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«La sua ragione d’essere è la guerra a Dio e alla sua Chiesa». La Massoneria è stata e resta «inimica vis»
NEWS 23 Dicembre 2015    

«La sua ragione d’essere è la guerra a Dio e alla sua Chiesa». La Massoneria è stata e resta «inimica vis»

di Gelsomino Del Guercio

 

La Massoneria ha mai provato a distruggere la religione in Italia? Hai mai agito per bloccare l’azione della Chiesa cattolica e affossarla? La risposta è positiva. Nel senso che la Massoneria sin dalla sua nascita ha provato a scalfire il potere ecclesiastico con azioni eversive che sono state arginate dai papi.

Angela Pelliccieri, storica del Risorgimento e docente di Storia della Chiesa, premette ad Aleteia: «La massoneria moderna nasce a Londra nel 1717: la chiesa emette la prima delle sue centinaia di condanne e scomuniche nel 1738 con la lettera apostolica In Eminenti di Clemente XII. “Contenti di una certa affettata apparenza di naturale onestà”, scrive il papa a proposito dei liberi-muratori. Il papa ha ragione: la massoneria ha sempre sulle labbra la parola “morale”, ma la morale cui si riferisce non è la morale rivelata».

LA PERSECUZIONE ANTI-RELIGIOSA

E infatti, fa notare Pellicciari, nel 1853 J.M. Ragon, luminare della massoneria francese, così puntualizza: “la Massoneria non riceve la legge, è lei stessa a stabilirla”. «Pio IX e Leone XIII, i papi che assistono, durante il risorgimento, allo smantellamento di tutti gli ordini religiosi della religione cattolica (pur definita religione di stato), alla persecuzione di vescovi e preti, alla riduzione in povertà assoluta della maggioranza della popolazione costretta ad un’emigrazione di massa, individuano nell’odio massonico e protestante l’origine anticattolica e, quindi, antitaliana, di tanta violenza e sfacelo».

L’ERRORE DEI PRINCIPI

Come in Francia durante la rivoluzione, come durante l’impero del massone Napoleone, come in America Latina, come in Spagna e Portogallo, la massoneria è società rivoluzionaria che i principi appoggiano «senza accorgersi di firmare la propria rovina», sentenzia la storica della Chiesa. «I papi lo ricordano spesso ma non sono ascoltati. Sotto il pontificato di Gregorio XVI la polizia scopre una documentazione di estremo interesse riguardante la carboneria (una società segreta di derivazione massonica) che mostra come l’odio per la chiesa si accompagni a quello per la famiglia».

“DISGUSTO DELLA RELIGIONE”

Così scrive il settario conosciuto con lo pseudonimo di Piccolo Tigre: “L’essenziale è isolare l’uomo dalla famiglia, è fargliene perdere le abitudini […] Quando avrete insinuato in qualche animo il disgusto della famiglia e della religione (l’una va quasi sempre a seguito dell’altra) lasciate cadere qualche parola che provocherà il desiderio di essere affiliato alla Loggia più vicina. […] Il fascino di ciò che è sconosciuto esercita sugli uomini una tale potenza, che ci si prepara tremando alle fantasmagoriche prove dell’iniziazione e dei banchetti fraterni”.

L’AVVERTIMENTO DI PIO XII

Nel 1821 Pio VII scrive a proposito dei carbonari: “Costoro simulano un singolare rispetto e un certo straordinario zelo verso la Religione Cattolica”, ma “non sono altro che dardi scoccati con più sicurezza da uomini astuti, per ferire i meno cauti; quegli uomini si presentano in vesti di agnello ma nell’intimo sono lupi rapaci”. Il papa, secondo Pellicciari, ha ragione: nel documento noto col nome di Istruzione permanente redatto nel 1819 si legge: “dovete presentarvi con tutte le apparenze dell’uomo serio e morale. Una volta che la vostra buona reputazione sia stabilita nei collegi, nei ginnasi, nelle università e nei seminari, una volta che abbiate catturato la confidenza di professori e studenti, fate in modo che a cercare la vostra compagnia siano soprattutto quanti sono arruolati nella milizia clericale […] Si tratta di stabilire il regno degli eletti sul trono della prostituta di Babilonia: che il clero marci sotto la vostra bandiera mai dubitando di seguire quella delle chiavi apostoliche”.

