da Vita di Don Giussani, di Alberto Savorana (Rizzoli)
…da Celle Ligure, il 27 gennaio 1948, [don Giussani] si scusa con la sorella Brunilde di avere lasciato passare il giorno del suo compleanno – «anche se l’attendevo da tanto» – senza averle scritto. E pensando al suo futuro, le dice: «Quale che sia la vita che abbraccerai, una cosa c’è da fare, Brunilde […]: servire il Signore Gesù. Ma non servirlo come ogni uomo lo deve servire o lo serve di fatto con una vita à peu près cristiana: servirlo da avanguardia, servirlo da gente votata, e che, più che per ogni altra cosa, vive per combattere per il suo Regno. […] Io ho sempre sognato così di te, Brunilde: di sentirti doppiamente sorella, sorella vera, “aiuto” e “compagna” in ciò che io faccio con tutta la mia passione».