Quando, nel 1938, il governo fascista presentò al Senato i provvedimenti di discriminazione nei riguardi degli ebrei, il senatore Benedetto Croce non si presentò nell’aula di Palazzo Madama. E non per marcare così il suo dissenso, visto che né prima né dopo (almeno fino a quando durò il regime) protestò contro quelle leggi. E neanche perché avrebbe rischiato qualcosa se avesse fatto un intervento polemico: era intoccabile, sia per il suo prestigio internazionale, sia per l’interesse di Mussolini a lasciarlo in pace, mostrando così che il suo governo non era una tirannia che non s...