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«Noi non ci arrenderemo mai». Dalla casa di Caterina Socci un messaggio di sfida alle sfide della vita
NEWS 26 Maggio 2017    

«Noi non ci arrenderemo mai». Dalla casa di Caterina Socci un messaggio di sfida alle sfide della vita

di Benedetta Frigerio

da La Nuova BQ

 

Pensare che il sacrificio di Caterina Socci sia, grazie alla penna di suo padre, per la conversione di tante persone che da anni leggono gli sviluppi della sua vita, dopo che nel 2009 ebbe un arresto cardiaco, impressiona. Eppure, è proprio così, questa ne converte molte.

L'EROICO QUOTIDIANO – Esce oggi "La casa dei giovani eroi" (Rizzoli), il libro che il giornalista e scrittore Antonio Socci ha pubblicato per raccontare la fede, la gioia e la speranza dei suoi familiari che si sono incredibilmente irrobustite con il passare del tempo, pur in una situazione apparentemente disperante. Apparentemente, perché in queste pagine non si trova altro se non conforto e coraggio per vivere la vita di tutti i giorni. Anche perché Caterina, pur inchiodata ad un letto, pare più viva, vera e innamorata delle piccole cose di chi viene definito sano (sempre che basti la salute a definire una persona tale). Ma Qual è il segreto della famiglia Socci, descritta nel libro con profondità ma anche grande ironia? “Che noi non ci arrenderemo mai. Mai”, per usare la risposta che Socci ha ricevuto scoprendo gli operatori del metodo riabilitativo seguito da sua figlia e inventato dall’americano Glenn Doman. Descritto precisamente nel volume, sta producendo su Caterina miglioramenti continui: basti pensare che oggi riesce a mangiare senza la Peg e che non deve più assumere farmaci molto costosi e pesanti.

UN GRANDE RISCATTO – Socci racconta sia la forza del giovane Doman, che ideò il suo metodo dopo la Seconda Guerra Mondiale, sia dei numerosi bambini cerebrolesi che, considerati dal mondo dei vegetali hanno fatto progressi incredibili, sia di una vera e propria santa che per prima diffuse il metodo in Italia: Annalena Tonelli, vissuta per gli ultimi, ebbe un’esistenza eroica nella fede e nella carità. Innamorata di Cristo partì neolaureata per l’Africa negli anni Settanta, studiò poi per trovare metodi di cura della tubercolosi che vennero riconosciuti a livello internazionale. Nonostante fosse costantemente minacciata e in pericolo di vita per la sua fede cristiana non abbandonò mai l’Africa. Su Tonrelli sono riportate anche le parole dell'allora bambina italiana che seguì il Doman grazie a lei e che, dopo 13 anni di lavoro costante nel seguire questo metodo innovativo (punta ad attivare le zone del cervello sane affinché compiano le funzioni di quelle lese), sconfessò tutti coloro che l’avevano bollata come irrecuperabile.

LA PATERNITA' NECESSARIA – Ma il vero segreto di questo "non arrendersi mai" è l’amore e la fede nascosta di tante famiglie e volontari che sotengono con tenacia situazioni durissime. Fra le tante pagine fanno commuovere quelle in cui Socci racconta proprio di questo amore e della letizia di quando si alza la notte (anche più volte) per assistere Caterina, perché se è vero che nessuno vorrebbe trovarsi nelle sue condizioni fisiche, tutti vorrebbero avere padri capaci di questo darsi incondizionato. Sopratutto quando la maggioranza dei giovani non conosce più un amore simile. Ma Caterina è confortata anche dall’esempio dei martiri cristiani contemporanei, che “sente in modo speciale” e di cui in casa Socci si parla spesso, perché “queste testimonianze di eroismo sono preziose. Non solo per Caterina che in esse trova l’esempio e la forza per il suo eroismo quotidiano, per il suo lungo e duro cammino, ma anche per tutti noi”. Perciò nel libro si raccontano anche le loro vicende, ricordando che il programma che segue Caterina durante la giornata è davvero simile a quello “di addestramento dei marines”, spiega Socci ammettendo, “(almeno per me)” che “per lavorare così senza arrendersi mai bisogna avere nella testa e nel cuore una meta che non è solo terrena”.

UN GRANDE STRUGGIMENTO – E lo stesso ripete tutta la famiglia Socci, compresa la moglie Alessandra, che nel nascondimento vive con lo struggimento perché la gente che li incontra possa “conoscere Cristo”, come scrive in un messaggio al marito. Perciò alla generazione di Caterina, sicuramente svantaggiata, ma anche arrendevole, questa famiglia normale offre la sua storia, che infonde la forza per non demordere. Ricordando anche i doni e le piccole gioie che riceviamo continuamente senza ringraziare Dio, ma che “imparo così da Caterina che sono preziose”. Come quando beve un sorso di vino e le si illumina il viso.

UNA GRANDE MISSIONE
– Ritornando ai racconti del primo libro pubblicato da Socci nel 2010 (“Caterina. Diario di un padre nella tempesta”), dove la drammaticità si univa alla forza della preghiera facendo sperare nella ripresa di una giovane che non si capiva quanto fosse cosciente della vita, impressiona ritrovare una Caterina presente, combattiva, triste per il dolore e il male del mondo ma anche molto divertente: “Confesso che è sempre vertiginoso quando chiediamo, con trepidazione e ansia, a Caterina se è felice e lei risponde, limpida e decisa (col suo linguaggio): "Sì!"…. Noi diciamo – fra il serio e il faceto – che è come “in missione per conto di Dio”. Per la Sua Gloria, aggiungiamo noi che assistiamo al "lento miracolo". Chissà quindi cosa leggeremo fra qualche anno di lei.