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13.12.2024

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Lettere al Direttore
31 Gennaio 2014

Lettere al Direttore

 

Il Timone n. 37 – anno 2004 –

 

Carissimi amici del Timone,
mi chiamo Cristina e ho 25 anni. Qualche mese fa, mentre mi recavo in Val di Fassa a sciare con il mio Don Gabriele e alcuni altri, lui nominò un articolo del Timone e, come se fosse stato folgorato, si voltò verso di me (che ero seduta dietro di lui) e disse: “Quello è un giornale che fa per te”. Arrivati in albergo mi consegnò la sua copia, quella di marzo, e me la lessi tra una sciata e l’altra. Aveva ragione: facevate per me! D’altra parte, se non lo sapeva lui che è la mia guida…!
Ora sono abbonata e, tra l’altro, un articolo del numero di maggio (quello di Marta Sordi) è caduto a proposito: l’ho utilizzato per sostenere l’esame di patrologia che avevo da lì a qualche giorno (sono iscritta al secondo anno dell’Istituto di Scienze Religiose di Ravenna). Ovviamente l’ho poi girato al mio professore. Vi ringrazio per tutto quello che fate: ci mancava proprio una rivista come la vostra! E complimenti per i “Quaderni”: spero che ne abbiate in programma altri. Ciao e buon lavoro!e scusate il tono molto confidenziale.
Cristina Selva, Alfonsine (RA).

Caro direttore,
ho letto con vero piacere e centellinando argomentazione dopo argomentazione il quaderno “L’esistenza di Dio”, di Giacomo Samek Lodovici. Ho il diploma di ragioniere, sono in pensione ed amo leggere anche testi nutriti di logica. Per avvicinarmi alla filosofia avevo acquistato il testo scolastico in tre volumi di Abbagnano-Fornero “Filosofi e filosofie nella storia”, ma dopo averi i letti mi sono chiesto: “Cosa vogliono questi filosofi?”. Costruzioni logiche erette sull’orgoglio del loro intelletto, mai accompagnate dal cuore e da una riflessione sulla venuta, morte e risurrezione di Cristo, che costituisce il reale punto di partenza dell’umanità. E me ne sono allontanato alquanto disgustato. L’agile quaderno di Samek Lodovici mi ha riconciliato con uno studioso e professore di filosofia: esso ha anche il pregio non comune di non aver utilizzato paroloni comuni nel gergo filosofico, ma che respingono un profano sin dalle prime righe. Con i migliori saluti,
Andrea Picco, Udine.

Caro direttore,
grazie per il regalo quasi “personale” che ha fatto a me e a tanti suoi lettori: il cardo Biffi si è aggiunto alla lista di quelli che si preoccupano per noi e della nostra cultura religiosa! È stata davvero una sorpresa graditissima. Auguri a Lei e alla redazione. Cordiali saluti,
Liliana D’Agata, Carciano (VB).

Caro direttore,
è proprio vero che la libertà non è un valore “mondano”. È un dono del Cristianesimo. Tant’ è che la libertà (quella vera) non è mai stata così minacciata come oggi, in un clima di scristianizzazione imperante. Non ci sono mai stati come oggi tanti obblighi, divieti, sanzioni, demonizzazioni. Non ci sono mai state così tante idiosincrasie e criminalizzazioni. Solo che alle norme della morale cristiana (che, per lo più, erano affidate al libero arbitrio di ciascuno), si sono sostituite le norme della morale “laica” (imposte a tutti, con atteggiamento molto più intollerante e dispotico). Basti pensare alla nuova religione “salutista”, “ecologista” e “animalista”, con tutta la nuova serie di divieti “politicamente corretti” che ne conseguono. Oggi è diventato un delitto intollerabile inquinare, o non riciclare un rifiuto, oppure maltrattare un animale. Mangiare carne sta diventando un crimine. Usare la pelle degli animali per farne soprabiti e scarpe è già da tempo oggetto di azioni di protesta, se non addirittura di veri e propri atti squadristici. Per non parlare della criminalizzazione di merendine e cibi “non ecologici”. O del famigerato “fumo”, diventato il nuovo “diavolo” del terzo millennio, causa di tutti i mali dell’umanità. Se poi pensiamo alle campagne asfissianti contro antenne, tralicci elettrici e telefonini, il quadro del nuovo “medioevo” (con tutto il rispetto per il medioevo vero, che non era così stupido) si completa. Una domanda: ma non era la religione cattolica la causa dell’oscurantismo, dell’irrazionalità e della schiavitù morale delle genti? E la fine della religione non doveva portare libertà ed emancipazione per tutti?
Angelo Mandelli, Cesate (MI).

