La possibilità di una ripresa da uno stato vegetativo non può mai essere esclusa. Terry Wallis si è ripreso dopo 19 anni. E Salvatore Crisafulli sentiva tutto quello che veniva detto intorno a lui, perfettamente consapevole del suo stato.
Un risveglio dopo diciannove anni: è quanto accaduto a Terry Wallis, un ragazzo statunitense entrato in coma nel luglio del 1984, che, a distanza di diciannove anni, si è rimesso in contatto con la realtà ed ha ricominciato a parlare.
Un altro risveglio: il caso di Salvatore Crisafulli. È l'11 settembre 2003 quando Crisafulli, 38enne, rimane vittima di un gravissimo incidente stradale. Salvatore entrò in coma. Dopo mesi di reparto di rianimazione, gli venne dichiarato lo stato vegetativo persistente. In seguito i familiari si accorsero che Salvatore veniva lasciato quasi sempre solo. Decisero allora di curarlo presso l'abitazione del fratello. La quasi totalità dei medici riteneva impossibile un recupero. La svolta avviene Il 5 maggio 2005: Salvatore viene ricoverato ad Arezzo, dove inizia una vera cura riabilitativa, poi l'uscita dal coma: viene accertato senza ombra di dubbio che Salvatore è cosciente, in grado di capire. Incomincia una ripresa comunicativa difficoltosa, ma Salvatore con grande difficoltà inizia a raccontare e a ricordare momenti allucinanti della sua storia, quando sentiva tutto quello che veniva detto intorno a lui, impossibilitato ad entrare in relazione col mondo esterno, ma perfettamente consapevole del suo stato (cfr. www.salvatorecrisafulli.it ).
Insomma, le speranze di risveglio ci sono [cfr. anche il recentissimo caso di Greta, su cui si veda l'articolo di F. Lozito in bibliografia]. Ed è in nome di queste speranze che è nata recentemente a Bologna la prima «Casa dei Risvegli», dedicata a Luca De Nigris, un ragazzo di quindici anni che, grazie ai suoi familiari che non si arresero, uscì dal sonno profondo in cui era caduto.
Il coma è una condizione di perdita della coscienza. Nei casi meno gravi, il malato riguadagna lo stato di coscienza. In altri casi, invece, passa ad uno stato cosiddetto vegetativo persistente. Questa fase di passaggio è segnata dalla riapertura degli occhi. L'individuo è in grado di mantenere tutte le funzioni vitali dell'organismo (respirazione, controllo della pressione, regolazione della temperatura corporea ecc.) cosicché continua a respirare e ad aprire gli occhi. Talvolta i malati in questo stato hanno movimenti spontanei e gli occhi possono muoversi in risposta a stimoli esterni; possono persino ridere o piangere. Lo stato vegetativo può rappresentare una fase transitoria che a volte è seguita dalla ripresa della coscienza, ma talora esso si protrae. Si parla di stato vegetativo persistente quando esso dura oltre un mese, di stato vegetativo permanente a 12 mesi dall'incidente (in Italia 1500 persone sono in queste condizioni). Trascorso tale lasso di tempo, la probabilità di una ripresa delle funzioni superiori è bassa, sebbene non nulla.
Questa condizione è una realtà non del tutto esplorata e conosciuta. Proprio per questo c'è molto spazio ancora per lo sviluppo di nuove terapie, di nuove possibilità di intervento che consentano ai pazienti il «risveglio», ossia il ritorno ad una vita di relazione. Sono e saranno sempre più possibili terapie all'avanguardia che potranno dare rinnovate speranze, terapie già in sperimentazione e in applicazione. Le persone con stato vegetativo persistente possono mantenere capacità cognitive residuali e rudimentali. Spesso i familiari registrano «impressioni» di consapevolezza ed intenzione. Imparare a «leggere» e riconoscere questi segnali diviene allora fondamentale.
La possibilità di un risveglio da uno stato vegetativo persistente oggi a livello scientifico non può essere esclusa aprioristicamente. La storia della Medicina ha già conosciuto successi imprevedibili di questo genere, basti pensare all'esperienza del neurologo inglese Oliver Sacks. Nei suoi libri, tra cui il celeberrimo Risvegli, da cui fu tratto un bellissimo film con protagonista Robin Williams, Sacks descrive i casi clinici concentrandosi sull'esperienza personale dei pazienti. Molti dei casi che racconta erano ritenuti «incurabili».
Rifiutare la possibilità di uscire dallo stato vegetativo, considerato condizione «irreversibile», significa non solo abdicare all'umanità della medicina, alla speranza di una salvezza, ma anche chiudersi alle possibilità dei risultati della scienza e della ricerca, e questo è autentico oscurantismo.
RICORDA
«[Jan Grzebski è] entrato in coma 19 anni fa dopo un incidente nella Polonia comunista del generale Jaruzelski, si è risvegliato ritrovandosi in una democrazia e, per di più, In un'economia di mercato. […] costretto all'immobilità dopo l'incidente del 1988, i medici gli avevano dato solo due o tre anni di vita. Solo la moglie Gertruda aveva creduto nel suo risveglio. E ha avuto regione. «Mia moglie Gertruda mi ha salvato, e non lo dimenticherò mai», ha detto Grzebski intervistato dalla tv polacca. «Per 19 anni la signora Grzebska ha svolto il lavoro di un team esperto di terapia intensiva – hanno dichiarato i medici che hanno assistito il fortunato paziente – cambiando ogni ora la posizione del marito in coma per prevenire piaghe da decubito».
(www.corriere.it/PrimoPiano/Cronache/2007/06 Giugno/02/Polacco coma.shtml )
BIBLIOGRAFIA
Jean-Domlnlque Bauby, Lo scafandro e la farfalla, Ponte alle Grazie, 2008.
Salvatore Crisafulli – Tamara Ferrari, Con gli occhi sbarrati. La straordinaria storia di Salvatore Crisafulli, L’Airone Editrice, 2006.
Oliver Saks, Risvegli, Adelphi, 1986.
Francesca Lozito, Torino: si risveglia dallo stato vegetativo,
Dossier: Eutanasia e testamento biologico
IL TIMONE N. 80 – ANNO XI – Febbraio 2009 – pag. 46