15.12.2024

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Il pianto di Maria, un richiamo materno
31 Gennaio 2014

Il pianto di Maria, un richiamo materno

 

 

 

29 agosto – 1 settembre 1953: da un quadretto in gesso che raffigura il Cuore Immacolato sgorgano lacrime umane. La scienza riconosce il prodigio, la Chiesa approva il miracolo.
E da allora un fiume ininterrotto di grazie.

“I racconti evangelici non ricordano mai il pianto della Madonna. Non udiamo il suo gemito né nella notte di Betlemme, né sul Golgota. Non ci è dato conoscere neppure le sue lacrime di gioia, quando Cristo resuscitò”. Lo affermò Giovanni Paolo II il 6 novembre 1994, a Siracusa. Ma “anche se la Sacra Scrittura non accenna a questo fatto – aggiunse – parla tuttavia in favore di ciò l’intuizione della fede. Maria che piange di tristezza o di gioia è l’espressione della Chiesa, che si rallegra la notte di Natale, soffre il Venerdì santo ai piedi della croce e di nuovo gioisce all’alba della risurrezione”. Papa Wojtyla si riferiva al miracolo mariano più clamoroso accaduto in Italia nel XX secolo.
È il 29 agosto 1953, l’anno della morte di Stalin (5 marzo) e dell’arresto in Polonia del cardinal Wyszynski. In una modesta casa in via degli Orti di San Giorgio, nel quartiere di Santa Lucia, a Siracusa, dove abitano i coniugi Angelo e Antonina lannuso, da un quadretto ingesso colorato del Cuore Immacolato di Maria sgorgano lacrime umane. Il passaparola è immediato. Prima vicini e parenti, poi frotte di curiosi, affollano la piccola abitazione. La ressa è tale che il quadretto è sequestrato dalla polizia e portato via. Ma la gente lo reclama, e ben presto l’effigie miracolosa fa ritorno nella casa di via degli Orti. La lacrimazione è ad intervalli, di pochi minuti, ma anche di ore. Continua per quattro giorni, fino alle 11 del 10 settembre. Una commissione formata dal dottor Michele Cassola, direttore della sezione micrografica del laboratorio provinciale, dal suo assistente dottor Francesco Cotzia, dal professor Leopoldo La Rosa, chimico igienista, dal dottor Mario Marletta, medico chirurgo, e da padre Giuseppe Bruno, parroco della chiesa di San Tommaso Apostolo, attesta la veridicità dell’evento. Dalle analisi effettuate in un laboratorio specializzato emerge che” il liquido ha analoga composizione a quello delle lacrime umane”. Il 2 settembre l’arcivescovo di Siracusa, monsignor Ettore Baranzini, va in via degli Orti per constatare di persona l’evento. Il 25 settembre il Tribunale speciale ecclesiastico inizia i suoi lavori per l’esame della lacrimazione. Sono ascoltati sotto giuramento 201 testimoni oculari. Il 27 settembre l’arcivescovo di Siracusa è in udienza provata da Pio XII a Castel Gandolfo.
Il 12 dicembre 1953 i vescovi di Sicilia, riuniti a Bagheria (Palermo), in un documento – firmato dal cardinale Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo, “ascoltata l’ampia relazione – dell’arcivescovo Baranzini, vagliate le relative testimonianze nei documenti originali, hanno concluso unanimemente che non si può mettere in dubbio la realtà della lacrimazione”. E il 17 ottobre 1954 giunge il radio-messaggio di Papa Pacelli, che così spiega il significato profetico della lacrimazione: “Senza dubbio Maria è in cielo eternamente felice, ma Ella non vi rimane insensibile, ché anzi nutre sempre amore e pietà per il misero genere umano, cui fu data per Madre. Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime?”.
