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Mentre in Vaticano sale in cattedra il guru della «bomba demografica» la Corea del Sud si spopola
NEWS 18 Gennaio 2017    

Mentre in Vaticano sale in cattedra il guru della «bomba demografica» la Corea del Sud si spopola

Il progressivo invecchiamento della popolazione, accoppiato ad una basso tasso di natalità, rappresentano una grave minaccia  per la Corea del Sud, quarta economia del continente asiatico, che si trova ora ad affrontare un prolungato rallentamento economico. Per questo il governo sta offrendo in modo quasi disperato incentivi economici alle coppie affinchè abbiano più figli.

Il tasso di fertilità totale della Corea del Sud – il numero medio di figli che una donna porta in grembo nella sua vita – si è attestato a 1,24 nel 2015, numero di gran lunga inferiore a quel 2,1 che avrebbe mantenuto la popolazione stabile a 51 milioni.

Lo scorso anno, il numero dei sudcoreani ultra 65enni è salito a più di 6.760.000, pari al 13,2 per cento della popolazione del Paese, secondo l'Ufficio di Statistica. Le nazioni diventano una "società invecchiata" se le persone di età superiore ai 65 anni rappresentano il 14 per cento e più.

Secondo un’indagine condotta da Statistics Korea le persone di oltre 65 anni potrebbero raggiungere i 12,9 milioni, o il 24,5 per cento della popolazione entro il 2030.

Si fanno dunque disperati gli sforzi da parte del governo per aumentare quello che è uno dei più bassi tassi di natalità al mondo in un momento storico in cui molti giovani rimandano il matrimonio per via della crisi economica che investe il Paese.

All’inizio di questa settimana, il Presidente sudcoreano in carica Hwang Kyo-Ahn ha convocato funzionari governativi per cercare di imporre una svolta nella politica della Corea del Sud sulla crescita della popolazione.

Il basso tasso di natalità ha spinto i governi centrali e provinciali della Corea del Sud a proporre incentivi finanziari e altre misure per cercare di incoraggiare i giovani ad avere più bambini.

Il governo ha speso più di 101.600 miliardi di won (circa 81 miliardi di euro) tra il 2006 e il 2016, anche se ciò non è stato sufficiente per aumentare la bassa natalità. Il governo ha già fatto sapere di aver messo da parte più di 22.400 miliardi di won (circa 18 miliardi di euro) quest'anno per contribuire ad aumentare tasso di natalità del paese.

Lee Suk-hwa, a capo della Contea di Cheongyang, ha dichiarato che la sua amministrazione ha iniziato lo scorso anno ad elargire 10 milioni di won (8 mila euro) ai genitori che hanno un quarto figlio, come parte degli sforzi per incoraggiare più persone giovani ad avere più bambini nelle zone rurali.

Kim Man-soo, sindaco di Bucheon, una città vicino a Seoul, ha dichiarato che la sua città ha rivisto un'ordinanza per offrire, tra le altre cose, 10 milioni di won ai genitori che hanno un quarto figlio al fine di incrementare il tasso di natalità della città – il più basso nella provincia di Gyeonggi che circonda Seoul. In passato, Bucheon destinava solamente 500.000 won (400 euro) ai genitori con un terzo bambino.

L’isola di Wando nel Sud del Paese offre anche 5 milioni di won (4 mila euro) come somma forfettaria e altri 15 milioni di won (12 mila euro) a rate nell'arco di tre anni per coloro che hanno un quinto bambino.

Nel 1960 la Corea del Sud ha adottato una politica di controllo delle nascite per arginare la rapida crescita della popolazione in un momento in cui il Paese stava ricostruendo la sua economia dalle ceneri della Guerra di Corea del 1950-1953. In quel tempo, il governo inviava funzionari in tutte le case delle zone rurali per spiegare loro la pianificazione familiare. Il governo incoraggiava la gente ad avere un solo figlio e forniva gratuitamente servizi di vasectomia nel tentativo di abbassare la rapida crescita della popolazione.

L’aggressiva politica di controllo delle nascite abbassò il tasso di fertilità totale del paese a 2,06 nel 1983 dal 6,0 nel 1960. Si è scesi a un record negativo di 1,08 nel 2005, una transizione demografica drammatica che è suonata come un campanello d'allarme per la Corea del Sud in rapporto alla sua politica demografica.

Da quel momento la Corea del Sud sta lottando per invertire il declino demografico offrendo una serie di incentivi per i giovani. Gli slogan del governo sulle nascite hanno registrato un cambiamento di rotta da avvertimenti a speranza. Uno degli slogan emessi dopo il 2005 recita: "un bambino è la gioia di una famiglia e speranza per il futuro."