“La Chiesa chiede scusa ai pisani” (il resto ve lo risparmio). Così titolava a tutta pagina la locandina di uno degli ultimi numeri del Vernacoliere, pubblicazione scurrile livornese che non perde occasione per irridere i tradizionali nemici di campanile (e poi si parla di unità europea…). C’era da aspettarselo: il tormentone dei mea culpa ecclesiastici comincia a rivelarsi una specie di boomerang e a prestare il fianco all’irrisione. Si sperava che tali mea culpa fossero solo un passe partout penitenziale per entrare nel Terzo Millennio, e che l’ingresso nel Duemila li avrebbe fatti cessare. Invece pare proprio di no. Certo, non è simpatico cercar di fare dell’apol...