LA RICORRENTE – «Con l’accoglimento del nostro ricorso si è affermato un principio importantissimo, non solo per la scuola di Bologna, ma per la scuola italiana. L’indicazione è estremamente chiara: la scuola è laica. A scuola si insegna a vivere insieme, si fa cultura. Le pratiche religiose restano fuori. È stato affermato un principio della Costituzione». È il commento di Monica Fontanelli, una delle insegnanti che ha presentato il ricorso accolto dal Tar.
LA POLEMICA – A proporre le benedizioni, a gennaio dell’anno scorso, furono i sacerdoti di Santa Maria della Misericordia, San Giuliano e Santissima Trinità, le tre parrocchie vicine alle scuole dell’Istituto 20., nel quartiere Santo Stefano, cuore della città Mentre alle Carducci e alle Rolandino non ci furono particolari levate di scudi, alle Fortuzzi andò diversamente. Poco importava che la benedizione pasquale si svolgesse fuori dagli orari di lezione e su base volontaria: un gruppo di insegnanti decise di mettere nero su bianco la propria contrarietà, scatenando un braccio di ferro che divise per settimane i genitori. Sette di loro undici insegnanti, insieme al Comitato Scuola e Costituzione, decisero di ricorrere al Tar. «Una iniziativa discriminatoria che calpesta la laicità dello Stato», dissero i ricorrenti. La scuola andò avanti, la benedizione arrivò prima della pronuncia del Tar sulla sospensiva, che a quel punto risultava superata. Si attese quindi la discussione di merito, la cui sentenza è stata resa nota oggi.