Riprendo il discorso iniziato il mese scorso: davanti al nazismo ci fu, da parte della Chiesa cattolica, almeno a livello ufficiale, condanna severa dell’antisemitismo (parola per indicare un’ideologia anticristiana, non a caso sconosciuta al vocabolario sino al XIX secolo), ci fu un deciso rifiuto del razzismo in senso biologico, ci fu l’orrore per ogni violenza e ingiustizia.
Se, dunque, la condanna per Hitler fu senz’appello, ci fu invece comprensione clericale per Mussolini e le sue leggi che, più che come razziali, furono presentate dai fascisti come discriminatorie, come misura di “legittima difesa”. Il motto “non perseguitare ma separare” fu a tal punto sostenuto, pe...