Se i piccoli passi in avanti compiuti dagli ultimi due Governi nel sostegno alle scuole paritarie sono innegabili – leggeri aumenti dei fondi per le scuole dell’infanzia e per la disabilità, introduzione di ridotte detrazioni fiscali, allargamento alle paritarie dei fondi per l’alternanza scuola-lavoro e dell’utilizzo dello school-bonus oltre alla recente richiesta all’Europa di utilizzo dei bandi PON –, altrettanto innegabile è il fatto che nella situazione attuale si tratta di miglioramenti inadeguati ad affrontare la situazione.
È necessario che i politici e i governanti, che spesso si sottraggono ad un confronto serio sul tema soprattutto con i genitori che sono i cittadini i cui diritti vengono calpestati, prendano coscienza della situazione e intervengano in modo adeguato all’entità del problema, altrimenti il diritto di scelta educativa della scuola da parte delle famiglie, finora scarsamente riconosciuto e sostenuto in Italia, rischia di scomparire definitivamente. In pochissimi anni diventerà impossibile trovare un numero di scuole non statali sufficiente a soddisfare le richieste dei genitori e aprire poi nuove scuole – nel caso in cui si ottenesse quella parità scolastica sempre promessa e mai realizzata – richiederà investimenti non sostenibili.
Se non si farà nulla per risolvere il problema, l’Italia sarà la prima democrazia al mondo che ottiene il risultato perseguito da tutte le dittature della storia: chiudere le scuole libere e raggiungere l’assoluto monopolio statale nel campo dell’istruzione e dell’educazione delle giovani generazioni.
Rimane poco tempo prima che ciò accada, ma si può ancora mantenere il pluralismo scolastico nel nostro Paese se subito si attueranno – anche con una certa gradualità che però non può superare i 3-4 anni – misure che tengano conto dei costi reali dell’istruzione per ogni studente ed in base ad essi finanzino le famiglie o le scuole paritarie.
* Roberto Gontero è Presidente Nazionale Agesc