«I 4 cardinali hanno fatto bene a chiedere chiarimenti su Amoris Laetitia. Semmai era doveroso rispondere loro. Il primato della carità comincia dai vicini». Lo dice in questa intervista a La Fede Quotidiana monsignor Jozef Wrobel, vescovo polacco, ausiliario di Lublino, sui Dubia sollevati da quattro cardinali.
Eccellenza Wrobel che cosa pensa della lettera di chiarimenti su Amoris Laetitia inviata da quattro cardinali al Papa?
«Hanno fatto bene ed hanno esercitato correttamente quallo che prevede il diritto canonico. Penso che sia non solo un diritto, ma persino un dovere. E sarebbe stato giusto rispondere alle loro osservazioni. Loro non facevano domande sul tempo del giorno dopo, ma su questioni che riguardano la dottrina della Chiesa e dunque sui fedeli».
I Dubia riguardano Amoris Laetitia, li trova pertinenti?
«Come dicevo prima, è opportuno un chiarimento su quel documento e specie sul capitolo 8. Il testo si presta effettivamente a varie interpretazioni, è ambiguo».
Perché si presta a varie interpretazioni?
«Perché non è stato scritto bene. Probabilmente con troppa fretta, senza analizzare con estrema attenzione il contenuto e le possibili conseguenze pratiche. Bisogna rivolgere questa domanda al Vaticano e ai collaboratori dei quali il Papa ha fiducia. Redigere testi così importanti in fretta, non rende un buon servizio alla Chiesa».
Si può dare la comunione ai risposati civilmente?
«Non si poteva dare prima di Amoris Laetitia, non è possibile ora. La dottrina della Chiesa non è soggetta a cambiamenti, altrimenti non è più la Chiesa di Gesù fondata sul Vangelo e la Tradizione. A nessuno è dato modificare la dottrina in quanto nessuno è padrone della Chiesa».
Comunione alle coppie gay?
«Non è possibile e la misericordia non è un lasciapassare. Gli atti omosessuali sono un gravissimo peccato molto di più di quelli commessi tra etero. Infatti essi vanno contro natura».
Immigrazione, che fare?
«L’accoglienza è nello spirito cristiano. Tuttavia, in teologia morale esiste il primato nella carità. Si pensa prima ai più vicini, ai prossimi, per arrivare dopo ai lontani. E allora dobbiamo prima di tutto assicurarci che chi vive accanto a noi, parenti, figli, genitori concittadini stiano bene e solo dopo badare a chi viene da fuori. La demagogia non porta da nessuna parte».