Cinquant’anni di matrimonio, due vite divenute una. Cinquant’anni di fatica, amore, liti, passione. Tre figli. Cinquant’anni insieme, mettici i mesi di fidanzamento, il primo sguardo e l’idea che esistessero l’uno senza l’altra sfuma, non c’è più. E senza l’altro non ci sono voluti stare Livio e Gianna. Lei era malata, Giuliano, Francesca e Giancarlo i loro bimbi ormai cresciuti. Da tempo si preparavano a dirle addio. Poi lui, quasi a sentire che il tempo per starle accanto stava per finire, un lunedì pomeriggio s’è spento, di colpo, accanto a lei. Gianna l’ha pianto, poi deve aver deciso che senza Livio chi era non lo sapeva più, né voleva saperlo. Una manciata di ore e l’ha raggiunto. Così, come prendendo sonno, come cominciando un sogno. Occhi chiusi, i dolori dell’età (83 anni lui, 78 lei) che d’improvviso non ci sono più e la scommessa definitiva, quella che ti fa credere che lo ritroverai. E non è questione di fede ma di banale bene, rispetto di chi ancora è capace di stare insieme e dell’amore, di tollerare quei piccoli grandi difetti che in cinquant’anni mica gli hai limato, è per questo che noi ci si crede che Gianni e Livio si stiano abbracciando ancora e ancora. Un unico funerale, un ultimo viaggio a due che li ha portati fuori dalla casa in cui erano andati a vivere appena sposati. Quella a Saccolongo, in provincia di Padova, in cui si son tirate su le creature, quella che non è mai stata, alla fine, né troppo piccola né troppo grande, solo, immensamente, casa.
Si chiamano Livio Gastaldello e Gianna Della Libera e sono una storia antica, di quelle che si raccontano sempre meno perché fa così antiquato, bigotto, dire che il matrimonio ha ancora senso. Che il loro «finché morte non ci separi» è pure andato oltre. Sono una storia antica perché romantica nel senso più dolce, che è quello che con le fiabe non ha nulla a che vedere. La vita è più complicata, sudata, meravigliosamente sporca e tenera d’una fiaba. E loro hanno saputo e scelto d’esser cosa sola, insieme imperfetto a regalare la storia perfetta. E se ne sono andati insieme, ché soli non aveva più senso, non si poteva più.