di Francesco Agnoli
su «Libertà e Persona»
In Cappadocia, intorno al 370 d.C. nacque quello che molti storici chiamano “il primo ospedale d’Oriente“. A volerlo, costruirlo, guidarlo, fu il vescovo della città, san Basilio, per rispondere alle sofferenze causate da una carestia.
Con il cristianesimo carestie, pestilenze…vennero viste per la prima volta con occhi nuovi.
Di fronte alla pestilenza che colpì il Nord Africa nel 251, ad esempio, il vescovo di Cartagine, san Cipriano scriveva: “Questa pestilenza che pare ad alcuni orribile e micidiale, mette invece a prova la santità di ognuno e pesa sulla bilancia il cuore umano, giudica cioè se i sani servono gli infermi, se i parenti assistono pietosamente i parenti, se i padroni hanno pietà dei servi languenti, se i medici abbandonano i malati che li cercano, se i delinquenti frenano le loro violenze, se gli usurai smorzano gli ardori indomabili della loro avarizia”.
Lo storico dell’University of Virginia, Robert Louis Wilken, nel suo I primi mille anni. Storia globale del cristianesimo (Torino, Einaudi, 2013), racconta la grande storia di Basilio che generò una istituzione che assomiglia “agli ospedali moderni più di qualsiasi altra istituzione dell’antichità pagana“. Pagine tutte da leggere qui.