La struttura della psiche secondo Freud
Secondo Freud l’attività psichica è nella sua origine e nella sua essenza inconscia; essa si evolve fino al pensiero cosciente attraverso varie fasi che generano altrettanti “strati” psichici.
Le pulsioni istintive profonde che costituiscono la natura dell’Es (inconscio) sono guidate dal “principio di piacere” e si esprimono principalmente come libido, cioè come desiderio sessuale.
Oltre alla libido, nell’uomo c’è un istinto di morte che è all’origine di ogni tendenza aggressiva e distruttiva. La coscienza, cioè l’io di cui l’uomo è consapevole, nasce dalla necessità di adattare il ribollire degli istinti alla realtà. L’io è la punta emersa di un iceberg la cui parte sommersa è costituita dall’inconscio. Il terzo elemento che costituisce l’apparato psichico è il “su per-io”, sede della coscienza morale e del senso di colpa. Esso inizia a formarsi verso i cinque anni di età come interiorizzazione di comportamenti e ideali ritenuti validi dalla società e trasmessi dagli educatori. Quando le pulsioni e i desideri entrano in contrasto con i valori e le esigenze etiche proclamati dall’Io cosciente dell’individuo vengono rimossi dalla coscienza e repressi nell’inconscio.
Nell’inconscio agisce una continua censura che impedisce il riaffiorare di pulsioni “vergognose e indicibili”. Le malattie della psiche nascono da questo conflitto tra le pulsioni dell’inconscio e i valori imposti dalla società.
Dalla descrizione della psiche di Freud emergono due aspetti:
1. la vita psichica è ridotta e menomata. La riduzione non deriva dal riconoscimento dell’esistenza di un inconscio irrazionale (anche se quello di Freud ha pretese totalitarie sull’uomo), ma dal rifiuto di riconoscere l’esistenza di un io personale e spirituale che caratterizza la natura umana sin dall’inizio.
L’idea dell’esistenza dell’inconscio, anche se non veniva chiamato così, è presente già nel pensiero classico e medievale; la novità della psicanalisi non consiste perciò nell’affermazione dell’esistenza dell’inconscio, ma nella riduzione delle attività psicologiche umane a un determinismo che esclude la libertà.
2. Nella prospettiva psicanalitica gli istinti e le passioni sono per loro natura trasgressivi ed estranei alla coscienza; infatti “l’inconscio non avrebbe motivo di nascondersi agli occhi di quest’ultima se non avesse qualcosa di disdicevole in sé, per costituzione” .
l’interiorità dell’uomo è così lacerata da un dissidio che non potrà mai essere sanato. Per l’antropologia cristiana, invece, il disordine delle passioni (cioè la trasgressività dell’inconscio) non è originario, non deriva dalla natura, ma dalla pretesa di essere come Dio e contro Dio: ciò che differenzia l’Es dalla passione fedele è il carattere prometeico. In una prospettiva cristiana le “tenebre” della psiche devono essere rischiarate dalla ragione e armonizzate dalla volontà per costruire l’unità della persona, ma non devono essere soppresse. Gli istinti fondamentali dell’uomo (istinto sessuale e istinto di autoconservazione) sono di per sé orientati verso i valori dell’unione coniugale, della procreazione e della vita; anche i sentimenti e le emozioni rivelano un orientamento al bello e al bene. Si tratta di volta in volta di assumere istinti e sentimenti nella verità dei valori integrandoli in quella realtà unica che è l’uomo.
Logoterapia e analisi esistenziale
La lettura cristiana della struttura della psiche ha trovato conferme sperimentali nella logoterapia di Viktor Frankl (1908). La logoterapia è una teoria antropologica con applicazioni psichiatriche; essa supera la visione freudiana caratterizzata dal determinismo: “Il secolo passato e i primi decenni del presente hanno fornito dell’uomo un’immagine del tutto sfigurata; hanno visto l’uomo costretto da molteplici legami …(dalla) determinazione biologica, psicologica e sociologica. Ma la libertà umana, vera e propria, la capacità dell’uomo di porsi liberamente di fronte a tutte queste determinazioni, quella libertà che appunto fonda l’essenza umana, è stata completamente ignorata”.
Secondo la teoria di Frankl, l’uomo è spinto alla ricerca del significato dell’esistenza dalla sua stessa natura e questo orientamento manifesta la sua apertura alla trascendenza: i disturbi psichici hanno origine dalla chiusura a questa vocazione fondamentale, mentre la guarigione inizia con l’apertura e l’accoglienza del compito che l’uomo deve assolvere nella vita.
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IL TIMONE N. 25 – ANNO V – Maggio/Giugno 2003 – pag. 26 – 27
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