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Malthus in Vaticano. Un’altra conferenza sul clima che promuoverà  il controllo delle nascite
NEWS 7 Agosto 2017    

Malthus in Vaticano. Un’altra conferenza sul clima che promuoverà il controllo delle nascite

di Riccardo Cascioli
da La Nuova BQ

 

Ci risiamo. Dal 2 al 4 novembre ci sarà un’altra conferenza internazionale “ambientalista” in Vaticano dove a farla da padroni saranno ancora una volta i più radicali sostenitori del controllo delle nascite.

Inutile dire che gran maestro per questo genere di evento è monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, in qualità di cancelliere delle Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali. Titolo della conferenza è “Health of People, health of planet and our responsibility – Climate Change, air pollution and health” (Salute delle persone, salute del pianeta e la nostra responsabilità – Cambiamenti climatici, inquinamento atmosferico e salute). È la prosecuzione ideale della conferenza già tenuta in febbraio su “come salvare l’ambiente naturale” e come allora anche per l’appuntamento di novembre l’approccio all’argomento è figlio dell’estremismo ecologista.

Disastro climatico, estinzione delle specie, distruzione degli ecosistemi, pochi decenni per evitare quei cambiamenti del clima che avranno conseguenze catastrofiche per millenni: è questo il punto di partenza descritto nella presentazione dell’appuntamento di novembre. Ovviamente tutto è causato dai cambiamenti climatici, a loro volta originati dall’inquinamento prodotto dall’uomo; il tutto poi ha – ma sarebbe meglio dire avrebbe – conseguenze nefaste sulla salute delle persone e, ovviamente, del pianeta.

Nessuna sorpresa se arrivati in fondo al lungo e dettagliato elenco di disastri e di vittime di cui sarebbero responsabili le attività umane si viene presi dal desiderio di sterminare il genere umano. È esattamente il sentimento che si vuole ingenerare con questo catastrofismo, di cui oggi la Chiesa cattolica – per la prima volta nella sua storia – si fa paladina. E non può dunque sorprendere che gli “esperti” relatori della Conferenza organizzata dalla Pontificia Accademia delle Scienze siano tra i massimi sostenitori delle politiche di controllo delle nascite.

A cominciare da Jeffrey Sachs, oggi direttore dell’Earth Institute alla Columbia University e già capo economista all’ONU. Sachs è un convinto sostenitore della teoria della sovrappopolazione e ha abbracciato la causa del riscaldamento globale per giustificare politiche, anche coercitive, di controllo delle nascite, che includono ovviamente anche l’aborto.

Con Sachs ci sarà anche sir Partha Dasgupta, un economista indiano: membro della Pontificia Accademia delle Scienze sociali ma anche esponente di Population Matters, che una volta si chiamava Optimum Population Trust, un’organizzazione che si occupa di fare lobby per il controllo delle nascite e che aveva chiesto al governo della Gran Bretagna di imporre la politica di “non più di due figli”. Gli studi di Dasgupta riguardano proprio l’identificazione del numero ottimale di abitanti per la Terra e nella scorsa conferenza di febbraio aveva svolto una relazione insieme al biologo Paul Ehrlich (quello de “La bomba demografica”) sottolineando proprio la necessità di ridurre la popolazione e i consumi dei paesi ricchi.

Quanto a John Schellnhuber, altro ospite d’eccezione, è il fondatore e direttore del Postdam Institute for Climate Impact Research, uno dei più influenti istituti che promuove la teoria del riscaldamento globale antropogenico, ovvero causato dall’uomo. Di Schellnhuber rimarrà indimenticabile il quadro catastrofico della situazione ambientale che volle descrivere per la presentazione ufficiale in Vaticano dell’enciclica Laudato Sì. Si potrebbe continuare con l’album dei relatori, ma l’indirizzo appare già sufficientemente chiaro.

Vale invece la pena proporre alcune considerazioni riguardo alla nuova, disgraziata, iniziativa di monsignor Sorondo.

1. Le Pontificie Accademie delle Scienze e delle Scienze sociali sono state pensate per promuovere gli studi scientifici, coinvolgendo esperti internazionali delle diverse discipline e per fornire quindi alla Chiesa elementi di giudizio. Ma in questi anni, sotto la guida di Sorondo, si sono trasformate in organismi che promuovono un’agenda ideologica profondamente anti-umana. Non c’è alcun serio dibattito scientifico in materia di ecologia, cambiamenti climatici, sviluppo e popolazione, ma solo un’opera di indottrinamento che sta portando la Chiesa su posizioni lontane dal suo magistero tradizionale, che ha la persona al centro della riflessione.

