo di semplici riflessioni. Se giustamente Monicelli viene considerato senza riserve uno dei padri della commedia all’italiana, sorge invece qualche problema nel voler datare o indicare con un titolo l’inizio della stessa. Quello che è assolutamente certo, da un punto di vista cinematografico, sono le radici in cui la commedia fonda le sue basi: il neorealismo. Le implicazioni culturali e sociali, in cui il cinema italiano aveva pescato a piene mani, non vengono cancellate ma in una sorta di continuità vengono portate a livelli estremi non più per raccontarne il dramma, ma anzi per stemperare gli avvenimenti e ammorbidirne i toni.
“Padri e figli” del 1957, pur non essendo il più conosciuto film del regista toscano, mostra tutti gli elementi fondanti e portanti di quella che a buon diritto viene considerata la commedia all’italiana. Se da un punto di vista narrativo è la quotidianità ad essere sempre al centro della storia o delle storie, da un punto di vista di contenuti sono i valori di sempre ed essere alla base della risoluzione della storia o delle storie.
E così sono la famiglia, l’amicizia, la solidarietà, la fedeltà e perché no, in qualche caso, anche il sentimento religioso ad essere mostrati come strumenti fondamentali per fronteggiare quei dilemmi che costantemente attanagliano le persone. Non vengono cancellati i problemi e le difficoltà, ma viene mostrato, in un modo nuovo, la maniera per affrontarli. Per concludere, la commedia all’italiana mostra la complicata ma inesorabile gioia e voglia di vivere.
IL TIMONE N. 100 – ANNO XIII – Febbraio 2011 – pag. 63