da «Aiuto alla Chiesa
che Soffre»
Dopo tre mesi, le Forze Armate delle Filippine hanno finalmente liberato la Cattedrale di St. Mary a Marawi, nelle Filippine.
La chiesa è stata profanata e distrutta da terroristi islamici del gruppo Maute, affiliato ad Isis, che vi hanno fatto irruzione il 24 maggio. Un video realizzato dai militari mostra le mura del luogo di culto forate dai proiettili e sul pavimento frammenti di icone e di altri simboli religiosi distrutti. È stato gravemente danneggiato anche l’altare accanto al quale si nota una statua decapitata. Tuttora incerta, invece, la sorte dei cristiani rapiti durante l’assedio della cattedrale. Tra loro anche il vicario generale della prelatura apostolica, padre Teresito Suganob.
In un’intervista rilasciata ad Aiuto alla Chiesa che Soffre il vescovo di Marawi, monsignor Edwin dela Peña, ha dichiarato che, dopo tre mesi di assedio da parte dei jihadisti, la prelatura apostolica inizia finalmente a pensare al futuro. Non soltanto ricostruzione, ma anche attenzione pastorale ai fedeli. «Più che la cattedrale è importante restaurare la comunità cristiana ed i rapporti con i musulmani», ha dichiarato il presule ad ACS.
Monsignor dela Peña ha inoltre ringraziato la Fondazione pontificia per gli aiuti prontamente offerti. L’8 agosto scorso, infatti, ACS ha distribuito kit sanitari e beni di prima necessità a oltre 1500 sfollati, con un contributo totale di circa 25mila euro. Al tempo stesso il presule ha invitato i benefattori a continuare a sostenere la Prelatura apostolica di Marawi e la diocesi di Iligan, nell’opera di assistenza ai rifugiati di ogni credo religioso. «Quando svolgiamo la nostra missione – afferma – non guardiamo alla fede di chi è nel bisogno. Il Signore ci ha insegnato che Cristo è in chiunque soffra, qualunque sia la sua religione».
Nonostante l’azione militare, a Marawi rimangono dai 30 ai 45 dei 200 estremisti che hanno preso il controllo della città a maggio.