La scienza e “l’inizio” della vita
Anche la comunità scientifica internazionale, ormai, incomincia a riconoscere che l’inizio della vita di un essere umano avviene sin dal momento del concepimento. È quanto emerso nel corso del congresso della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) svoltosi a Roma nel mese di ottobre 2001. Secondo lo scienziato finlandese Markkus Seppala, già Presidente della Federazione Internazionale di Ostetricia, l’embrione, subito dopo l’unione dei due gameti, mediante la produzione di alcune proteine, manda dei messaggi alla parete uterina (endometrio) presso la quale si dovrà annidare, quasi per segnalare che lui sta per arrivare e che è necessario che tutto sia predisposto per favorire il suo insediamento. La qualità di questi messaggi condiziona il buon esito dell’annidamento. Siamo, quindi, nel pieno del “ciclo vitale” del, seppur microscopico, essere umano. La vita di questo essere non è perciò da intendersi come la vita di un potenziale essere umano (tesi sostenuta nel passato da parecchi scienziati) ma un essere umano con un suo potenziale (come da sempre sostiene la Chiesa Cattolica), e come tale soggetto di diritto e quindi persona a tutti gli effetti. I legislatori dei diversi Paesi dovrebbero tener conto di questa verità a cominciare dalla pillola del giorno dopo (Norlevo) considerata, a torto, non abortiva in quanto agente sull’embrione prima dell’annidamento uterino. Incoraggiante, invece, la legge approvata dalla Regione Lazio che considera il concepito già come un membro a tutti gli effetti del nucleo familiare.
S. Teresina e il Canada
II Canada è il paese che ospiterà nel mese di luglio 2002 la XVII Giornata Mondiale della Gioventù. Un evento molto atteso e sicuramente straordinario. Ma un evento altrettanto straordinario, sia dal punto di vista spirituale sia da quello della partecipazione dei fedeli, ha caratterizzato le giornate dei canadesi nel corso del 2001. Dal 16 settembre al 17 dicembre circa due milioni di canadesi si sono messi in fila per venerare le reliquie di Santa Teresa di Lisieux che hanno attraversato il paese spostandosi di convento in convento, da monastero a monastero, di parrocchia in parrocchia. Vancouver, il Quebec, il Labrador e poi ancora il New Brunswick, la Nuova Scozia e Newfoundland: queste alcune tra le tappe più significative visitate dalle sacre reliquie. Ovunque un grande successo (era dalla visita di Giovanni Paolo II nel 1984 che non si vedeva tanta partecipazione popolare) ma anche tanta devozione da parte dei fedeli. Un evento beneaugurale in vista di luglio 2002.
Nuovi santi
Domenica 25 Novembre, solennità di Cristo Re, Giovanni Paolo II ha canonizzato in San Pietro quattro beati. Si tratta di Giuseppe Marello, fondatore della Congregazione degli Oblati di San Giuseppe; Paula Montai Fornès de San Josè de Calasanz, fondatrice dell’Istituto delle Figlie di Maria, Religiose delle Scuole Pie; Lèonie Francoise de Sales Aviat, fondatrice della Congregazione delle Suore Oblate di San Francesco di Sales; Maria Crescentia Hoss, monaca del Terz’ordine di San Francesco. All’indomani, il Santo Padre, ricevendo in udienza i pellegrini convenuti per la canonizzazione dei beati, ha ricordato come “ La Chiesa ci addita e ci chiama alla ‘misura alta’ della vita cristiana, la santità. Santità, che non consiste nel compiere imprese eccezionali, ma nel vivere in modo straordinario le cose ordinarie, e, cioè, con tutto l’amore possibile”.
