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15.12.2024

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Psicanalisi e Antropologia Cristiana
31 Gennaio 2014

Psicanalisi e Antropologia Cristiana

Secondo Freud, l’uomo è un ammasso di pulsioni istintive e irrazionali. Siamo agli antiposi del pensiero cristiano.
Per il quale l’uomo con la ragione e la volontà può ordinare e dominare gli istinti.

Con psicologia s’intende, in generale, la scienza che studia i fenomeni della psiche. “Psiche” deriva dal greco psyché e significa “soffio” vitale; i latini tradussero psyché col termine anima.
Fino all’età moderna il termine psicologia indicava quella parte della filosofia che si occupa della riflessione razionale sull’anima; in tempi recenti è sorta la distinzione tra psicologia razionale, già sviluppata dal pensiero classico, e psicologia sperimentale: la prima ricerca il fondamento dell’attività psichica nella natura della persona, la seconda si limita a descrivere le funzioni, i processi e i comportamenti della psiche servendosi dei metodi delle scienze positive.
La psicanalisi è una particolare forma di psicologia sperimentale.
Fondata da Sigmund Freud (1856 1939), oltre ad essere una tecnica e un metodo psicoterapico, è anche una dottrina sulla psiche dell’uomo. Una dottrina che ha segnato fortemente il pensiero contemporaneo ed è stata applicata ai più svariati campi del sapere: dalla letteratura alla sociologia, dalla pedagogia alla storia delle religioni, all’etnologia e all’arte. Essa ha provocato una profonda crisi della concezione dell’uomo; per la psicanalisi infatti la natura umana non è caratterizzata dalla coscienza consapevole e libera, ma da un ammasso di pulsioni istintive e irrazionali.

La struttura della psiche secondo Freud
Secondo Freud l’attività psichica è nella sua origine e nella sua essenza inconscia; essa si evolve fino al pensiero cosciente attraverso varie fasi che generano altrettanti “strati” psichici.
Le pulsioni istintive profonde che costituiscono la natura dell’Es (inconscio) sono guidate dal “principio di piacere” e si esprimono principalmente come libido, cioè come desiderio sessuale.
Oltre alla libido, nell’uomo c’è un istinto di morte che è all’origine di ogni tendenza aggressiva e distruttiva. La coscienza, cioè l’io di cui l’uomo è consapevole, nasce dalla necessità di adattare il ribollire degli istinti alla realtà. L’io è la punta emersa di un iceberg la cui parte sommersa è costituita dall’inconscio. Il terzo elemento che costituisce l’apparato psichico è il “su per-io”, sede della coscienza morale e del senso di colpa. Esso inizia a formarsi verso i cinque anni di età come interiorizzazione di comportamenti e ideali ritenuti validi dalla società e trasmessi dagli educatori. Quando le pulsioni e i desideri entrano in contrasto con i valori e le esigenze etiche proclamati dall’Io cosciente dell’individuo vengono rimossi dalla coscienza e repressi nell’inconscio.
Nell’inconscio agisce una continua censura che impedisce il riaffiorare di pulsioni “vergognose e indicibili”. Le malattie della psiche nascono da questo conflitto tra le pulsioni dell’inconscio e i valori imposti dalla società.
Dalla descrizione della psiche di Freud emergono due aspetti:
1. la vita psichica è ridotta e menomata. La riduzione non deriva dal riconoscimento dell’esistenza di un inconscio irrazionale (anche se quello di Freud ha pretese totalitarie sull’uomo), ma dal rifiuto di riconoscere l’esistenza di un io personale e spirituale che caratterizza la natura umana sin dall’inizio.
L’idea dell’esistenza dell’inconscio, anche se non veniva chiamato così, è presente già nel pensiero classico e medievale; la novità della psicanalisi non consiste perciò nell’affermazione dell’esistenza dell’inconscio, ma nella riduzione delle attività psicologiche umane a un determinismo che esclude la libertà.
2. Nella prospettiva psicanalitica gli istinti e le passioni sono per loro natura trasgressivi ed estranei alla coscienza; infatti “l’inconscio non avrebbe motivo di nascondersi agli occhi di quest’ultima se non avesse qualcosa di disdicevole in sé, per costituzione” .
l’interiorità dell’uomo è così lacerata da un dissidio che non potrà mai essere sanato. Per l’antropologia cristiana, invece, il disordine delle passioni (cioè la trasgressività dell’inconscio) non è originario, non deriva dalla natura, ma dalla pretesa di essere come Dio e contro Dio: ciò che differenzia l’Es dalla passione fedele è il carattere prometeico. In una prospettiva cristiana le “tenebre” della psiche devono essere rischiarate dalla ragione e armonizzate dalla volontà per costruire l’unità della persona, ma non devono essere soppresse. Gli istinti fondamentali dell’uomo (istinto sessuale e istinto di autoconservazione) sono di per sé orientati verso i valori dell’unione coniugale, della procreazione e della vita; anche i sentimenti e le emozioni rivelano un orientamento al bello e al bene. Si tratta di volta in volta di assumere istinti e sentimenti nella verità dei valori integrandoli in quella realtà unica che è l’uomo.

