E’ imminente l’uscita – forse nel prossimo mese di giugno – del film che racconta la storia di Salvatore Crisafulli, disabile catanese morto nel 2013, che fino alla fine ha gridato la sua voglia di vivere e il suo fermo no all’ eutanasia.
Ce ne ha parlato in esclusiva il fratello di Salvatore, Pietro, un uomo che ha votato la sua esistenza prima alla cura del fratello, poi, dopo la sua morte, alla testimonianza della sua voglia di vivere contro tutte le superficiali ipocrite forme di pietismo che propongono l’eutanasia (nelle sue diverse subdole forme) come un gesto di “amore” per il disabile o di “rispetto” per la sua “libera scelta” di morire.
Il nostro Parlamento discute di eutanasia e di testamento biologico: basterebbe – per chiudere la discussione – che riflettesse sul fatto che Pietro Crisafulli è convintamente e radicalmente a favore della vita senza se e senza ma, fino alla sua fine naturale, pur essendo un non credente. La conclusione del film avrà certamente un impatto forte sul mondo della politica, del costume e anche su un certo mondo ecclesiastico: il messaggio è forte, drammatico, ma al contempo carico di speranza.
Il film non si intitolerà “Ho voglia di vivere”, come si pensava in un primo momento, ma La Voce negli Occhi.
Salvatore Crisafulli, “prigioniero del suo corpo”, come scriveva lui stesso nel libro “Con gli occhi sbarrati”, scritto assieme al fratello Pietro e alla giornalista Tamara Ferrari, era stato dato per spacciato da illustri scienziati, da cui era stato definito “un vegetale”, e invece era vivo e presente a se stesso: quando è riuscito a comunicarlo agli altri, è diventato un simbolo della voglia di vivere, l’ “anti-Welby” per eccellenza. Del quale, però, in un mondo dominato dalla cultura della morte, ha avuto certamente molta meno risonanza mediatica.
Salvatore ha imparato a comunicare attraverso il linguaggio degli occhi. Questo spiega il titolo del film: erano gli occhi la voce di Salvatore che ha gridato incessantemente, finché ha potuto, la sua inesauribile vitalità. La sindrome del locked- in non gli ha impedito di esprimere in mille modi la volontà di non morire, di curarsi: si è sempre battuto contro l’eutanasia. “Non può il diritto di morire diventare la nuova frontiera dei diritti umani”, aveva dichiarato più volte.
Il film è stato prodotto da Sicilia Risvegli Onlus, associazione fondata dallo stesso Crisafulli di cui è presidente il fratello Pietro.
Egli ci ha spiegato che anche la sceneggiatura è stata completamente riscritta, e ci ha illustrato il cast, composto anche da medici veri, come il dottor Enrico Ladelfa. Gli attori, tutti volontari, sono Maria Maugeri, Carmelo De Luca, Pietro Crisafulli, Giovanni Gagliano, Francesca Tropea, Orazio Campagna (Salvatore bambino), Karim Anselmi (Pietro bambino), Jonathan Crisafulli (Pietro adolescente), Agata Reale, Rosalba Bologna, Enzo Campisi, Maurizio Bologna, Giuseppe Santostefano, Domenico Crisafulli (che interpreta lo spirito di Agatino, un fratello di Pietro e Salvatore morto nel ’92 a soli 21 anni).
La regia è di Rosario Neri, la colonna sonora è di Andrea Ferrante – un allievo di Ennio Moricone.
Il ricavato del film servirà a costruire un centro risvegli per i malati gravemente traumatizzati che potrebbe diventare un’alternativa siciliana alle costose cliniche del nord Italia e dell’Europa, le uniche, ad oggi, a prestare assistenza a questo tipo di pazienti e a far fronte alle loro esigenze.
Ma prima sarà necessario coprire le spese che – nonostante la generosa partecipazione volontaria della maggior parte dei soggetti coinvolti – ha avuto necessariamente notevoli costi tecnici. Sarà quindi molto ben accetto qualsiasi contributo: per informazioni si può visitare la pagina Facebook Sicilia Risvegli Onlus.