Mumbai (AsiaNews) – Nonostante la tenace opposizione della comunità cattolica locale, le autorità municipali di Mumbai hanno demolito una croce in Bazaar Road, nel quartiere di Bandra. Ad AsiaNews il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc), condanna l’ennesima “provocazione da parte del governo. Tutto ciò è davvero allarmante. Il funzionario che ha autorizzato la demolizione deve essere ritenuto responsabile di tale azione illegale”.
Il cardinale lamenta che l’antica croce, risalente a più di 100 anni fa, “sorgeva sul muro di una proprietà privata. Essa non era elemento di disturbo per nessuno e non recava alcun danno”. Il simbolo religioso cristiano, come tante altre croci disseminate in molti angoli della città, era stato eretto intorno al 1890 durante un’epidemia di peste. “A Mumbai – aggiunge – le croci hanno un significato storico e religioso importante, dal momento che furono erette dai cristiani a protezione di quel morbo allora furente e per ricordare coloro che non sono sopravvissuti”.
La demolizione è avvenuta il 29 aprile scorso ed è solo l’ultimo di una serie di episodi di intimidazione contro i cristiani e i loro simboli religiosi avvenuti di recente nella città: a febbraio una statua della Vergine Maria è stata vandalizzata e decapitata; a metà aprile una croce è stata profanata con una ghirlanda di pantofole attorcigliate al corpo di Cristo.
I contrasti sulla croce di Bazaar Road risalgono addirittura al 2010, quando contro di essa è stato presentato un esposto di fronte all’Alta corte di Mumbai. Le gerarchie ecclesiastiche lamentano che la distruzione è avvenuta nonostante esse avessero prodotto i documenti richiesti da Sharad Ughade, il commissario incaricato della vicenda. Essi attestano che la croce era situata nel terreno privato di un cristiano, in possesso di tutti permessi inerenti alle strutture religiose.
I cattolici locali stanno protestando contro la decisione della municipalità e condannano l’atto come blasfemo. Essi hanno eretto una nuova croce di fortuna e si stanno raccogliendo in preghiera di fronte ad essa.
P. Antony Charangat, portavoce dell’arcidiocesi e direttore dell’Examiner, il settimanale diocesano, dichiara: “Il governo ha violato i diritti di un individuo cristiano entrando nella sua proprietà privata e demolendo in maniera del tutto arbitraria una croce nella sua proprietà”. La demolizione, conclude il card. Gracias, “ha ferito non solo il nostro sentimento religioso ma anche quello di tutte le altre fedi. Tali azioni non sono un bene per la nostra città e per il nostro Paese. Esse rovinano l’armonia settaria e causano il deterioramento dell’integrazione sociale e religiosa”.