La polizia del Madhya Pradesh ha scoperto una vendita illegale di neonati nell’ospedale Palash di Morar, nel distretto di Gwalior. Il personale medico, con la connivenza del direttore, aveva istituito una “fabbrica di bambini”, nella quale le donne potevano portare a termine gravidanze indesiderate in modo segreto. Poi i medici rivendevano i nascituri al prezzo di 1.500 dollari (circa 1.300 euro).
Le forze dell’ordine hanno arrestato cinque medici, compreso il dirigente sanitario. I neonati venivano venduti in maggioranza a coppie sterili che vivono nell’area. Prateek Kumar, funzionario di polizia, riferisce che “tre bambini sono finiti nelle mani di coppie residenti nell’Uttar Pradesh e nel Chhattisgarh”.
Le indagini hanno rivelato che il traffico dei piccoli riguardava quelli nati da relazioni extra coniugali o in seguito a violenze sessuali subite dalle donne. I medici avevano organizzato un vero e proprio racket, e pagavano una banda incaricata di trovare ragazze con gravidanze indesiderate.
Un investigatore ha raccontato: “Quando le donne, o le loro famiglie, si recavano in ospedale per portare a termine la gravidanza, i medici le convincevano [a non interrompere la gestazione] e assicuravano loro un parto sicuro e in segreto”. Poi dopo il parto e le dimissioni della madre, continua, “le autorità dell’ospedale iniziavano la ricerca una coppia ingenua a cui poter vendere il nascituro”.
Gli arrestati sono accusati di crimini gravi: acquisto o riduzione in schiavitù di una persona (art. 370 del codice di procedura penale; commercio recidivo di schiavi (art. 371; acquisto di minori al fine della prostituzione (art. 373).
Al momento la polizia sta tentando di rintracciare altri bambini, ma le speranze sono deboli. Ogni anno nel Paese vengono alla luce migliaia di bambini frutto di relazioni illecite o di stupro. Tra i tanti crimini contro le donne, la violenza sessuale è tra le più diffuse in India. I dati più aggiornati riportano che nel 2014 vi sono stati 33.707 casi di violenza, il 9% in più rispetto all’anno precedente; il 38% delle vittime erano ragazze al di sotto del 18 anni.