Cattolici tra i “giusti”
È risaputo che Papa Pio XII salvò migliaia di ebrei dallo sterminio nazista durante l’ultima guerra mondiale. Ma l’impresa riuscì anche grazie all’aiuto e al coraggio di tanti semplici fedeli cattolici. È il caso di Fernando Torreggiani, intrepido gioielliere di Gallarate, che, nel dicembre 1943, rischiò la vita per salvare una famiglia di ebrei italiani dalla deportazione in un campo di concentramento. Si trattava dei coniugi Melli con la figlia Carmen, il genero Mario e i due nipotini, Anna e Gianfranco. Per questo merito, mercoledì 5 dicembre 2001 Israele ha voluto riconoscere a Torreggiani, ormai deceduto, l’onorificenza di “Giusto fra le Nazioni”, titolo che, istituito dal Parlamento israeliano nel 1952, viene attribuito a coloro che più hanno aiutato gli ebrei durante la persecuzione nazista.
Aborto
L’aborto è per l’essere umano un male di una portata incalcolabile. Non solo come atto in se stesso (l’omicidio di un innocente) ma anche per le conseguenze che esso arreca alla madre che ha abortito in termini di pesanti danni a livello psichico (gravi depressioni, psicosi eco). Lo stesso Giovanni Paolo II nell’enciclica Evangelium Vitae, rivolgendosi alle donne che avevano abortito, diceva: “Probabilmente la ferita nel vostro animo non è ancora rimarginata”. A questo proposito segnaliamo un fatto positivo avvenuto negli Stati Uniti. Ai primi di novembre, nell’ambito di un disegno di legge per gli stanziamenti di bilancio del Ministero del Lavoro, Sanità, Servizi Sociali ed Educazione, è stato approvato dal Senato americano un emendamento che riconosce, per la prima volta, l’esistenza di forme depressive e psicotiche nelle donne che hanno ricorso all’aborto.
L’emendamento sollecita l’Istituto Nazionale di Sanità ad “ampliare e intensificare la ricerca e le relative applicazioni con riferimento a queste specifiche affezioni psichiche”.
Moschea a Nazareth
Dura presa di posizione dei Vescovi e Patriarchi cristiani di Terra Santa contro la costruzione di una moschea a Nazareth, nelle immediate vicinanze del Santuario dell’Annunciazione. Secondo l’agenzia di stampa Fides, i rappresentanti cristiani esprimono in un comunicato la loro preoccupazione nei confronti delle autorità israeliane colpevoli di rimanere sorde ai continui appelli rivolti loro da tutto il mondo, non solo cristiano, e persino dal Presidente americano G.W. Bush. Il comunicato definisce il piano del governo israeliano per la costruzione della moschea: “un piano malato di alcuni circoli politici israeliani, che sfruttano gruppi musulmani per seminare divisioni tra cristiani e musulmani in Israele e tra gli stessi musulmani”. L’appello conclude sostenendo che Israele non è più credibile come garante del mandato ONU per far rispettare i luoghi sacri sotto la sua giurisdizione, appartenenti a ogni religione. Anche il portavoce della Custodia di Terra Santa, il francescano israeliano P. David Jaeger, ha fortemente protestato ricordando come “la costruzione di una moschea metterà questo luogo santo in uno stato di assedio permanente”. P. Jaeger ha poi aggiunto che “la Chiesa Cattolica qui non ha nessuna disputa con i musulmani, ma soltanto con il governo israeliano che ha deliberato formalmente l’edificazione della moschea (…) La Chiesa appoggerebbe ogni richiesta dei concittadini musulmani di vedere rispettata la loro libertà religiosa”. Ma, per prudenza e opportunità, è meglio che la moschea venga costruita in altre zone considerando poi che “a seguito della guerra del ’48, il governo israeliano ha confiscato l’intero patrimonio terriero della religione musulmana in Israele”. Probabilmente tenendo conto di questa chiara presa di posizione, il Governo israeliano ha deciso di sospendere i lavori di costruzione della moschea. Un passo avanti.
IL TIMONE N. 17 – ANNO IV – Gennaio/Febbraio 2002 – pag. 8 – 9