Il governo austriaco ha preso una decisione che riconosce dignità ai bambini non nati, anche molto piccoli, vittime dell’aborto (procurato o spontaneo, non importa).
Con l’appoggio del partito cristiano–democratico e del partito socialista da oggi è possibile registrare ufficialmente e legalmente i bambini morti prima della nascita.
Anche quelli di peso inferiore ai 500 grammi.
Quindi, i genitori che lo desiderano potranno dargli un nome all’anagrafe e ottenere un certificato di nascita e morte contestuale.
Chi si intende di sindrome post abortiva, che coinvolge sempre le madri e i padri che perdono un bambino per l’aborto, sa che in caso di aborto spontaneo elaborare il lutto è molto più facile che nel caso di aborto volontario. Ma comunque è uno dei primi atti necessari per superare il trauma quello di dare un nome al bambino vittima dell’aborto.
Questo fanno i genitori interessati, a prescindere dai documenti legali. Ora in Austria la cosa potrà avvenire ufficialmente. E questa ufficialità ha una rilevanza che trascende l’interesse delle singole madri e dei singoli padri coinvolti – che appunto, se viogliono,tra di loro, possono farlo comunque.
Proprio perché ufficiale è un importante riconoscimento della dignità dei bambini non nati.
Nel grembo materno si forma una persona: dall’istante in cui l’ovulo è fecondato c’è un individuo unico e irripetibile, appartenete alla specie homo sapiens. Una persona, per quanto piccola, che ha la stessa dignità dell’adulto e dell’anziano, in quanto persona.
Il fatto che l’anagrafe di uno Stato gli riconosca il diritto a un nome, legalmente, ci induce quindi a riflettere che anche in pochi grammi di cellule – che l’aborto elimina come si trattasse di immondizia – c’è tutto il mistero di una persona umana.