I CONSIGLI DEL MASSONE

I carbonari puntano sull’infiltrazione all’interno del clero. Il 18 gennaio 1822 Piccolo Tigre scrive agli affiliati piemontesi: “servendosi del pretesto più futile, ma mai politico o religioso, create voi stessi, o meglio ancora fate in modo che siano create da altri, associazioni aventi come fine il commercio, l’industria, la musica, le belle arti. Riunite in un luogo qualsiasi, anche nelle sacrestie o nelle cappelle, le vostre tribù che ancora non sanno nulla; mettetele sotto la guida di un prete virtuoso, noto, ma credulone e facile da ingannare; infiltrate il veleno nei cuori scelti, infiltratelo a piccole dosi e come per caso; in seguito, pensandoci, sarete stupiti voi stessi del vostro successo”.

“SEPPELLIREMO LA CHIESA”

Qualche anno più tardi il “cugino” Vindice così sintetizza lo scopo della carboneria: “E’ la corruzione alla grande che abbiamo cominciato, la corruzione del popolo attraverso il clero e del clero per mezzo nostro, la corruzione che senza dubbio ci porterà un giorno a seppellire la Chiesa”.

L’INGRESSO NELLA LOGGIA

«Segreto, giuramento, nessuno scrupolo nell’uso di qualsiasi mezzo perché il fine giustifica i mezzi, calunnia, menzogna, omicidio, sono le armi cui le associazioni segrete ricorrono per mettere in atto i propri piani – afferma l’esperta – Il giuramento in particolare accompagna tutti gli avanzamenti di grado all’interno del percorso massonico». Al momento del suo ingresso in loggia come apprendista il candidato così giura: “Prometto di non palesare giammai i segreti della Libera Massoneria; di non far conoscere ad alcuno ciò che mi verrà svelato, sotto pena di aver tagliata la gola, strappato il cuore e la lingua, le viscere lacere, fatto il mio corpo cadavere in pezzi, indi bruciato e ridotto in polvere, questa sparsa al vento per esecrata memoria ed infamia eterna”.

LA DENUNCIA DEI PONTEFICI

A cominciare da Clemente XII e fino a Leone XIII tutti i papi denunciano con fermezza, con coraggio, con patriottismo, con analisi storiche e filosofiche dettagliate, i propositi rivoluzionari delle logge che, esaltando la “libertà”, mirano ad ottenere libertà solo per se stessi formando all’interno dei vari stati come uno stato nello stato che detta legge su ogni aspetto della vita pubblica.

GLI ARTICOLI “ANTI-CHIESA”

Nel 1864, all’indomani del merito “grandioso” che le logge si attribuiscono per aver sferrato il più duro attacco alla chiesa cattolica nella sua patria di elezione (Roma e l’Italia), gli articoli 3 e 7 delle costituzioni della massoneria italiana stabiliscono: “Art. 3. Suo fine [della massoneria] diretto e immediato si è di concorrere efficacemente all’attuazione progressiva di questi principii nell’Unità, sì che divengano gradualmente legge effettiva e suprema di tutti gli atti della vita individuale, domestica e civile”; “Art. 7. A meta ultima de’ suoi lavori si prefigge di raccogliere tutti gli uomini liberi in una gran famiglia, la quale possa e debba a poco a poco succedere a tutte le sette, fondate su la fede cieca e l’autorità teocratica, a tutti i culti superstiziosi, intolleranti e nemici fra loro, per costruire la vera e sola chiesa dell’Umanità”.

LA CONDANNA UFFICIALE DELLA MASSONERIA

“Personificazione permanente della rivoluzione, [la massoneria] costituisce una specie di società a rovescio, il cui scopo è un predominio occulto sulla società riconosciuta, e la cui ragione d’essere consiste nella guerra a Dio e alla sua Chiesa”, scrive Leone XIII nel 1902 poco prima di morire. «La ferma condanna della chiesa contro la massoneria – conclude Pellicciari – contro tutti i tipi di massoneria (“condanniamo e proibiamo le predette Società, Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole dei Liberi Muratori o des Francs Maçons, o con qualunque altro nome chiamate”, scrive Clemente XII), vale fino ai nostri giorni come esplicitamente ricordato dal cardinal Ratzinger nella Dichiarazione sulla massoneria del 1983.