Se sono ancora in tempo, ma credo di sì, avrei una lettura estiva da suggerirvi. Si tratta di Una spada per la vita (IperUrania 2017, pp. 138), l’ultimo libro di Emiliano Fumaneri, firma del quotidiano La Croce, grande studioso di Gustave Thibon già autore de Le nuove lettere di Berlicche. Ebbene, Fumaneri è tornato, proprio in questi giorni, con un nuovo libro che vi consiglio per un motivo molto semplice: è un volume profondo, ricco di stimoli e pensieri splendidamente controcorrente. Molto di più, dunque, di una raccolta di «scritti “di battaglia”», come l’Autore sostiene nell’introduzione di un libro che ha il grande merito, fra l’altro, di condensare in un numero non infinito di pagine indovinate e vibranti critiche alla cultura dominante.
Dal romanticismo biopolitico di Michela Marzano alla gnosi spermofoba rappresentata da Nichi Vendola, dal catarismo di Guido Ceronetti alla ripresentazione delle idee di Michel Foucault, «intellettuale sradicato che andava predicando la “morte dell’uomo”», molta dell’impalcatura del pensiero unico – quando avrete ultimato la lettura di Una spada per la vita – vi apparirà per quello che è: grande erudizione povera di argomentazione, marmellata neppure tanto dolce, pensiero che sconfina nel non pensiero. Sarà uno smascheramento, però, non livoroso. Fumaneri non è infatti tipo da provocazioni né da attacchi personali – lo dico perché lo leggo e perché ho il piacere di conoscerlo -, no: ciò che lo anima non è odio, bensì la preoccupazione per un fatto.
Il fatto è che oggi, scrive, «assistiamo solo al tentativo di sovvertire la concezione di famiglia. Anche la nozione stessa di essere umano risulta sempre più indefinita e indefinibile» (p.106). Una minaccia antropologica per non dire apocalittica, dunque, alla quale urge reagire da uomini e da cristiani riscoprendo la «dimensione belligerante della vita apostolica» (Papa Francesco dixit). A tale chiamata alle armi – insiste l’Autore – non si può che rispondere con una riscoperta che non è tanto e solo quella della ragione, bensì quella della virilità cristiana e della spiritualità guerriera, tema caro a Fumaneri il quale lo recupera dall’amato Thibon e da Fabrice Hadjadj, riproponendolo come medicina senza la quale, sia nel dibattito culturale dominato dal laicismo sia nel confronto con la minaccia islamista, i cristiani sono destinati a soccombere.
Di qui la necessità – in particolare per il mondo cattolico, cui Una spada per la vita è indirizzato – da una parte di evitare una sindrome da assedio che prima che poco utile è anche poco cattolica, e, dall’altra, di smetterla con la tendenza, scrive coraggiosamente Fumaneri, di un «cattolicesimo troppo femminilizzato», esaltatore della «la mistica del lievito a discapito della parabola della lampada che Cristo esorta a non mettere sotto il moggio» (p.133). Una chiamata alle armi, insomma, non violenta ma neppure farlocca, seria, finalizzata al recupero di un rapporto armonioso dell’uomo con se stesso, con Dio e col prossimo. In tempi di “pensiero pensato” e conformismo delle menti, un libro così profuma quindi di “pensiero pensante”. Ed è per questo che, nella vostra biblioteca, non può proprio mancare.