Una summer school di formazione filosofica promossa, tra gli altri, da una firma storica de Il Timone (qui il programma dettagliato, qui per informazioni e iscrizioni)
Il prisma delle virtù. Felicità, vita buona e fioritura
Genova, 1-3 giugno 2017
Residenza Capodifaro, Fondazione RUI
via Eugenia Ravasco 12
Già nel 1934 Paul Valéry rilevava: «la parola “virtù” è morta o, almeno, muore […] e io la sento dire solo raramente e, nell’intenzione del mondo, sempre in tono ironico». In effetti, la persona virtuosa viene pensata remissiva, spenta, “smorta”, come una persona che non fa: non beve, non fuma, non trasgredisce, ecc. La virtù è intesa come un freno alle passioni-emozioni, in grado solo di imbastire una vita di rinunce. I virtuosi, dice per esempio Nietzsche, «arrivano pesanti e scricchiolanti come carri che trasportano pietre a valle: essi parlano molto di dignità e virtù – il loro freno essi lo chiamano virtù!».
Dunque, la prassi morale virtuosa produce un’esistenza frustrante contrassegnata dall’infelicità, e comporta un disprezzo della vita? È chiaro che in tale questione è in gioco non solo la risposta sul senso dell’esistenza morale e dell’etica filosofica, ma anche il senso ultimo della vita umana: è vero, come già diceva Platone, che i giusti vivono meglio e sono più felici degli ingiusti, oppure è più assennato vivere immoralmente ma felicemente?
Ma l’etica moderna, che aveva quasi accantonato il tema delle virtù, ha palesato diverse insufficienze che hanno sospinto diversi autori a rilanciare proprio i temi del carattere e della virtù. Così, nel XX secolo è progressivamente fiorita una lussureggiante letteratura filosofica su questo argomento, da parte soprattutto di autori angloamericani, generalmente classificati nella cosiddetta Virtue Ethics. Questi eticisti hanno focalizzato diversi problemi dell’etica moderna ed hanno pertanto avvertito la necessità di riprendere e rielaborare alcune istanze ed alcune indicazioni specialmente di Aristotele, ma anche, talvolta, di Platone, Tommaso d’Aquino, Hume, persino dello stesso Nietzsche e di altri. Infine, a partire da quest’ambito la riflessione sulle virtù si è allargata, negli ultimi anni, anche a quello politico, epistemologico, del diritto, etc.
La Summer School intende offrire a studenti, dottorandi e giovani ricercatori, di discipline filosofiche e non solo, l’opportunità di partecipare attivamente a una riflessione critica sulla questione fin qui succintamente esposta e su altre tematiche correlate, focalizzando alcuni problemi dell’etica contemporanea deontologica e consequenzialista, e riflettendo su domande come (per esempio) le seguenti: qual è l’importanza etica dell’amore e dell’amicizia? La comunità politica ha un compito in rapporto alla vita buona del singolo? Quale ruolo può essere svolto dall’arte nella crescita morale? Le virtù sono universali o relativistiche? Soprattutto, qual è il ruolo delle emozioni nella vita virtuosa? E qual è l’influsso delle virtù anche a livello epistemologico?
Promotori della Summer School
Antonio Allegra, Università per Stranieri di Perugia
Elvio Ancona, Università di Udine
Angelo Campodonico, Università di Genova
Gabriele De Anna, Otto-Friedrich-Universität Bamberg – Università di Udine
Simona Langella, Università di Genova
Matteo Negro, Università di Catania
Giacomo Samek Lodovici, Università Cattolica di Milano
Maria Silvia Vaccarezza, Università di Genova
Maria Zanichelli, Università di Parma