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Il progetto «Thomas International»: portare la sapienza dell’Aquinate in tutto il mondo con un clic
NEWS 31 Agosto 2016    

Il progetto «Thomas International»: portare la sapienza dell’Aquinate in tutto il mondo con un clic

di Tommaso Scandroglio

 

Provate voi a parlare di lex naturalis, di virtù, di natura umana, di metafisica e persino di Dio all’abitante del pianeta Terra che lo occupa nella sua regione occidentale. Lui che, al massimo, mastica solo di diritti civili, benessere sociale e “love is love”. Una impresa pari, se non superiore, per sforzo e impegno a quella dei primi missionari che sbarcarono nel Nuovo Mondo. E dal Nuovo Mondo, con una inversione di rotta poi così non sorprendente, è giunta sin qui in Italia un progetto culturale chiamato Thomas International il quale vuole rendere commestibile all’uomo contemporaneo tutto quel portato culturale della filosofia classica-tomista che, volenti o nolenti, rappresenta le radici della società occidentale. Per comprendere meglio cosa sia questo progetto, abbiamo bussato alla porta del prof. Fulvio Di Blasi fondatore e il presidente del progetto Thomas International.

Professore, ci illustri un po’ la carta di identità di questa iniziativa

Il progetto risale a quanto ero Research Associate e Adjunct Professor presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Notre Dame, la prima università cattolica americana, tra il 2000 e il 2006. Uno dei miei più cari amici e mentori era Ralph McInerny, uno dei più famosi tomisti al mondo. Lui mi invitava spesso a cena al ristorante del University Club (pagava lui ovviamente) e parlavamo a lungo di filosofia, di educazione cattolica e della situazione delle università cattoliche. Condividevamo l’idea che molte università cattoliche (specialmente le più imponenti) hanno perso l’unità culturale e la visione complessiva che dovrebbe caratterizzarle e ormai non hanno più risorse creative e vitali in grado di orientare in senso cattolico la cultura e la ricerca scientifica. Spesso anzi sono all’inseguimento (e succubi) di parametri di qualità esterni che hanno poco a che vedere con la cultura cattolica. La cultura cattolica accademica è in crisi di inferiorità e di identità culturale.

E’ questo il motivo ispiratore del Thomas International Center?

Sì, con Ralph abbiamo promosso e organizzato diversi convegni e seminari con l’idea di riprendere i fondamenti della tradizione filosofica e universitaria cattolica ripartendo da una comprensione sapienziale della sintesi tomista. Ricordo che un giorno a cena mi disse che avremmo proprio dovuto istituire un centro di ricerca apposito con l’idea di lavorare sull’idea di università cattolica e creare un network di intellettuali e sostenitori. Era un’idea che io stesso gli avevo esposto precedentemente ma in quel momento mi concentrai sulle difficoltà e sul fatto che sarebbero serviti fondi iniziali quantomeno per alcuni viaggi e meeting strategici. Di tutta risposta lui tirò fuori il blocchetto e firmò un assegno di 20.000 dollari. Così nacque il Thomas International Center. La nostra Board of Directors e la nostra Advisory Board annoverano persone d’eccezione nel mondo cattolico americano e, soprattutto, persone appassionate e magnanime.

E cosa avete fatto?

Abbiamo iniziato a lavorare come un think tank, organizzando convegni, corsi e pubblicazioni. Al tempo stesso coltivavamo l’idea di avviare un progetto universitario nuovo che potesse coinvolgere altre istituzioni e ridare vitalità all’idea di università cattolica.

Volete fare una università tradizionale?

Sì e no. I nuovi canali di comunicazione e le tecniche di insegnamento a distanza hanno un potenziale culturale enorme ed eliminano le barriere geografiche. Una università online può arrivare in un attimo dappertutto e coinvolgere le energie migliori del pianeta senza limitazioni. Inoltre consente costi bassi per l’istruzione e può dare nuova linfa perfino all’insegnamento tradizionale de visu.

In che modo?

Molto spesso le lezioni accademiche dal vivo sono uno spreco di risorse. Il docente deve tenere la stessa lezione ogni semestre e spesso non la prepara neanche troppo bene. Gli studenti, dal canto loro, fanno fatica a prendere appunti, perdono un tempo infinito a correggerli, ricopiarli, confrontarli con i colleghi, ecc., e spesso non riescono a confrontarsi sulle lezioni col docente. Se invece le lezioni fossero prodotte con video di qualità, che significa averle preparate almeno una volta in maniera competitiva, lo studente potrebbe vedersele a casa quando vuole, mettendo in pausa, tornando indietro, senza rischio di franintendimento o di distrazione. E poi in classe col docente potrebbe semplicemente parlare, discutere, approfondire. È il “flipped teaching”: la lezione si fa a casa e i compiti per casa a lezione, per così dire.

