“La coincidenza ha un senso”, per questo non si può non rilevare che il card. Giacomo Biffi sia salito al cielo, un anno fa, proprio nel giorno in cui la Chiesa ricorda un grande santo come Benedetto da Norcia, Patrono d’Europa.
Coincidenza che ha evocato ieri, presso la Cattedrale di San Pietro a Bologna, il card. Carlo Caffarra, succeduto a Biffi come Arcivescovo della diocesi nel 2003. L’Arcivescovo emerito di Bologna ha pronunciato l’omelia della Messa in suffragio del card. Biffi, a un anno dalla sua scomparsa.
Dopo aver ringraziato il celebrante mons. Matteo Zuppi, attuale Arcivescovo di Bologna, per aver lasciato a lui l’onore di aiutare i fedeli “nella comprensione della Parola di Dio”, Caffarra ha presentato la figura di San Benedetto come “maestro di coloro che dedicano la vita” al servizio del Signore.
“La vita di fede – ha evidenziato Caffarra – è accoglienza e custodia di una verità che non è frutto di ricerche umane, ed ancor meno espressione dello spirito del proprio tempo”. Si tratta piuttosto di un “dono dall’alto che va semplicemente accolto; è luce che dissolve le tenebre dei nostri errori”.
Ma per accogliere questa luce, tuttavia, è opportuno avere un “occhio sano”, cioè maturare una disposizione verso Dio. A costo di apparire come anticonformisti.
A tal proposito il porporato ha detto che “ricercare la vera sapienza della vita, la scienza di Dio, è possibile solo se non ci lasciamo imprigionare dentro le opinioni delle maggioranze, dentro le opinioni correnti”.
Ricerca, quella della scienza di Dio, che ha contraddistinto l’itinerario di vita di San Benedetto, che è giunto a vedere il mondo intero, l’intera vicenda umana, sub uno solis radio, alla luce di un solo raggio del sole, che è Cristo.
E questo “vedere cogli occhi della fede il mondo intero” è l’eredità – ha commentato Caffarra – che il card. Biffi lascia alla diocesi di Bologna e alla Chiesa tutta. Secondo l’Arcivescovo emerito, egli “ci ha donato la chiave interpretativa di tutto”, che è “il mistero di Cristo Crocefisso e Risorto”, “principio, senso ultimo e fine di ogni realtà”.
Saper “far tesoro di questa stupenda eredità”, ha aggiunto Caffarra, ci immunizza da due “gravi malattie”: lo “strabismo” nel guardare il mondo con “altri criteri di lettura della realtà umana” e la “dislessia” nel vedere qualcos’altro accanto a Cristo, come se Lui da solo “non bastasse a risolvere positivamente l’oscuro enigma della nostra vita”.
Ma guardare il mondo alla luce del raggio di sole che è Cristo rappresenta un monito che il card. Biffi rivolse anche all’Europa, il cui destino è sempre stato nel suo cuore. Il Cardinale ricordava che i popoli europei erano “più o meno tutti ricchi di mezzi e poveri di verità”.
Di qui il suo appello affinché avvenisse un “efficace risveglio sia della ragione sia dell’antica fede” per far “ridiventare” l’Europa cristiana.
Quella Europa di cui San Benedetto è Patrono continua oggi – rileva il card. Caffarra – ad essere “povera di verità”. Un’Europa che “credeva di costruire la sua unità sul denaro”, tuttavia “non c’è cosa che divida di più del denaro gli animi umani”. E un’Europa che “crede di costruire la sua unità su valori puramente formali, come per esempio la tolleranza, e non vede che sta costruendosi sul niente”.