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17.12.2024

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Elogio di Pio IX
31 Gennaio 2014

Elogio di Pio IX

Papa molto amato, ma anche odiato e calunniato. Giovanni Paolo II lo beatifica, il mondo laicista lo condanna. Ritratto di un Papa che fu santo e re. E profeta: vide prima di tutti i guasti che avrebbero prodotto il materialismo comunista e liberista.

Benedite, gran Dio, l’Italia”: l’invocazione intensa e commossa di Pio IX, un secolo e mezzo dopo che fu proferita, si legge non senza un qualche imbarazzo. Il Mastai Ferretti era un italiano nato a Senigallia, nello Stato Pontificio, era un uomo del suo tempo, l’Ottocento, che per qualcuno è il secolo formidabile del Romanticismo che si apre con Napoleone e si chiude alla vigilia della prima Guerra mondiale, e per qualcun altro è soltanto il siede imbecille. Non gli si può certo rimproverare di aver cullato qualche entusiasmo per gli ideali di patria, di unità e di libertà. Non ci si può meravigliare se il suo entusiasmo di patriota cattolico si scaldò per alcuni anni alla fiamma del federalismo neoguelfo. Non ci si può scandalizzare se dinanzi agli sviluppi centralistici, autoritari e giacobini dell’ala prevalente del movimento di unità nazionale, la coscienza del suo ruolo di capo della
Chiesa e di principe di uno Stato italico che aveva diritto e bisogno di preservare la sua sovranità lo spinse a chiamarsi fuori da un coro unitario sempre più egemonizzato dal militarismo e dall’espansionismo annessionistico dei piemontesi e dal radicalismo giacobino dei garibaldini. Ho francamente qualche disagio a tornare su Pio IX dopo le polemiche nate nell’estate scorsa dalla sua beatificazione e dalla mostra che all’interno del Meeting di Rimini è stata dedicata a una rilettura della storia del Risorgimento. Quanto al primo tema, non riesco francamente a convincermi che in un paese nel quale la religione cattolica è ancora forte e diffusa – anche se non più maggioritaria – sia ancora tanto radicata l’ignoranza relativa al carattere e al meccanismo dei processi di beatificazione e di canonizzazione: processi tipici ed esclusivi dell’ambito ecclesiale, che la Chiesa conduce iuxta sua propria principia e all’unico fine di stabilire se il candidato alla canonizzazione ha vissuto o no in grado eroico le virtù cristiane.
Per i cattolici, la proclamazione di un santo è uno dei pochissimi casi nei quali il pontefice romano è direttamente assistito dallo Spirito Santo e quindi infallibile. Ma nella canonizzazione non hanno alcun peso le opzioni politiche o culturali del candidato alla santità: elevare Luigi IX di Francia alla gloria degli altari non comporta affatto il santificare la prassi e gli obiettivi della “settima” e della “ottava” crociata; riconoscere la santità di Giovanna d’Arco non comporta per nulla una sanzione delle sue qualità tattiche o strategiche; beatificare Pio IX non comporta l’approvazione del suo comportamento politico in quanto sovrano dello Stato Pontificio. Un santo può anche essere stato uno sprovveduto, uno sciocco, un fallito: questo non conta, lo Spirito soffia dove vuole. Un santo è un eroe delle virtù cristiane: la Chiesa ne decreta l’eroicità, il pontefice la legittima, lo Spirito Santo assiste quale Supremo Garante. Questo è tutto. E non ci sono eccezioni o perplessità protestanti, o laiche, o musulmane, o ebree che tengano. Ma bastano le ragioni della santità a ben giudicare Pio IX? Credo che a correttamente valutarne l’opera sia necessario apprezzare anche le sue caratteristiche civili. Papa Mastai Ferretti sostenne con grande dignità l’urto dell’espansionismo piemontese e dell’aggressività massonica: difese con moderazione ma con fermezza la libertà del suo piccolo Stato investito dalla furia di forze che non esitarono ad abbandonarsi a un vero e proprio atto di brigantaggio internazionale culminato nell’aggressione e nell’invasione di uno Stato sovrano. Il Piemonte sabaudo, ampliatosi e legittimatosi in Regno d’Italia, si comportò con lo Stato Pontificio come Hitler e Stalin, settant’anni dopo, si sarebbero comportati con la Polonia. Non è ultracattolico il dirlo: è semplicemente esito d’un’occhiata senza pregiudizi al mondo della storia. Pio IX portò con dignità e con fermezza la sua croce: sovrano senza più regno, prigioniero nella sua stessa casa, adulato e calunniato al tempo stesso.
Difese il potere temporale: quel potere che, grazie a un’ottima e provvidenziale scelta concorde di Santa Sede e Governo italiano, è tornato sia pur simbolicamente a riproporsi mezzo secolo dopo la sua brigantesca soppressione. Non v’è dubbio che il potere temporale ha appesantito e compromesso la vita della Chiesa cattolica; ma è stato il prezzo che essa ha pagato per non finir a fungere da cappellana di palazzo di potenti della terra, come è invece accaduto alle chiese riformate e ortodosse.
Pio IX volle il Sillabo: ch’è “datato”, ma che in più punti conserva intatto il suo valore profetico. Alludo ai commi 58 – 59, relativi al materialismo assoluto, che suonano profetica condanna del materialismo comunista non meno che dell’ipermaterialsmo iperliberista che presiede alla globalizzazione.

