Donne e uomini si nasce o si diventa? Vi sono reali e significative differenze tra maschi e femmine oppure esse non sono che il riflesso di stereotipi e modelli culturalmente determinati? E’ la natura o la cultura, insomma, a stabilire, per dirla con John Gray, se veniamo da Marte o da Venere? Da anni il pensiero dominante liquida questi interrogativi come infondati negando vi siano sostanziali differenze tra i sessi e sostenendo che quelle che permangono siano irrilevanti. Quel che siamo soliti considerare maschile e femminile – secondo questa corrente di pensiero – non sarebbe quindi che prodotto culturale o «concetto antropologico». Ma le cose stanno proprio così? Davvero donne e uomini si diventa?
Ho scritto Cavalieri e principesse (Cantagalli 2017, pp. 256) per verificare questa credenza scoprendo – sulla base di centinaia tra ricerche e studi scientifici – come la distinzione tra i sessi sia tutt’altro che superata o archiviabile; e l’ho fatto da un lato chiarendo come la differenza sessuale non sia affatto premessa alla discriminazione e, dall’altro, senza soffermarmi, come già fatto da altri autori, solo su un singolo aspetto, bensì esplorando la differenza tra uomo e donna a tutto tondo, in molteplici aspetti: preferenza dei colori, dei giocattoli, cervello, sogni, comunicazione – sondata sia sul piano verbale sia su quello di interazioni tramite sms, email, social network -, guida e parcheggio dell’automobile, mondo del lavoro, rapporti di coppia e tanto, tanto altro ancora.
Ho insomma voluto andare fino in fondo, al di là di astrazioni e facili ironie, con un lavoro di ricerca impegnativo ma appagante perché mi ha consentito, in modo spero convincente, di mostrare che uomo e donna, anche se non sempre del tutto differenti, sono comunque differenti in tutto; che il tempo passa e il costume muta ma, nonostante questo, la differenza tra maschio e femmina non solamente resiste – ed è già una notizia –, ma talvolta pure si accentua, divenendo cristallina e confermando ciò che le persone semplici, senza lauree ma provviste di buon senso, hanno sempre saputo. Per questo, penso che Cavalieri e principesse, se da un lato potrebbe incuriosire e divertire, dall’altro farà arrabbiare più di qualcuno.
In particolare, potrebbe non piacere agli alfieri del pensiero unico e, in genere, a coloro che sposano istanze progressiste: pazienza. L’onestà intellettuale viene prima e, soprattutto, la verità della differenza sessuale e della sua bellezza è patrimonio che sarebbe imperdonabile sottovalutare o disperdere. Anche per questo Cavalieri e principesse, in realtà, non è tanto o solo un testo sulle differenze sessuali, ma anche un libro sulla condizione dell’uomo e della donna di oggi, sul loro modo di essere ed esistere in relazione. Non a caso, un intero capitolo è volto proprio a sottolineare le ragioni della differenza tra i sessi come tesoro da riscoprire: per uomini e per donne, ovviamente.
Ce l’ho fatta? L’omologazione dell’indifferentismo sessuale che stanno tentando di inculcarci è stata smascherata? Sono dunque riuscito nel mio intento – sovversivo, direi, nei tempi dell’unisex e di quel contrasto alle discriminazioni che si tramuta spesso in guerra alle differenze – di dimostrare che uomo e donna, checché se ne dica, costituiscono ancora due mondi splendidamente distinti e complementari, protagonisti dello stesso Universo? Ditelo voi.