Il quadretto viene esposto in via degli Orti, prima vicino all’ abitazione dei Iannuso, poi di fronte. Ma lo spazio è troppo piccolo. Il 19 settembre 1953, fra il popolo osannante, l’immagine miracolosa viene trasferita in piazza Euripide e collocata in una stele. Le folle accorrono. I siracusani pregano a turno davanti alla Madonnina: sono 10, 15, 20 mila. Ma arrivano anche dal resto della Sicilia e da tutta Italia. In settembre e ottobre accorrono due milioni di pellegrini. Ne parlano la stampa italiana e quella estera. I malati sono portati a braccia, con le carrozzelle, le barelle, nei letti: di fronte al quadretto chiedono il miracolo, implorano la grazia. E le guarigioni arrivano: Nunzio Vinci, operaio, paralizzato all’arto superiore e inferiore sinistro, comincia a muovere il braccio e la mano recupera sensibilità. Ad Anna Gaudioso Vassallo avevano diagnosticato un epitelioma al retto. Successivamente i medici constatarono la totale scomparsa del tumore. Ma il primo prodigio probabilmente è proprio quello di Antonina lannuso, che nel Nata le del 1953, superando una difficile gravidanza, dà alla luce Mariano Natale Vincenzo, il bambino che portava nel grembo durante la lacrimazione. A queste prime guarigioni ne seguono almeno un centinaio, tutte documentate, attribuite alla Madonna delle Lacrime.
Oggi il quadretto non è più esposto in piazza. È stato costruito un Santuario (da pochi mesi diventato Basilica minore): un’enorme “lacrima” alta 74 metri. In cima è stata po sta una Madonnina dorata. Il tempio mariano è stato consacrato da Giovanni Paolo II il 6 novembre 1994. Può ospitare fino a 6 mila persone sedute e 11 mila in piedi ed è meta di pellegrini provenienti da tutto il mondo. Siracusa si affianca così a Fatima e a Lourdes. Ogni anno i Gruppi di Preghiera della Regina della Pace organizzano un incontro mariano con migliaia di devoti. Il 27 ottobre del 2001 il presidente della Regione Sicilia Totò Cuffaro, proprio durante uno di questi incontri, ha fatto atto di affidamento della sua Regione alla Madonnina, primo caso in Italia.
Cinquant’anni dopo la prodigiosa lacrimazione, l’attuale arcivescovo di Siracusa, monsignor Giuseppe Costanzo, ha indetto nella sua diocesi uno speciale anno mariano, dal 29 agosto 2002 al 10 settembre 2003, accompagnato da una lettera pastorale intitolata “Con Maria discepoli in cammino”. Ancor oggi ci si interroga sul perché di quelle lacrime. Perché la Madonna piange per i suoi figli? Perché quelle lacrime nel 1953? Quale situazione stava vivendo il mondo?
Erano anni difficili, di ripresa da una guerra lacerante, con il comunismo ateo che, nella visione ecclesiale dell’epoca, appariva come un pericolo incombente.
“Siracusa”, si legge nella lettera dell’arcivescovo Costanzo, “ha un messaggio di dialogo da portare in un mondo lacerato da profonde divisioni e dove spesso predomina l’intolleranza e il fanatismo”. Commentava all’epoca dei fatti l’allora cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano: “La Madonna piange perché il Corpo Mistico del suo Figlio è stato dilaniato da una quantità di confessioni religiose; perché un rilevante numero di cattolici ignora, o quasi, l’Evangelo; perché i Governi, invece di coadiuvare la Chiesa nella repressione del vizio, lasciano libero corso alla propaganda dei cattivi; perché molti non hanno compreso la gravità dell’ora, e troppo poco si preoccupano della riforma della loro vita”.
“In realtà”, afferma padre Stefano De Flores, studioso di mariologia, “tuttora la Madonna avrebbe motivo di piangere, perché è evidente a tutti quanto si siano dilatati nel mondo i cosiddetti ‘cerchi diabolici della morte, identificati soprattutto nella vita senza senso e nell’abbandono di Dio”.

BIBLIOGRAFIA

Giorgio Batini – Ennlo Guamleri, Il pianto della Madonna, Bonechi, Firenze 1995. Opera di carattere generale sul fenomeno delle lacrimazioni mariane.
Giuseppe Portale, Il pianto di Maria a Siracusa, Edizioni Segno, Udine 2001. Agile sintesi degli awenimenti.
Saverio Gaeta, La Madonna è tra noi. Ecco le prove, Piemme, Casale Monferrato 2003. Con un’intervista al mariologo padre Stefano De Fiores, che mostra il “filo rosso” che attraversa le manifestazioni mariane nella storia.
Giuseppe Greco (a cura di), Il pianto di Maria. La Lacrimazione di Siracusa tra storia e fede, Città Nuova, Roma 2003. È un percorso di meditazione sul pianto di Maria, con una serie di contributi e l’introduzione di monsignor Giuseppe Costanzo, arcivescovo di Siracusa.

IL TIMONE N. 28 – ANNO V – Novembre/Dicembre 2003 – pag. 14 – 15

 

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