“Tra le leggende costruite ad arte per legittimare la presa di Roma, screditando Pio IX, ivi è quella relativa al “malgoverno” dello Stato Pontificio. Indubbiamente, quello dei papi era un regno di questo mondo, con tutti i difetti e i limiti delle cose umane. Ma un rapido confronto con le nazioni dell’epoca dimostra che le cose non andavano poi tanto male per i cittadini pontifici. I quali, innanzitutto, si erano visti garantiti più di mille anni di pace, grazie al prestigio internazionale e all’assoluta mancanza di mire espansionistiche del regno.
[…] La pressione fiscale nello Stato Pontificio oscilla tra i 20 e i 22 franchi a persona, mentre in Piemonte è tra i 30 e 32 franchi, in Francia tocca i 40 e in Inghilterra addirittura gli 80. Pio IX cura il prosciugamento delle paludi di Ostia e di Ferrara, la bonifica dell’agro romano, amplia i principali porti sull’Adriatico, fornisce Roma dell’acqua potabile, promuove sin dal 1847 l’illuminazione a gas, da nuovo impulso a scavi e restauri, fa poggiare oltre 400 chilometri di ferrovia. Roma possiede un ospedale ogni 9000 abitanti, mentre Londra uno ogni 40.000; e un istituto di beneficenza ogni 2700 abitanti, contro uno su 7000 della capitale inglese”.
(Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro, Formidabili quei Papi. Pio IX e Giovanni XXIII: due ritratti in controluce, Ancora, Milano 2000, pp. 30-32).

RICORDA

“Tra le leggende costruite ad arte per legittimare la presa di Roma, screditando Pio IX, ivi è quella relativa al “malgoverno” dello Stato Pontificio. Indubbiamente, quello dei papi era un regno di questo mondo, con tutti i difetti e i limiti delle cose umane. Ma un rapido confronto con le nazioni dell’epoca dimostra che le cose non andavano poi tanto male per i cittadini pontifici. I quali, innanzitutto, si erano visti garantiti più di mille anni di pace, grazie al prestigio internazionale e all’assoluta mancanza di mire espansionistiche del regno.
[…] La pressione fiscale nello Stato Pontificio oscilla tra i 20 e i 22 franchi a persona, mentre in Piemonte è tra i 30 e 32 franchi, in Francia tocca i 40 e in Inghilterra addirittura gli 80. Pio IX cura il prosciugamento delle paludi di Ostia e di Ferrara, la bonifica dell’agro romano, amplia i principali porti sull’Adriatico, fornisce Roma dell’acqua potabile, promuove sin dal 1847 l’illuminazione a gas, da nuovo impulso a scavi e restauri, fa poggiare oltre 400 chilometri di ferrovia. Roma possiede un ospedale ogni 9000 abitanti, mentre Londra uno ogni 40.000; e un istituto di beneficenza ogni 2700 abitanti, contro uno su 7000 della capitale inglese”.
(Alessandro Gnocchi – Mario Palmaro, Formidabili quei Papi. Pio IX e Giovanni XXIII: due ritratti in controluce, Ancora, Milano 2000, pp. 30-32).