Caro direttore,
nel Timone n. 36 – che è uno splendido lavoro come sempre! – c’è un’illustrazione sottotitolata “Berlino Est, giugno 1953: carri armati sovietici reprimono la rivolta operaia. Sedici morti e centinaia di feriti.” (l’articolo di Marta Dell’Asta nel “Dossier”). lo allora avevo 9 anni. Ricordo quel 17 giugno ’53, quando ritornai dalla Santa Messa quotidiana del mattino (vi sono andata “nonostante il divieto”). Ero a Lipsia, quando mi sono buttata per terra, perché vicino a me sfrecciava un proiettile, provocando un punto d’impatto nell’intonaco di un edificio, dove stavo passando. I carri armati sovietici occupavano anche la strada dove abitavo. Il 16 giugno 1953 vi è stato uno sciopero dei lavoratori edili e una loro dimostrazione a Berlino, nella cosiddetta “Stalinallee” (viale di Stalin). Protestavano contro l’aumento della “norma di lavoro” del 10% come fu decretato il 28 maggio 1953 dallo Stato. Di qui si è sviluppata una rivolta operaia contro lo Stato (Repubblica Democratica Tedesca) con la richiesta di dimissioni del governo e di elezioni libere. Questa rivolta, registrata in più di 250 città, è stata repressa dalle truppe sovietiche.
Secondo l’Enciclopedia “Mayer” dell’anno 1977 (pubblicata in Germania) ci sono state tra 250 e 300 vittime, il numero degli arrestati viene calcolato su 1200. Ancora un altro dato: dall’anno 1953 fino alla caduta del Muro di Berlino nel 1989 è stato proibito ufficialmente ogni tipo di festa nel giorno del 17 giugno. Un compleanno, ad esempio, che cadeva in tale giorno si poteva festeggiare solamente o il 16 o il 18 giugno. Nessun matrimonio, nessun festa in giardino (che spesso e volentieri faceva la gente), nessun raduno di qualsiasi tipo era permesso, con la minaccia di gravissime conseguenze, rappresaglie e sanzioni. Sono convinta che sulla storia passata della Germania Est ancora non sia stata fatta luce. Perciò ringrazio profondamente anche per l’articolo di Roberto de Mattei nello stesso “Dossier” dove sono scritte cose giuste sulla “accettazione della coesistenza pacifica con il male”. Grazie!
Mi auguro che la cerchia dei lettori del Timone aumenti sempre di più e che ognuno faccia il suo compito per divulgare la verità, sempre con i piedi per terra della nostra fede! Grazie di nuovo, uniti sempre in Cristo e Maria,
Dr. Christa Wiesenberg, L’Aquila.

Caro direttore,
“non condivido le tue idee – dice un laicissimo e libertario adagio – ma mi batterò fino alla fine affinché tu le possa esprimere”. Peccato che questa regola non sia valsa per il triste caso della bocciatura del ministro Buttiglione alla Commissione Europea. Peccato che non sia valsa per quel pastore svedese che ha osato citare l’inizio della lettera di San Paolo ai Romani, dove si parla anche dell’omosessualità. Insomma, tutti possono dire la loro, tranne i cristiani! Ecco allora questa Europa “culla della civiltà e della libertà” che fa strame proprio di questi valori. lo credo che di questo passo non siamo molto lontani da possibili persecuzioni ai cattolici che non sanno allinearsi al “pensiero dominante”, alla Zapatero o Chirac, per intendersi. D’altro canto lo dovremmo sapere. Cristo ci ha avvertiti: «Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi», e sarà considerato un bene per la nazione. Certo che di persecuzioni ne abbiamo viste anche troppe nei regimi totalitari del secolo scorso, ma noi non ci facciamo caso. Sì, lo sappiamo di essere minoranza, ma il futuro di un mondo così fatto porterà i suoi frutti amari. Forse allora ci renderemo conto – sulle sue macerie – che la “minoranza” aveva ragione. Non posso complimentarmi ovviamente con questa laicità.
Claudio Forti, Mattarello (TN).

