Decine di migliaia di manifestanti hanno percorso ieri le strade di Parigi ribadendo la scollatura esistente tra classe politica progressista e popolo francese sui temi cosiddetti sensibili. Bandiere, sorrisi, canti e slogan intonati contro la legge Taubira, che legalizza le nozze gay in Francia, sono stati il corollario della domenica parigina.
Immagini come quelle immortalate ieri non sono nuove nella capitale francese. Nel 2012 e nel 2013, in pieno dibattito parlamentare sul “matrimonio egualitario”, ingenti e ripetute adunate di protesta avevano dato la misura del dissenso popolare rispetto a un legge di tal risma.
Stavolta, però, un barlume di speranza dilata gli animi dei partecipanti. A primavera in Francia avverranno le elezioni presidenziali. E ad oggi i sondaggi lasciano poco adito a sorprese: l’attuale presidente socialista François Hollande è notevolmente in ritardo rispetto agli avversari. Nel centro-destra a novembre ci saranno le primarie: l’ex presidente Nicolas Sarkozy dovrà vedersela con due strenui oppositori delle nozze gay, Alain Juppé, dei conservatori, e Jean-Frédéric Poisson, presidente del Partito Cristiano Democratico.
Ma Hollande appare in ritardo nel gradimento degli elettori soprattutto rispetto a Marine Le Pen, candidata del Front National, portatrice di valori agli antipodi da quelli libertari dei socialisti.
La nipote della leader nazionalista, la giovane parlamentare Marion Maréchal-Le Pen, era presente alla manifestazione di ieri, fascia tricolore francese al collo, insieme a tanti suoi colleghi di partito. Intervistata dalla stampa, ha ricordato l’impegno del Front National, laddove vincesse le elezioni, ad abrogare la legge Taubira.
La Maréchal-Le Pen ha poi affrontato la questione della maternità surrogata, lanciando un’accusa forte all’Esecutivo Hollande: “Questo Governo incoraggia la violazione della legge francese”, giacché “ha diffuso una circolare che obbliga la trascrizione allo stato civile dei bambini nati da madri surrogate all’estero”.
La 26enne pasionaria del Front National ha dunque dimostrato – se ve ne fosse ancora bisogno – il nesso tra matrimoni omosessuali e utero in affitto, che proprio a Parigi è stato solennemente condannato nel febbraio scorso da una Carta che ne chiede l’abolizione universale, così come il nesso tra nozze gay e consumismo. “Rifiutiamo questo mondo di consumatori compulsivi sradicati e intercambiabili”, ha scandito da un palco sotto la Torre Eiffel.
L’abrogazione del matrimonio omosessuale è l’obiettivo che si prefigge anche la Manif Pour Tous, la piattaforma nata Oltralpe proprio per difendere l’istituto matrimoniale da nuove stravaganti interpretazioni. La presidente del movimento, Ludovine de La Rochère, ha assicurato che caterve di uomini, donne e bambini continueranno a calcare le strade della Francia fin quando la legge Taubira non verrà cestinata.
Nel corso del tempo – ha proseguito – si sono ingrossate le fila degli oppositori al “progetto sociale” del Governo Hollande, definito dalla de La Rochère “individualista e libertario”. Il popolo francese, invece, che non è rappresentato soltanto da quei pochi che frequentano i salotti della “sinistra al caviale”, non vuole una società che sia – ha rincarato la dose la presidente della Manif – “senza radici e senza identità”.
Gran parte della stampa francese pone l’accento sul calo dei partecipanti rispetto al passato: se ieri erano 200mila secondo gli organizzatori e 24mila secondo le forze dell’ordine, nell’ultima grande mobilitazione dell’ottobre 2014, un anno dopo l’approvazione della legge Taubira, sfilarono a Parigi circa mezzo milione di contestatori. Cifre ancora più alte nel 2013, quando più di un milione di persone provarono a bloccare l’iter parlamentare del progetto di legge.
Resta il fatto che, dopo ormai quasi quattro anni dall’approvazione della legge, la partecipazione di ieri costituisce un inequivocabile successo. Ad avvalorarlo, i dati dei più recenti sondaggi. Stando alle rilevazioni pubblicate da Le Figaro, i socialisti che tanto hanno voluto questa legge rimarrebbero fuori dal ballottaggio. Si profila dunque uno scontro tra centro-destra e Front National. Se appare ancora variabile il consenso intorno al candidato repubblicano (la contesa è tra Sarkozy e Juppé), l’unica certezza sembra essere il trionfo di Marine Le Pen.
Dato che testimonia l’avallo degli elettori francesi a uno degli impegni sottolineati appunto ieri da sua nipote: l’abrogazione della legge Taubira.