Logoterapia e analisi esistenziale
La lettura cristiana della struttura della psiche ha trovato conferme sperimentali nella logoterapia di Viktor Frankl (1908). La logoterapia è una teoria antropologica con applicazioni psichiatriche; essa supera la visione freudiana caratterizzata dal determinismo: “Il secolo passato e i primi decenni del presente hanno fornito dell’uomo un’immagine del tutto sfigurata; hanno visto l’uomo costretto da molteplici legami …(dalla) determinazione biologica, psicologica e sociologica. Ma la libertà umana, vera e propria, la capacità dell’uomo di porsi liberamente di fronte a tutte queste determinazioni, quella libertà che appunto fonda l’essenza umana, è stata completamente ignorata”.
Secondo la teoria di Frankl, l’uomo è spinto alla ricerca del significato dell’esistenza dalla sua stessa natura e questo orientamento manifesta la sua apertura alla trascendenza: i disturbi psichici hanno origine dalla chiusura a questa vocazione fondamentale, mentre la guarigione inizia con l’apertura e l’accoglienza del compito che l’uomo deve assolvere nella vita.

RICORDA

“L’immagine dell’uomo che Freud deriva dal materialismo evoluzionistico è di tipo animalesco: non esistono tendenze autenticamente spirituali, e nemmeno sentimenti sinceri di amicizia e di solidarietà; nell’uomo operano forze antisociali che tendono alla completa soddisfazione, sicché ogni loro dilazione è causa di ostilità nei confronti della civiltà che ne è responsabile. E l’uomo si sentirà felice nella società solo se si esprimerà liberamente nelle relazioni sessuali…”.
(Antonio Livi, La filosofia e la sua storia (La filosofia contemporanea – Il Novecento), Soc. Ed. Dante Alighieri, Città di Castello 1997, vol. III, tomo 2, pp. 497-498).
BIBLIOGRAFIA
Viktor Franckl, Logoterapia e analisi esistenziale, Morcelliana, Brescia 1997.
Idem, La sofferenza di una vita senza senso: psicoterapia per l’uomo d’oggi, Ldc, Torino 1987.
Idem, Dio nell’inconscio: psicoterapia e religione, Morcelliana, Brescia 1990.
Ermanno Pavesi, voce Frankl in Dizionario del Pensiero Forte, in www.alleanzacattolica.org
Giambattista Torellò, Dalle mura di Gerico. Temi di psicologia spirituale, Ares, Milano 1987.
Idem, Troppa anima, troppa psiche, in Studi Cattolici, n.236.
A. Spatola, Psicanalisi, Inconscio e antropologia cristiana, in Studi Cattolici, n.232.


IL TIMONE N. 25 – ANNO V – Maggio/Giugno 2003 – pag. 26 – 27

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