La Chiesa cattolica perde ogni anno 2.000 religiosi, uomini e donne, in tutti i continenti ma soprattutto in Europa. Lo ha detto lo scorso 19 agosto il cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica, in un incontro con i religiosi nella Cattedrale di San Paolo, in Brasile.
«L’età media delle suore in Europa è di 85 anni, il che vuol dire che tra poco moriranno senza essere rimpiazzate» ha fatto presente il porporato focolarino. Ovvero si estingueranno.
Un crollo che non ha precedenti nella storia della Chiesa.
Il portale governativo dello Stato di Minas Gerais ha riportato alcuni nodi che secondo Braz de Aviz andrebbero sciolti.
Per quanto riguarda il voto di povertà, molti ordini posseggano patrimoni milionari, lo dimostra anche il fatto che il 50% dei depositi dello IOR sono appunto di religiosi.
Il cardinale ha denunciato un modo spesso oppressivo di vivere l’obbedienza all’interno delle comunità – l'obbedienza è necessaria, ha detto, ma deve essere esercitata tra fratelli – e uno scarso “turn over” dei superiori.
Ha quindi citato il caso di una superiora, provinciale di una congregazione di suore, che ha chiesto la dispensa dai voti all’età di 80 anni per seguire il suo ideale di maternità: è uscita e ha adottato un bebé di tre mesi. È necessario alimentare un clima di famiglia all’interno delle comunità, ha sottolineato Braz de Aviz, indicando una via possibile, ossia quella di favorire la nascita di comunità miste, superando ataviche apprensioni al riguardo: «Nel passato abbiamo avuto difficoltà per quanto riguarda la convivenza, perché si diceva che bisognava fare attenzione, perché la donna è un pericolo, perché l’uomo è un pericolo…». Tuttavia, ha specificato sempre il cardinale, «non consiglierei molto di formare comunità miste nella stessa casa» ricordando che il voto di castità non è stato abolito.