Il Timone n. 16 – anno 2001 –
Caro direttore,
(…) quale pena ho provato nell’ascoltare le parole di Agnoletto e di Casarini, capaci di fronte a quegli eventi drammatici di strumentalizzare la morte, la morte di un giovane per fomentare ancora violenza, in nome di una presunta difesa dei diritti dei più poveri. E l’uomo? Attende ancora delle risposte. Vere, autentiche. Queste risposte sono state offerte un anno fa a Roma, dove milioni di giovani, che non hanno alcuna voglia di farsi rappresentare da Agnoletto, hanno testimoniato la voglia di pace, di libertà, di giustizia; hanno messo al centro l’uomo, il suo destino, il suo bisogno di felicità ed hanno riconosciuto l’unica vera speranza. Gesù Cristo. Cordiali saluti e un ricordo nella preghiera,
Massimo Verzaro, Novara.
Caro direttore,
informo i lettori de “Il Timone” che sabato 13 ottobre u.s., presso il Seminario Arcivescovile di Ferrara, si è svolto un convegno organizzato da Alleanza Cattolica e Cristianità, dal titolo “Fatima 1917-2000 e oltre” per discutere della dimensione storica degli avvenimenti di Fatima e, insieme, sul loro significato che oltrepassa le contingenze temporali. Questo affinché – lo hanno sottolineato i relatori Marco Invernizzi, don Pietro Cantoni, Massimo Introvigne e Giovanni Cantoni – i messaggi della Vergine Maria siano accolti come invito alla conversione personale di ciascuno dalla quale dipende, in maniera proporzionale, il vivere felice o infelice anche di ogni comunità sociale.
Significativo e apprezzato è stato il saluto rivolto ai convegnisti da S.E. Mons. Carlo Caffarra, arcivescovo di Ferrara Comacchio, che ha sottolineato quanto siano preziosi, nei tempi tenebrosi che stiamo vivendo, i momenti di riflessione seria come quella del convegno, per “avere una intelligenza di fede della storia umana, il cui senso ultimo e la cui chiave interpretativa ci viene offerta dalla Rivelazione in Cristo. È necessario che il pensiero cristiano si riprenda pienamente la fatica di questa intelligenza, senza più nessun complesso di inferiorità verso ideologie che hanno voluto sapere troppo sul significato della storia o rifiutano persino di riconoscerne l’esistenza”.
Chiara Mantovani, Ferrara.
Caro direttore,
sono un entusiasta lettore della vostra bella rivista e desidero esprimere tutto il mio apprezzamento per il vostro lavoro e, se ce ne fosse bisogno, incoraggiarvi a continuare così, per il bene della Chiesa tutta. Vi mando l’indirizzo di una persona interessata a “Il Timone”. I miei più distinti saluti,
Gianluca Selva, Loveno di Menaggio (CO).
Caro direttore,
ho letto con piacere “Il Timone”; bene, complimenti vivissimi. Un desiderio-proposta: perché, almeno nelle “brevi”, non mettere una confutazione argomentata delle molte cose che si scrivono, o si dicono, contro di noi nei principali quotidiani o riviste ed alla radio e televisione? Raggiungere i lontani non è facile, ma le risposte servono anche ai molti praticanti che seguono la Tv ed ascoltano la radio senza filtri e comprano abitualmente stampa non nostra. Con rispettosi ossequi,
don Nello Venturini, Roma.
Caro direttore,
vorrei ringraziarla per avermi inviato “// Timone” su richiesta della signora Anna Maria Cenci. Lo sto leggendo nei momenti di tranquillità che mi permette la mia famiglia. Trovo questa rivista chiara e facile da leggere anche per me casalinga e di cultura media; ho deciso di abbonarmi perché penso che sarà uno strumento utile, innanzitutto per delle conferme ad alcune incertezze che sorgono durante il cammino; inoltre, per aiutare a dare risposte certe ai miei figli che dal mondo della scuola, purtroppo, portano a casa idee confuse. Grazie per avere ideato questa rivista; non mancherò di farla conoscere. Un cordiale saluto,
Eufrosina Rovelli, Pontirolo Nuovo (BG).
Caro direttore,
(…) ho letto con grande attenzione la rivista e mi compiaccio vivamente per l’alto e valido scopo che essa si prefigge, cioè quello di sostenere la fede di quanti credono ma soprattutto di difenderla da quanti la contestano. I miei più vivi complimenti, in quanto monarchico, per l’articolo di Eugenio Corti (“Il Timone”, maggio 2001) dal titolo “II martirio dei cattolici vandeani”. I cattolici vandeani, come giustamente si afferma nel brillante ed approfondito pezzo di Corti, si opposero con tutte le loro forze alla barbarie giacobina scatenata dalla rivoluzione francese perché fedeli a Dio, alla Chiesa ed al loro Re (…). Le assicuro la mia preghiera, estesa anche a tutti i collaboratori.
Emiliano Procacci, Rimini.
