Pubblichiamo direttamente dalla pagina facebook «Avvocato Gianfranco Amato fanpage» questa frase:
«Picchetti davanti alla Chiesa per ostacolare la libera partecipazione ad un incontro della comunità parrocchiale di Sommacampagna con l’avv. Gianfranco Amato…». Insieme alla quale vengono mostrate foto di locandine in cui si invita ad andare a contestare l’Avvocato o boicottare la «parrocchia omofoba».
Spesso l’avvocato Amato, per questioni di sicurezza, ha pubblicato le date delle conferenze da lui tenute con poco anticipo.
A maggior ragione dopo le minacce, e gli atti di vandalismo alla sua auto fatti a Viareggio e recentemente nei pressi della sua abitazione.
Ci troviamo oramai nell’era del Grande Fratello orwelliano, in cui il pensiero unico che non accetta opinioni differenti tenta di intimidire ogni voce fuori dal coro.
E il sopruso spesso e volentieri si presenta sotto forma di atti denigratori, tentativi (a buon fine o meno) di censura, addirittura minacce.
Lo abbiamo visto con l’Unar che ha appena «rimproverato» Giorgia Meloni, intimandola di «trasmettere messaggi di diverso tenore».
Lo abbiamo visto con il boicottaggio a Dolce e Gabbana per le dichiarazioni fatte, da poco aggiustate. Con Guido Barilla, addirittura rieducato.
Lo abbiamo visto con il mobbing a Enrica Perrucchietti e Gianluca Marletta per la loro recente pubblicazione del libro UNISEX in versione aggiornata e ampliata.
Lo abbiamo visto il 20 giugno quando un milione di persone ha manifestato pacificamente in piazza San Giovanni a Roma, passando per omofobo e violento.