Nei primi cinque mesi del 2016 gli atti di violenza o discriminazione contro i cristiani in Francia, sono stati 233.
In media, un attacco al giorno, contro chiese, tombe, cimiteri, statue. Ma ci sono stati anche cyber-attacchi o episodi di limitazione della libertà di espressione. Lo testimoniano i dati forniti dal Rapporto 2016 sulla libertà religiosa nel mondo, edito dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre. Inoltre, secondo i numeri forniti dal criminologo francese Xavier Raufer, che cita, in esclusiva sul sito di news francese Atlantico, le cifre fornite proprio al ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, dal Service central du reinseignement territorial, da gennaio a settembre di quest’anno, le aggressioni contro i cristiani sarebbero aumentate del 40%.
Il 2016, del resto è stato l’anno della brutale esecuzione, di padre Jacques Hamel, il sacerdote di 86 anni, parroco della chiesa di Saint Etienne-du-Rouvray, in Normandia, sgozzato ai piedi dell’altare dove stava celebrando l’Eucaristia da due “soldati” del Califfato diciannovenni, che hanno fatto irruzione nella chiesa durante la Messa. Prima di quel tragico 26 luglio, ad aprile dell’anno precedente, la polizia francese aveva arrestato un musulmano algerino, legato ad al Qaeda e allo Stato Islamico, prima che attaccasse due chiese cattoliche vicino Parigi. L’ordine di attaccare le chiese, sarebbe arrivato, secondo la ricostruzione delle forze di sicurezza francesi, proprio da un contatto in Siria dell’aspirante attentatore.
Nel 2015 e nel 2016, sono stati moltissimi, inoltre, gli atti di vandalismo e di profanazione dei luoghi di culto diretti contro i cristiani. Tra quelli citati dal Rapporto 2016 sulla libertà religiosa nel mondo, edito dalla fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, figurano la decapitazione di una statua della vergine Maria ad Aisne nel nord della Francia, i diversi atti di vandalismo contro alcuni presepi natalizi ad Aix-en-Issart, Chaville, Villejuif e Lapoutroie, e contro un’opera d’arte nella chiesa di Santa Elisabetta a Parigi. I quotidiani locali riportano, inoltre, diversi casi di atti di vandalismo contro statue raffiguranti soggetti sacri imbrattati con la vernice spray. Nel maggio del 2016 l’altare di una chiesa di Martigues è stato incendiato, e un’altra chiesa è stata profanata nello stesso giorno.
Non solo. Nello stesso rapporto si legge che lo scorso aprile, un gruppo di cyber-jihadisti tunisini, la squadra Fallaga, hanno hackerato più di un centinaio di siti internet appartenenti a chiese o congregazioni cattoliche francesi. E, a giugno dell’anno precedente, l’agenzia di trasporti parigina RATP, ha chiesto la rimozione di una frase in favore dei cristiani perseguitati in Medio Oriente che compariva su alcuni poster pubblicitari affissi nel Metro parigino. Nello stesso mese, si legge nel rapporto di Acs, la stessa società permetteva però l’affissione di manifesti della compagnia telefonica Lebara Mobile, in cui si augurava un “Felice Ramadan” ai clienti, in francese e arabo.
Le profanazioni di tombe e cimiteri sono ugualmente diffuse. Nel 2015, secondo i dati diffusi dallo stesso ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, lo scorso gennaio, sono stati 810 i luoghi di culto e i cimiteri cristiani ad essere attaccati, con un aumento del 20% rispetto all’anno precedente. Tombe profanate, dipinte con vernici spray, croci spezzate e distrutte, sono alcuni degli atti di vandalismo più frequenti. Ma nell’intervista rilasciata lo scorso gennaio a La Croix, Cazeneuve richiamava l’attenzione, piuttosto, sul pericolo costituito dall’aumento degli attacchi anti-musulmani, triplicati nei primi mesi del 2015, arrivando a 400 casi accertati. Una valutazione quantomeno poco lungimirante, quella del governo francese, alla luce di quello che succederà qualche mese dopo l’intervista rilasciata da Cazeneuve a La Croix: il brutale assassinio di padre Hamel a Saint-Etienne-du-Rouvray. E che forse dovrà essere ripensata alla luce di questi nuovi dati, che mostrano che il fenomeno delle violenze anti-cristiane è in costante aumento anche nel cuore d’Europa.