Da Come muoiono i santi. 100 racconti di risurrezione di p. Antonio Maria Sicari (Edizioni Ares)
«Non sarà un po’ triste la lettura di questo libro?», mi dice un amico, sbirciando casualmente il titolo del manoscritto (appena completato) che ho sul tavolo. Ripenso, allora, a un dramma di Gustave Thibon (significativamente intitolato: Sarete come dèi!) in cui si descrive il tripudio di una società dove l’uomo è divenuto immortale: la scienza e il progresso tecnico hanno finalmente riportato vittoria sulla natura! Solo una giovane ragazza si sente afferrare da un’invincibile tristezza. «Non sei contenta?», le chiedono gli amici sbalorditi, «Non capisci che abbiamo abbattuto il muro della morte?». Ma lei rimane pensosa: «E se, invece di abbattere un muro, avessimo chiuso una porta? Io non voglio questa immortalità, perché ho bisogno dell’eternità». Prima o poi – concludeva l’autore – bisognerà decidere se vogliamo essere uomini del futuro o uomini dell’eternità. La differenza è nel desiderio spasmodico di santa Teresa d’Avila che, già da bambina, diceva: «Io voglio vedere Dio!». In questo libro, dunque, ho raccontato la morte di molti santi, ma tutti mi hanno confermato la verità di questa antica intuizione cristiana: quando muore un santo, è la morte che muore!