«Non comprendo come uomini della Chiesa contemporanea, compresi alcuni tra i più colti, dotti o illustri, mitizzino la figura di Lutero, l’eresiarca, nello sforzo di favorire un’approssimazione ecumenica, direttamente al protestantesimo e indirettamente a tutte le religioni, scuole filosofiche, ecc. Non scorgono il pericolo che è in agguato in fondo a questo sentiero, cioè la formazione, su scala mondiale, di un sinistro supermercato di religioni, filosofie e sistemi di tutti gli ordini, in cui la verità e l'errore si presenteranno frazionati, mescolati e messi alla rinfusa? Sola assente dal mondo sarà – qualora fosse possibile arrivare fino a questo punto – la verità integra: cioè la Fede cattolica, apostolica, romana, senza macchia né tanfo. Su Lutero – a cui spetterebbe, sotto un certo aspetto, il ruolo di punto di partenza in questa strada verso la baraonda universale – pubblico oggi ancora alcuni passi che ben mostrano l'odore che la sua figura di ribelle spargerebbe in questo supermercato, o meglio in questo obitorio delle religioni, delle filosofie e dello stesso pensiero umano».
Così scriveva Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995) nell'articolo Lutero si considera divino! pubblicato in Folha de S. Paulo del gennaio 1984.
Una breve analisi della sua vita e delle sue dottrine inquadra l’impossibilità di confondere Martin Lutero (1483-1546) con la fede cattolica