Il Timone n. 31 – anno 2004 –
“(…) il nostro è un tempo post-cristiano, non scristianizzato. Il settantacinque per cento dell’«eredità paterna» (cioè, tutto quello che dobbiamo al bimillennio cristiano, mentalità e superiorità tecnologica comprese) non è ancora stato sperperato. Viviamo in una strana eresia, un cristianesimo senza Dio e senza Cristo, che ci permette di sfruttare i doni di questa straordinaria religione pur non capendo più a cosa dovevano servire. Non resta che rievangelizzare, porta a porta, uno a uno, perché prima o poi ogni uomo si ritrova affamato come il figliol prodigo. Non accada che, volendo rialzarsi e tornare, no...