Il Timone n. 25 – anno 2003 –
Carissimi fratelli in Cristo,
ringraziandovi sempre per il vostro impegno per la diffusione del Vangelo, voglio fare anche tesoro del suggerimento di alcuni confratelli apparso sull’ultimo numero della nostra rivista.
Mi chiamo don Giovanni Bonfiglioli e da pochi mesi sono stato inviato dal Signore a fare il parroco della comunità di Bentivoglio, in provincia di Bologna, e il cappellano del locale ospedale. Nella cappella di quest’ultimo abbiamo un espositore con diverse riviste a disposizione dei malati e dei loro parenti: pensare di rendervi disponibile “il Timone” e sottoscrivere qualche abbonamento è stato tutt’uno, nella certezza che in un ambiente come quello ospedaliero sia particolarmente necessaria una voce che richiami l’unica solida speranza per l’uomo, quella della fede cristiana. Stamattina ho pertanto sottoscritto undici abbonamenti, con la ce lata speranza che risultino assolutamente insufficienti e diventi necessario sottoscriverne altri.
In comunione di preghiera,
Don Giovanni Bonfiglioli, Bentivoglio (BO)
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Caro direttore,
noto con dispiacere che maleducazione ed anarchia, presenti in una certa fetta della nostra società, si stanno insinuando anche a Messa.
Nella celebrazione eucaristica il momento centrale è la trasformazione del pane e del vino in Corpo e Sangue di Gesù, il Memoriale del Sacrificio di Cristo. Ed in quel momento ogni cristiano si inginocchia e adora il Signore (.. .). Ma non tutti si inginocchiano. Spesso, alzando lo sguardo verso l’Oggetto della mia adorazione mi ritrovo davanti il fondo schiena di qualcuno, e non è di certo quello che vorrei vedere. Di domenica in domenica il numero dei “lampioni cristiani” aumenta. Ed io non trovo il motivo per tale comportamento. Distrazione? Artrosi del ginocchio? Che sia invece il supremo rispetto per… la piega dei pantaloni? (…) E se il celebrante, durante il canone, al momento opportuno aggiungesse l’allocuzione “in ginocchio” in attesa che il popolo di Dio faccia il suo dovere?
Guadagnerebbe a Dio la partecipazione di quei fedeli così “distratti”, risparmiando ai più devoti il peccato di risentimento nei loro confronti.
Distinti saluti,
Fabio Mandrini, Treviso.
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Caro Direttore,
non posso non ringraziarla direttamente della copia inviatami poco tempo fa quale saggio gratuito. Non posso non ringraziarla, perché ho trovato il bimestrale (auguriamoci mensile) che stavo cercando. Ho così subito aderito all’ abbonamento.
Oggi, non di rado, può capitare di leggere pubblicazioni religiose piuttosto catto-opportuniste che sembrano dimentiche dell’autentica e genuina tradizione storica del cattolicesimo. Mi permetta di incoraggiarla nell’opera intrapresa; ha pure la mia piccola adesione e spero, in seguito, anche altre. Di nuovo grazie e molti auguri di ogni bene,
Faustino Barbieri, Marano S. Panaro (MO).
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Caro direttore,
sono venuto a conoscenza della vostra rivista” il Timone” grazie a don Giovanni Poggiali. Dopo aver letto alcuni numeri mi sono immediatamente reso conto della bontà dell’iniziativa, della ricchezza dei contenuti e della capacità di esporre con parole chiare e semplici la bellezza del Cristianesimo, la ricchezza dell’insegnamento del Magistero sia in campo morale che dottrinale e la bravura nel difendere il Corpo Mistico di Cristo, del quale siamo tutti membra, da chi lo contesta. Mi sono così abbonato alla rivista che cercherò di diffondere tra gli amici.
Sono convinto che il vostro prezioso lavoro darà importanti frutti spirituali ed auspico che vi manteniate sempre fedeli al servizio della Chiesa santa di Dio, ubbidienti al Magistero ed al nostro amatissimo Papa e zelanti nella difesa della Fede, della Dottrina, della Morale e della Tradizione della Chiesa (.. .).
Riccardo NovI; Fauglia (PI).
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Caro direttore,
trovo la pubblicazione di grande interesse per cui con piacere mi sono subito abbonato.
Ho letto con passione gli articoli dedicati all’Inquisizione, argomento del quale si parla e si scrive, spesso con enfasi e pregiudizio, senza conoscere a fondo la questione. Per cui ho ben accolto la chiarificazione apportata dagli articoli. Soltanto avrei gradito anche qualche considerazione sull’opportunità o meno, per la Chiesa dell’epoca, di giustificare una condanna a morte per eresia. Colgo l’occasione per salutarla e augurarle buon lavoro,
Enrico Cipriano, Napoli.