Avete avviato anche un canale televisivo. Come si inserisce in questi piani? In Italia era attivo il canale satellitare Rai Nettuno che offriva lezioni universitarie. Non andò benissimo: venne chiuso nel 2014. Voi pensate di fare meglio?

Beh, il canale televisivo era nato da un’idea di marketing, in un certo senso, per fare vedere e apprezzare ai nostri amici e sostenitori il tipo di cultura che stiamo progettando e attualizzando per la futura università. L’abbiamo avviato a marzo e ha riscosso un apprezzamento che va ben oltre le nostre previsioni e le intenzioni promozionali. Non credo poi che si possa tracciare un parallelismo tra il nostro canale e iniziative come RAI Nettuno. Intanto noi non abbiamo nulla a che vedere con il dio del mare ma con quello vero. Scherzo ovviamente, ma non del tutto. Thomas International non è un’iniziativa commerciale e non dipende da investimenti, introiti pubblicitari o margini di profitto. Noi abbiamo attualmente persone che donano in termini di forza lavoro circa mezzo milione di dollari l’anno. Inoltre, il nostro sito è indirizzato ai cattolici di tutto il mondo (la lingua madre è l’inglese) ed è inteso a creare per loro una casa accogliente dove trovare materiale di alta cultura in armonia con la loro fede.

Fede e Tv un binomio difficile…

Noi siamo un non profit che punta a una nicchia di persone altamente motivate da una fede che cerca l’intelligenza e da un intellectus quaerens fidem. Non credo che molti dei miei amici che sono entusiasti del nostro canale e che danno liberamente piccoli donativi per sostenerlo si sarebbero entusiasmati allo stesso modo per RAI Nettuno. Se il canone RAI venisse richiesto come donativo libero noi avremmo già più successo della RAI.

Il passo successivo?

Ampliare i corsi e iniziare a offrirli tramite una piattaforma interattiva provvisoria anche prima che quella definitiva venga completata nel 2017. Qualsiasi studente o professionista o appassionato avrà la possibilità di seguire i nostri corsi online e ricevere una certificazione. Alcuni corsi riceveranno crediti da altre università o da associazioni professionali.

Il progetto Thomas International vuole riscoprire l’insegnamento di Tommaso D’Aquino e della filosofia classica e riproporlo a noi contemporanei. Si tratta quindi di una iniziativa di “archeologia” filosofica rivolta solo ad eruditi filologi?

La cultura e la verità non hanno età e non svecchiano. Se una cosa è vera vale allo stesso modo duemila anni fa e oggi. Se poi una verità è stata un po’ dimenticata o negletta va riscoperta e riproposta il prima possibile non per amore dell'archeologia ma per amore dei contemporanei che ne hanno bisogno. Ma c’è di più. Il progetto Thomas International non ha alcuna intenzione di chiudersi nel passato, al contrario. San Tommaso rappresenta un vertice della cultura universale e merita di essere riletto con attenzione ma è anche un simbolo di come si fa cultura e ricerca. L’obiettivo è recuperare quella visione, non rifiutare il moderno e il contemporaneo. Ed è un obiettivo che ci riguarda tutti culturalmente, dagli intellettuali all’uomo comune, che spesso sa essere più sapiente dei sapienti.

Thomas International si occupa anche di aziende. Cosa c’entra Tommaso D’Aquino con un manager dei nostri tempi?

Alcune aziende si rendono conto che non solo la società nel suo complesso ma anche il proprio business funzionano meglio se ci sono maggiore cultura, visione sapienziale e coinvolgimento etico da parte di lavoratori, dirigenti e stakeholders in generale. La business ethics e la CSR (Corporate Social Responsibility) si accostano a una nuova sfida: quella di diventare cultura e così facendo incrementare i profitti e il benessere della società intera. Gli studi, i codici etici, i seminari, i bilanci sociali, ecc., spesso rimangono lettera morta, o di interesse solo per pochi addetti ai lavori. Come si fa a fare incarnare principi di buona condotta etica nella vita concreta aziendale e commerciale? Se i principi non passano dai codici etici alla cultura effettiva in fin dei conti non serviranno a molto.

Concretamente…

Alcune aziende sostengono i progetti di Thomas International nella convinzione che noi possiamo dare un contributo importante alla creazione di una cultura che faciliti e agevoli positivamente anche il loro stesso funzionamento. Inoltre, negli ultimi anni Thomas International ha collaborato con alcune aziende anche alla creazione e sviluppo di strumenti etici utilizzabili direttametne all’interno delle aziende per incrementale la cultura e il coninvolgimento dei lavoratori.

Per approfondire QUI e QUI