Caro direttore,
(…) apprezzo molto il suo impegno di sostegno alla fede e di difesa della dottrina e della storia della Chiesa Cattolica. Noto con piacere che non teme di usare un termine che in questi ultimi anni è diventato tabù, e cioè “apologetica”. Le confido che nel mio piccolo (sono ancora uno studente) mi sforzo ogni giorno di difendere la Chiesa da tutte le calunnie che circolano sul suo conto, soprattutto fra i giovani (ma non solo), in campo morale e storico. Continui senza indugio la sua opera apologetica, oggi ce n’è un particolare bisogno. Le assicuro il mio sostegno nella preghiera,
Simone Bellomo, Piane d’Archi (CH).
Caro direttore,
ho letto, anzi: abbiamo letto in comunità, il numero de “Il Timone” che mi ha inviato. Sono rammaricato che solo dopo 3 anni la rivista sia stata convenientemente pubblicizzata. Mi auguro perciò che venga diffusa più capillarmente a vantaggio di noi sacerdoti, ma anche dei fedeli, a volte sprovvisti di argomenti per controbattere le calunnie o quantomeno la disinformazione sulla Chiesa, sul Papa, sulle nostre istituzioni. Il Signore la benedica per questo necessario apostolato che la colloca (e colloca voi del Centro) sulla scia degli apologeti, mai venuti meno nella storia della Chiesa.
don Gino D’Amico, S. Gregorio di Catania (CT).
Caro direttore,
ho ricevuto “Il Timone”. L’ho letto e apprezzato. Mi piace il taglio apologetico, la varietà degli argomenti proposti, la trattazione semplice, breve e densa degli stessi. Ho sottoscritto l’abbonamento. La mia collaborazione alla diffusione della rivi sta posso darla facendola conoscere alla gente. Pertanto mi mandi 10 copie. Auguro buon lavoro e successo. Con stima,
don Giorgio Trotta, Vieste (FG).
Caro direttore,
ho trovato la rivista veramente ottima. Di carattere divulgativo ma senza essere semplicistica. Essa è uno strumento che mancava. Suggerisco di introdurre una sezione dedicata ai dubbi di fede dei lettori, chiariti dalle vostre competenti e corrette risposte. Comunque, avanti così con coraggio. La Chiesa e la Fede hanno bisogno di difensori in una società come la nostra relativista e anticristiana. D’ora in avanti io sarò un affezionato promotore della vostra, anzi: nostra rivista. Cordiali saluti. Rosario Balsamo, Valverde (CT).
Caro direttore,
La ringrazio vivamente di avermi inviato una copia de “Il Timone” che ho apprezzato moltissimo (finalmente una rivista cristiana cattolica che non si vergogna di esserlo) tanto da abbonarmi personalmente e farla conoscere anche ad altre persone.
Mentre Le auguro di continuare a difendere la Santa Madre Chiesa e il suo insegnamento, cordialmente La saluto,
don Gianni Palmas, Osidda (NU).
A proposito di Harry (Potter)
Caro direttore,
come Lei sa la mia recensione sulla saga di Harry Potter pubblicata sul Timone n. 14, ha suscitato qualche reazione. Vorrei ringraziare coloro che hanno scritto per la loro attenzione e tentare di rispondere sui punti che più hanno suscitato perplessità. Mi sembra che l’obiezione principale fatta a Harry Potter sia di costituire una iniziazione alla magia e persino al satanismo. Qui rispondo che se si ritiene che ogni uso della magia in letteratura sia da ritenere pericoloso per la fede, allora la metà delle favole classiche dovrebbe essere rifiutata per questo. Mi sembra invece che la magia costituisca un pericolo per la fede solo quando viene presentata come “reale”, come un modo “vero” di agire nella realtà. Se invece è chiaramente inserita nella sfera del “fantastico”, del “racconto”, essa è solo un pretesto narrativo, che può essere utilizzata per l’intrattenimento, e anche per comunicare contenuti profondi e validi, così come fece Platone con l’uso del mito. Inoltre, mi pare che la reazione a Harry Potter sottovaluti la capacità dei bambini di distinguere tra realtà e fantasia. Già a due anni essi sono in grado di acquisire questo discernimento, e di capire che le cose raffigurate nei libri illustrati non si possono prendere tra le mani, perché sono solo immagini. Compito degli adulti è di educare i bambini in questa direzione, circondandoli di un ambiente che non ceda alla superstizione e all’esoterismo. Vorrei aggiungere che comprendo e condivido la necessità della prudenza nelle letture, specialmente per i più giovani. Ma vorrei mettere in guardia dallo scrupolo, perché anch’esso è rischioso. Non è vero che i romanzi della Rowling presentano in modo confuso la demarcazione tra bene e male (pensiamo ad esempio a quando, nel terzo volume, compare il problema se sia giusto servirsi di esseri spietati, i dissennatori, a fin di bene: il saggio Silente è contrario a questa scelta); non è neppure vero che sia assente la famiglia: basti pensare a quella di Ron e al modo affettuoso con cui accoglie Harry. È invece vero che non si parla di Dio, ma questo mi sembra un pregio, perché farlo porterebbe al rischio di confondere religione e magia. Mentre Dio è reale, Harry Potter e i suoi amici sono personaggi immaginari che vivono in un mondo immaginario.
Paola Premoli
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