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Caro direttore,
alcuni giorni fa, mentre percorrevo una strada di Chiavari, mi è capitato di notare, affissa sulla facciata di una chiesa, una delle famose bandiere multicolore con su, al centro, la scritta “pace”. Lì per lì non ho fatto molto caso a ciò; poi, ripensandoci, mi sono chiesto se è infine questo il modo migliore per ricordare agli uomini il valore inestimabile della pace, se è cioè con un rimando a certa simbologia “utopistica” che si pensa di quietare le coscienze dei fedeli, facendogli credere che basti sventolare astrattamente la bandierina della pace per porsi esaustivamente di fronte alla problematicità di ciò che sta accadendo nel mondo. Non fa problema il fatto che siano i “verdi” e i “no-global” a sventolare quelle bandiere, bensì fa problema il fatto che questi simboli vengano assunti acritica mente anche in taluni ambiti cristiani. Infatti, la vera e radicale origine della pace non sta in qualche drappo appeso “extra Ecclesiam”, ma risiede proprio” intra Ecclesiam”, dentro la Chiesa; risiede in quel supremo Mistero umano-divino che è nel tabernacolo; sta – per così dire – prima di ogni umana elucubrazione ed ideologia pacifista, sta prima di tutte le analisi (storiche-economiche-geopolitiche) che noi possiamo elaborare. Sta in quel luogo che custodisce la presenza reale di Chi duemila anni fa – ha portato su di sé il peso di ogni umana ingiustizia, di ogni umano limite e contraddizione. Solo guardando a quella Presenza che salva è possibile realmente essere nel mondo, come il Santo Padre, portatori e costruttori di pace, e non di ammalianti ideologie post-cristiane.
Gianteo Bordero, Sestri Levante (GE).
ho ricevuto, grazie ai nostri amici di Borso, “il Timone” e, sfogliandolo, ho avuto modo di trovarlo estremamente interessante. Una delle pubblicazioni di attualità religiosa che fanno formazione e quindi luce, trattando tematiche rivolte a chi questi argomenti è già abituato ad ascoltarli attraverso Radio Maria, facendo dimestichezza con la parola” apologetica”, espressione non ancora in uso corrente nella quotidiana comunicazione della gente comune. (…) soprattutto come catechista credo che la vostra rivista possa essere utile (.. .). Convinta di annoverarvi nel grande esercito della fede, che sta portando copiosi frutti alla Chiesa Cattolica, stimandovi, auguro ogni bene,
Giliana Vardavega Momoli, Crespano del Grappa (TV).
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Caro Direttore,
la ringrazio della copia dell’ultimo numero della Sua rivista. Non appena l’ho sfogliata, ho deciso immediatamente di sottoscrivere l’abbonamento. “Il Timone” mi dà le risposte che sto cercando anche su vari libri (vedi Messori) e/o quotidiani (Avvenire). È per me molto importante vedere in che modo certa cultura “dominante” ha plagiato e sta plagiando le coscienze tacendo su verità storiche o stravolgendo la verità.
Il Signore mi ha chiamato a conversione 5 anni fa tramite il cammino neocatecumenale e sta operando anche nel senso di “pulizia” da tutte quelle bugie che mi facevano credere la Chiesa un mostro e il Cristiano solo un povero stupido.
Oltre a farle i miei complimenti vivissimi per la rivista, sono a richiederle se e’ possibile per Voi mandarmi un altro paio di copie per passarle a fratelli di altre comunità. lo penso che ne varrebbe la pena.
Sperando di non averla disturbata troppo, la saluto.
Grazie di tutto
Simone Sigismondi, Pontassieve (FI)
Sabato 5 aprile, a Milano, presso i locali della Parrocchia San Pio X, messi generosamente a disposizione dal parroco don Marco Barbetta, si è svolto l’annuale incontro dei collaboratori de “il Timone”. Dopo la Messa, celebrata da P. Timothy Meehan, sacerdote statunitense appartenente alla Congregazione dei Legionari di Cristo, e l’ottimo pranzo preparato da alcuni volontari, si è tenuta la riunione, aperta dall’esecuzione di alcuni brani musicali, molto apprezzati, offerti dal cantautore Claudio Chieffo. Gianpaolo Barra ha tenuto la relazione d’apertura, illustrando i progressi realizzati nell’ultimo anno, che ha visto salire il numero totale degli abbonati a quota 7000. Barra ha poi dato conto della possibilità concreta di passare a periodicità mensile, a partire dal gennaio 2004, considerata anche la risposta positiva dei nostri lettori all’appello lanciato lo scorso Natale. Infine, è stata esaminata l’opportunità di creare un “Centro” di apologetica che, oltre alla nostra pubblicazione, desse vita ad altre iniziative, tutte volte a sostenere la Chiesa Cattolica nell’opera di rievangelizzazione della nostra Italia. Tuttavia, per la realizzazione di questo progetto, che stando all’opinione di molti tra i presenti darebbe un grosso contributo al mondo cattolico italiano, sono necessari fondi cospicui, ancora da raccogliere tra sponsor munifici. Dando vita ad un fruttuoso scambio di opinioni, ricco di suggerimenti e di proposte, hanno preso poi la parola molti degli intervenuti, tra i quali segnaliamo Roberto Beretta, Stefano Biavaschi, Laura Boccenti, Rosanna Brichetti, Rino Cammilleri, Giancarlo CavalIeri, Claudio Chieffo, Giovanni e Paolo De Marchi, Davide Gandini, Ettore Gotti Tedeschi, Massimo Introvigne, Alessandro Massobrio, Mario Palmaro, Angela Pellicciari, Giacomo Samek Lodovici, Vincenzo Sansonetti, Silvia Scaranari, Maurizio Schoepflin, Marta Sordi e Andrea Tornielli. Tra gli ospiti, gradita come sempre la presenza attiva di Vittorio Messori. Ai lettori del Timone è andato il riconoscimento dei presenti e la gratitudine per l’attenzione con la quale seguono il nostro periodico. È il loro incoraggiamento, fatto anche di preghiera, che ci sprona a perseverare. AI termine, tutti hanno apprezzato l’Ave Maria cantata da Chieffo. L’appuntamento è per il prossimo anno.
IL TIMONE N. 25 – ANNO V – Maggio/Giugno 2003 – pag. 4 – 5