Caro Palmaro,
da alcuni anni sono abbonato al Timone, di cui apprezzo l’intento apologetico (oggi più che mai necessario) e la chiarezza di esposizione. Intendo pertanto ringraziarla per il suo articolo, comparso nel numero 35, nel quale si informa del potenziale abortivo dei contraccettivi estroprogestinici, poco conosciuto o volutamente taciuto. Si tratta di un tema spinoso, come tanti di quelli affrontati dal Timone, sul quale la vulgata corrente la pensa diversamente, purtroppo anche in casa cattolica, ma, come lei giustamente considera, non si può tacere la verità. Grazie ancora,
Andrea Rovati, Pavia.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Piena solidarietà al Ministro Rocco Buttiglione
Di fronte al vergognoso attacco politico da parte delle lobbies anticristiane di Bruxelles, l’Associazione Culturale Identità Europea, preso atto del vergognoso attacco ideologico e politicoperpetrato nei confronti del Commissario Europeo e Ministro per le Politiche Comunitarie della Repubblica Italiana, ono Rocco Buttiglione, dalle stesse lobbies ostili alla tradizione classica e cristiana che già si sono distinte in una pervicace battaglia contro il riconoscimento storico delle radici classico-cristiane dell’Europa all’interno del Trattato Costituzionale dell’UE:
esprime
la propria piena solidarietà ed appoggio al Ministro Buttiglione, colpito per non aver rinnegato la propria identità di cattolico e la propria coerenza morale e politica di fronte ad una Commissione che ha ritenuto di doversi esibire – sia pure a stretta maggioranza – in un’inedita riproposizione dei “processi popolari” di infausta memoria,
auspica
che il Presidente della Commissione Europea, on. Josè Manuel Barroso, confermi appieno e senza alcuna riserva il proprio appoggio politico ed istituzionale al Ministro Buttiglione;
evidenzia
come le Istituzioni Europee in questa circostanza siano un importante teatro dell’unico vero “scontro di civiltà” in atto in Europa oggi, quello fra chi attesta e difende la concretezza della storia culturale e spirituale dell’Europa e chi al contrario tenta di imporre al continente un progetto di “rigenerazione” giacobina, amorale e volutamente non solo anticristiana, ma prima di tutto antireligiosa, in chiaro contrasto con i sentimenti comuni di larga parte delle popolazioni europee;
auspica
che nel solco delle autorevoli parole di S.S. Giovanni Paolo Il, inizi e si rafforzi l’opera di evangelizzazione della cultura politica nelle e delle Istituzioni Comunitarie, per mezzo di iniziative autorevoli e costanti che evitino che il Parlamento Europeo si isoli dalla cultura profonda dell’Europa, divenendo luogo di approfondimento e promozione dell’identità del continente e non strumento della sua demolizione;
si impegna
a rafforzare la propria azione di promozione e formazione culturale e sociale, sia in ambito universitario che massmediale, al fine di far crescere sempre più nei popoli d’Europa la coscienza delle proprie radici comuni, spirituali e culturali, come unica base per la costruzione di un’Europa dei popoli e delle culture, politicamente unita e capace di affrontare le sfide dell’ora presente.

Il Presidente Il Coordinatore nazionale
Prof. Franco Cardini Prof. Adolto Morganti

Firenze – Rimini 13 ottobre 2004.

 

 

SCADENZA ABBONAMENTO


Invitiamo ogni abbonato del Timone a prendere visione della scadenza del suo abbonamento prestando attenzione all’avviso posto in calce all’indirizzo che si trova sul modulo di conto corrente postale allegato alla spedizione. Per sua comodità, e tenendo conto del tempo necessario alle Poste per comunicarci i rinnovi, noi inviamo anche i due numeri del Timone successivi alla scadenza. Per esempio: chi ha sottoscritto un abbonamento che scade con l’invio di questo numero (n. 37), riceverà anche i due numeri successivi (nn. 38 e 39). Ma se entro questo lasso di tempo, non riceviamo il versamento di rinnovo, il suo nominativo verrà purtroppo depennato. Siamo grati a tutti coloro che, rinnovando per tempo l’abbonamento, mostreranno con ciò di apprezzare il nostro apostolato a mezzo stampa. Ricordiamo a tutti gli abbonati, vecchi e nuovi, che ogni venerdì un sacerdote celebra una Santa Messa per loro: è il nostro modo per dirvi grazie.

IL TIMONE N. 37 – ANNO VI – Novembre 2004 – pag. 4 – 5

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