Il Cairo (AsiaNews) – I terroristi del cosiddetto Stato islamico “sono già infiltrati nelle popolazioni europee. Per anni hanno ricevuto soldi, armi e indottrinamento religioso dall’Arabia Saudita e dai Paesi del Golfo, con la supervisione dell’Occidente. Dire che la soluzione è quella dei raid aerei [in Siria e in Iraq ndt] è una bugia”. Lo dice il patriarca della Chiesa siro-cattolica Mar Ignace Youssif III Younan a “Le Messager”, organo di stampa della Chiesa cattolica in Egitto.
In una lunga intervista, il patriarca accusa i governi occidentali di voler “mantenere il conflitto infinito in Siria” e di aver “tradito i cristiani d’Oriente. Avevamo spiegato sin dall’inizio che la nostra situazione era diversa da quella delle altre nazioni della regione, non ci hanno ascoltato. E ora piangiamo cinque anni di morti”. Di seguito l’intervista completa, traduzione in italiano a cura di AsiaNews.
Beatitudine, qual è la situazione dei siriani, e in modo particolare dei cristiani?
Al momento la situazione in Iraq e Siria è drammatica, e tutto il popolo siriano vive nel dolore. Noi, come pastori, dobbiamo essere vicini al nostro popolo e aiutarli al massimo delle nostre possibilità. I siro-cattolici (così come le altre chiese tipo i caldei, gli assiri e i siro-ortodossi) hanno vissuto per secoli nella parte orientale della Siria, nei pressi del fiume Rafi Din. Ma non ci eravamo mai spostati nella parte occidentale o in Libano come in questi giorni. La nostra presenza andava anzi verso Iran, Afghanistan e India. Le colline afghane note come Tora Bora prendono il nome da un termine siriano che significa ‘le colline più scure’.
Oggi siamo intrappolati in una situazione terribile: sciiti e sunniti, problemi settari ed etnici, gang criminali chiamate Isis e altri gruppi terroristici che usano l’islam come un pretesto per “purificare” in nome della religione le aree sotto il loro controllo, e studiosi musulmani che ci dicono che l’islam è estraneo a questi fatti.
Noi cristiani non siamo in grado di vivere in questo caos che produce milizie, bande armate, gruppi terroristi e partiti islamici. Ma quando manteniamo una posizione ferma contro questi fenomeni, allora l’Occidente ci accusa di essere dittatoriali. Eppure nella storia non importa se vi è un califfo, un re, un emiro, un principe o un presidente della Repubblica; almeno fino a quando questi garantisce pace e sicurezza alle minoranze.
Quando il caos è scoppiato, dopo l’invasione dell’Iraq nel 2003 fino a oggi, abbiamo capito l’orrore di questa situazione. Le democrazie occidentali che hanno cospirato contro la Siria hanno prodotto la distruzione dell’infrastruttura della nazione, la demolizione di case, città, villaggi, monumenti e siti archeologici. Questo è il risultato di una politica non saggia e di una cospirazione, con il pretesto di portare la democrazia nella regione.
Le nostre nazioni non accettano con facilità la democrazia perché non esiste una reale separazione della religione dallo Stato. Le minoranze implorano per avere una rappresentanza davanti alla maggioranza musulmana, e si sentono come immigrati in terra straniera. Noi cristiani siamo in queste terre da migliaia di anni, molto prima dell’islam. I politici dell’Occidente – e in particolare quelli di Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia – sono in favore di un conflitto senza fine in Siria e Iraq. Questo ha prodotto gruppi di terroristi e di ‘takfiriin’ [coloro che condannano gli altri per apostasia-ndr] e i media occidentali rimangono in silenzio, in modo complice e codardo. Non si tratta di difendere la verità e la giustizia: si inginocchiano davanti a chi paga e restano zitti.
Tutti i patriarchi orientali, me compreso, hanno parlato con chiarezza all’Occidente sin dall’inizio: “State attenti, la situazione della Siria non è come quella egiziana, tunisina o libica. È molto più complessa, e un conflitto creerà soltanto caos e guerra civile”. Non hanno ascoltato e hanno risposto: “No, il regime degli Assad cadrà in pochi mesi”. Cosa che non è accaduta, come avevo predetto. E cinque anni dopo un popolo innocente, e in modo particolare i cristiani, non trova più nessuno per sostenerlo. L’Occidente ci ha traditi.
Come legge la questione del flusso di migranti verso l’Europa?
Più di due mesi fa, il mondo si commosse davanti alla fotografia del piccolo Aylan, morto sulle coste turche con la sorella e la madre. Ma i governi occidentali hanno un’altra agenda, in particolare la Turchia che ha cambiato la sua politica nei confronti dei migranti quando ha capito che le Nazioni Unite e l’Unione Europea non l’avrebbero aiutata in modo sufficiente. E quando la signora Merkel ha annunciato che la Germania avrebbe accettato 800mila migranti.
In questo modo il flusso di migranti è aumentato, così come sono aumentati coloro che viaggiano con documenti falsi o in altri modi illegali per raggiungere la Germania o le altre nazioni europee. Non si tratta soltanto di siriani: sono aumentati anche coloro che provengono da altre nazioni.
Oggi le varie parti del mondo sono divenute molto più vicine le une alle altre. Non si può pensare di sconfiggere Daesh [termine arabo per lo Stato islamico ndt] con i raid aerei: questa è una grande bugia. Perché i loro sostenitori sono infiltrati nella popolazione, dove sono finanziati e ottengono armi e indottrinamento religioso. Per anni questi gruppi terroristici sono stati foraggiati dall’Arabia Saudita e dalle Nazioni del Golfo sotto la supervisione dell’Occidente. Ora i siriani chiedono alla Russia di intervenire, sulla base di un accordo di coordinamento militare. Il governo siriano è il governo legittimo, riconosciuto dalle Nazioni Unite. Dobbiamo essere pratici: soltanto l’1% dei cittadini iracheni è ormai di religione cristiana. Se scappano anche questi, la nostra presenza svanirà. Non abbiamo bisogno di parole ma di atti.
Ha speranza nei colloqui di Vienna?
La speranza c’è, ma non so quanto durerà. Distruggere è facile, mentre costruire è difficile. Negli ultimi cinque anni abbiamo avuto soltanto distruzione e migrazione forzata, e ci vorrà tempo per ripartire. Spero che questi colloqui si concludano nel miglior modo possibile.
Lei ha partecipato a Roma al Sinodo sulla famiglia. Sua Santità papa Francesco è addolorato per quello che accade ai cristiani orientali…
Sì, Sua Santità il papa – come vescovo di Roma, successore di san Pietro, capo della Chiesa cattolica e vertice della maggiore comunità religiosa al mondo – è pieno di dolore per quello che accade in Oriente. E come “padre” del Sinodo ha emesso un accorato appello di solidarietà per i cristiani del Medio Oriente. Sua Santità è un difensore della giustizia, e ha suggerito che il Vaticano ospiti la prossima conferenza sul futuro dei cristiani orientali. È una vergogna che l’Occidente lasci i cristiani in questa situazione.
*direttore de “Le Messager” e portavoce della Chiesa cattolica egiziana