CRONOLOGIA

1792. A Senigallia nasce dalla contessa Caterina Solazzi e dal conte Girolamo Giovanni Maria Mastai Ferretti. Lo stesso giorno riceve il battesimo.
1797. Il piccolo Giovanni Maria cade nelle acque di un torrente. Salvato da un domestico, manifesta i primi segni di epilessia.
1803. Entra nel Collegio degli Scolopi a Volterra.
1809. Si trasferisce a Roma, ospite dello zio Paolino Mastai, canonico della Basilica Vaticana, per proseguire gli studi di filosofa e teologia al Collegio Romano.
1815. Inizia la sua opera di assistenza all’istituto per ragazzi abbandonati Tata Giovanni di Roma.
1819. 10 aprile – È ordinato sacerdote e nominato direttore del Tata Giovanni.
1823. Si reca in Cile, accompagnando il Nunzio Apostolico Giovanni Muzi. Vi rimane fino al 1825.
1827. 3 giugno – È consacrato vescovo, a soli 35 anni, dal cardinale Castiglioni, futuro papa Pio Vili. È arcivescovo di Spoleto, dove viene chiamato a fronteggiare alcuni moti rivoluzionari e il terremoto del 1832.
1832. 22 dicembre. È trasferito alla sede vescovile di Imola.
1840. 17 dicembre. Riceve il cappello cardinalizio.
1846. 16 giugno. È eletto papa a soli 54 anni. Succede a Gregorio XVI. 16luglio. Emana “L’Editto del perdono”, con cui concede l’amnistia per i delitti politici. 8 novembre. Prima Enciclica, la Qui pluribus, in cui condanna le società segrete, la Massoneria e il Comunismo.
1847. Concede un’ampia libertà di stampa. Istituisce la Guardia civica, il Municipio e il Consiglio comunale di Roma. L’anno successivo concede lo Statuto.
1848. 10 febbraio. Dalla loggia del Quirinale pronuncia il celebre discorso in cui esclama: “Gran Dio, benedite l’Italia”. 29 aprile. Proclama la Chiesa neutrale nel conflitto tra Piemonte e Austria. 3 maggio. Invia all’Imperatore d’Austria una lettera in difesa dell’indipendenza italiana. 15 novembre. Viene ucciso Pellegrino Rossi, capo del Governo di Pio IX. 24 novembre. Si rifugia a Gaeta, mentre l’Urbe cade in mano ai repubblicani.
1850. 12 aprile. Rientra a Roma. Concede una nuova, ampia amnistia.
1852. 2 febbraio. Chiede allo zar Nicola I che siano rispettati i cattolici e il popolo polacco.
1854. 8 dicembre. Proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione.
1857. Visita i territori dello Stato Pontificio. Il viaggio dura 4 mesi.
1860. La sconfitta nella battaglia di Castelfidardo segna per lo Stato Pontificio la perdita di Legazioni (Bologna, Perugia, Orbino, Velletri), Marche e Umbria. 1 luglio. Fonda “L’Osservatore Romano”.
1864. 8 dicembre. Pubblica l’enciclica Quanta cura con annesso il Syllabum, elenco dei “principali errori dei nostri tempi”.
1869. 7 dicembre. Apre il Concilio Vaticano I; che verrà sospeso il 18 luglio 1870, a causa della guerra franco prussiana.
1870. 18 luglio. Proclama il dogma dell’Infallibilità papale ex cathedra. 20 settembre. Con la presa di Roma da parte dei piemontesi, Pio IX si rinchiude in volontaria prigionia in Vaticano. 8 dicembre. Dichiara san Giuseppe patrono della Chiesa universale.
1871. 3 febbraio. Roma è dichiarata capitale; Vittorio Emanuele II vi farà il suo ingresso il 3 luglio. 13 maggio. Viene promulgata la Legge delle Guarentigie, che il Papa respinge come atto unilaterale di un governo aggressore.
1874. Invita i cattolici a non partecipare alle elezioni politiche in Italia (Non expedit). Nasce a Venezia l’Opera dei Congressi, che riunisce i cattolici italiani “intransigenti”, fedeli alle esortazioni del papa.
1875. 16 giugno. Consacra la Chiesa al Sacro Cuore.
1878. 7 febbraio. Muore dopo il più lungo pontificato della storia. È sepolto provvisoriamente in san Pietro.
1881. 13 luglio. La salma viene traslata nella Basilica di san Lorenzo. Durante il tragitto, alcuni esagitati tentano di gettare la bara nel Tevere.
1907. 11 febbraio. Pio X ordina l’introduzione dei processi diocesani ordinari per la causa di beatificazione di Pio IX. Il processo prosegue il suo iter sotto il pontificato di Pio XII.
1985. 6 luglio. Giovanni Paolo II riconosce le virtù eroiche del servo di Dio Pio IX.
1986. 15 gennaio. La consulta medica dichiara all’unanimità che, per intercessione di Pio IX, suor Maria Teresa di san Paolo del Carmelo di Nantes ha ottenuto una guarigione miracolosa, l’11 febbraio 1911.
2000. 3 settembre. In piazza san Pietro sono proclamati beati Angelo Giuseppe Roncalli e Giovanni Maria Mastai Ferretti

BIBLIOGRAFIA

Alessandro Gnocchi Mario Palmaro Formidabili quei Papi. Pio IX e Giovanni XXIII: due ritratti in controluce, Ancora, Milano 2000.
Roberto De Mattei Pio IX Piemme, Casale Mon.to (AL) 2000.
Rino Cammilleri Elogio del Sillabo Leonardo, Milano 1994.
Angela Pellicciari Risorgimento da riscrivere, Ares, Milano 1998.
Gerlando Lentini, La bugia risorgimentale. Il Risorgimento italiano dalla parte degli sconfitti, II Cerchio, Rimini 1999.
Paolo Gulisano O Roma o morte! Pio IX e il Risorgimento, II Cerchio, Rimini 2000.

IL TIMONE – N. 10 – ANNO II – Novembre/Dicembre 2000 – pag. 18-20

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