La scienza del clima è tutt’altro che consolidata, ci sono migliaia di scienziati che contestano la teoria del riscaldamento globale antropogenico, ma di questi non c’è traccia nelle conferenze e gruppi di lavoro promossi dalle Pontificie Accademie. Tanto per fare un esempio, della Accademia delle Scienze fa parte il professor Antonino Zichichi, scienziato di fama internazionale che ha contestato radicalmente l’attendibilità dei modelli matematici che vengono usati per predire le temperature dei prossimi decenni e che ha definito una “bufala” la teoria del riscaldamento globale. Ma ovviamente non ha voce in capitolo negli eventi organizzati da monsignor Sorondo: uno scienziato vero metterebbe in discussione la grande macchina propagandistica messa in piedi dalla cricca guidata da Sorondo.

2. Non si può non notare che nel sostenere le tesi ecologiste più radicali si fa continuo riferimento all’enciclica Laudato si'. Purtroppo il documento di papa Francesco deve molto all’influenza di questo gruppo di personaggi ambigui di cui si è circondato monsignor Sorondo e per quel che riguarda la questione demografica ha una contraddizione di fondo. È vero che ad un certo punto si esprime chiaramente contro coloro che pensano di risolvere i problemi ecologici agendo sul controllo delle nascite e afferma che «la crescita demografica è pienamente compatibile con uno sviluppo integrale e solidale» (n. 50), ma è anche vero che si tratta di una citazione estemporanea del Compendio di Dottrina Sociale della Chiesa a cui vengono affiancati altri punti problematici sulla distribuzione della popolazione nel territorio e secondo la disponibilità di risorse.

Soprattutto il problema irrisolto dell’enciclica sta in questo: come è possibile opporsi al controllo delle nascite quando si danno per veri i presupposti che lo giustificano? In altre parole: se è vero che l’uomo sta portando il mondo verso la distruzione; se è vero che consumiamo già da tempo molte più risorse di quante sarebbero disponibili, se è vero che la pressione della popolazione (sia per i numeri sia per i consumi) è insostenibile per il pianeta, come si fa poi a negare la necessità di intervenire in modo drastico per ridurre la popolazione? È solo un moralismo che resisterà fintanto che resta la memoria di una posizione che all’origine era diversa, ma è un moralismo destinato fatalmente ad essere spazzato via. E nella Chiesa c’è già chi opera in questo senso. Anche la Commissione creata per rivedere l’enciclica Humanae Vitae rema in questa direzione visto che in discussione c’è proprio, guarda caso, la contraccezione.

3. E qui si lega l’ultima questione, che qui accenniamo ma meriterebbe un approfondimento ulteriore. In pochi anni è stata rovesciata la posizione della Chiesa sulle politiche globali portate avanti sotto lo scudo delle Nazioni Unite. Bisogna ricordare la grande resistenza organizzata dalla delegazione della Santa Sede durante il ciclo di Conferenze internazionali dell’Onu svoltesi tra il 1992 e il 1996 (da quella sull’ambiente a quella sulla popolazione, da quella sulla donna a quella sull’alimentazione).

A Giovanni Paolo II e all’allora nunzio all’Onu, il cardinale Renato Raffaele Martino, era assolutamente chiaro che la vera posta in gioco fosse la dignità inviolabile della persona umana e la famiglia. Tutti i temi trattati allora e che poi sono stati codificati in Piani d’azione e programmi ventennali avevano come obiettivo il superamento della famiglia naturale fondata sul matrimonio tra uomo e donna e la promozione dell’aborto e di tutti i mezzi di controllo delle nascite. Era chiaro a chi guidava allora la Chiesa che tutto il discorso sulla presunta insufficienza delle risorse aveva come obiettivo la riduzione della popolazione.

Oggi, con il pretesto dei cambiamenti climatici, vediamo accolti in Vaticano come salvatori della patria i “nemici” di allora ed è uno spettacolo che non può non far riflettere. Parlando nel corso di una conferenza sul tema di Ambiente e sviluppo all’Università di Notre Dame nell’Indiana (Usa), monsignor Sorondo ha affermato che «stiamo vivendo un momento magico perché per la prima volta, il discorso della Chiesa e il discorso del mondo rappresentato dalle Nazioni Unite vanno insieme». In realtà, guardando alla storia di questi ultimi anni possiamo dire che non di sinergia si tratta, ma di resa della Santa Sede alla cultura dominante, al potere mondano. E a pagare saranno i più vulnerabili e i più poveri, proprio quelli che si dice di voler aiutare.