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«Mi chiedono “perchè credere?” e io che sono credente vergognosamente non so cosa rispondere»
NEWS 16 Luglio 2015    

«Mi chiedono “perchè credere?” e io che sono credente vergognosamente non so cosa rispondere»

"Perché credere?", una domanda che abbiamo sentito, che continuiamo a sentire e che a volte ci poniamo persino noi stessi. Sul sito «Amici domenicani» ecco alcune risposte brillanti alla domanda di un lettore.

 

Caro Matteo,
1. quella che ti poni è una domanda semplice, la cui risposta non è altrettanto semplice.
Ti è più facile credere che domandarti perché credi.
Nella risposta che ti do non parlo semplicemente della fede religiosa che in qualche modo accomuna tutti gli uomini, ma della fede cristiana e cattolica.
La fede che accomuna tutti gli uomini nel credere all’esistenza di Dio e alla vita futura è un’adesione alla quale si giunge abbastanza facilmente attraverso il ragionamento.
L’uomo avverte che la propria esistenza è sostenuta nell’essere da un Altro, da Colui che ha creato il mondo. E percepisce pure di possedere uno spirito immortale.
A questa fede naturale erano giunti con giustificazioni razionali anche gli antichi filosofi. Sant’Agostino all’età di 18 anni e nel pieno di una bufera che lo coinvolse profondamente anche sotto il profilo etico (usando un eufemismo possiamo dire che non era un santo e non era ancora battezzato), leggendo le loro opere si convinse razionalmente dell’esistenza di Dio e dell’immortalità dell’anima.
Io parlo invece della fede cattolica, che certamente ingloba anche la fede naturale, ma le va oltre.
Ti porto la mia testimonianza personale.

2. Potrei dire che il primo motivo per cui credo in Gesù Cristo sta nel fatto che in Lui trovo la luce e il senso della mia vita.
Da me stesso posso trovare il motivo per cui faccio una scelta oppure un’altra. Ma il senso della vita lo posso trovare con certezza solo in Colui che mi ha fatto.
Nessuno può trovare da solo il senso dell’esistenza. Può al massimo intuirne qualche cosa. Ma la risposta perfetta la trova solo domandandola a chi lo ha creato e lo conserva nell’esistenza attimo per attimo.
Allora non è irragionevole aderire ad Uno che di se stesso ha detto che era prima ancora che il mondo fosse (Gv 8,58) e ne ha dato prove schiaccianti con le sue opere.
Il suo assoluto dominio sulla natura (comanda ai mari e ai venti con una parola e questi obbediscono), il suo assoluto dominio sulla materia (converte l’acqua in vino e moltiplica i pani e i pesci con un atto della sua volontà), il suo assoluto dominio su tutti i mali dai quali libera gli uomini con una sola delle sue parole o al semplice tocco delle sue vesti, il suo assoluto dominio sulla morte perché risuscita i morti senza compiere riti strani, il suo assoluto dominio sulle forze del male (i demoni) le quali alla sua presenza tremano e fuggono mi dicono che ci troviamo di fronte ad uno che mostra di avere in mano le sorgenti dell’esistenza, e cioè a Dio.
Credendo in Cristo so a chi aderisco.
Anch’io posso dire insieme con san Paolo: “So a chi ho dato credito”; “So a chi ho creduto” (Scio enim cui credidi, 1 Tm 1,12)

3. Credendo in Cristo vado dietro ad Uno che ha detto: “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita” (Gv 8,12).
Quando ascolto la sua parola, avverto che è diversa dalle parole di tutti gli altri uomini, pensatori o condottieri che siano.
Le parole di costoro sono parole morte e quando sono vere riflettono qualche cosa della luce che deriva da lui e che porta a lui.
La sua parola è una parola viva che parla direttamente al cuore.
Non parla dall’esterno come fanno tutti gli altri, ma dal fondo del mio essere perché lo sento presente. È il Maestro interiore, è “la Luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9).
La sua parola è sempre puntuale come l’istante che sto vivendo e che vivrò.
Non c’è confronto tra le parole degli uomini e le sue parole.
Sicché anch’io sono costretto ad esprimere nei suoi confronti la stessa meraviglia dei soldati che erano stati mandati per catturarlo e se ne tornarono indietro con le mani in mano dicendo: “Non abbiamo mai sentito uno parlare come parla quest’uomo” (Gv 7,47).
Perché credere, dunque? Anzi, perché credere in Cristo? Perché nessuno parla come Lui, perché sento che le sue parole sono vere!
Per me è facile trovare la pulce in tutte le parole degli uomini. Solo le sue parole mi conquistano fino in fondo.
Sento che Gesù Cristo stesso mi sfida come ha sfidato gli interlocutori del suo tempo e domanda: “Chi di voi può convincermi di peccato?” (Gv 8,46). E cioè chi di voi può dire: stai sbagliando in questo o in quest’altro?
Mi è facile parafrasare per la sua parola quanto Davide ha detto della legge del Signore: “Di ogni cosa perfetta ho visto il limite, ma la tua legge non ha confini” (Sal 119,96).
Credo dunque perché sento che le sue parole sono verissime e nel loro significato sono come un pozzo senza fondo.

4. Ma, oltre a questo, c’è dell’altro per cui credo.
Sento che Gesù Cristo non è soltanto la Luce, ma è Colui che mi introduce in una vita che da solo mai avrei saputo che esistesse: la vita di comunione con Dio, con i suoi pensieri, con i suoi progetti, con i suoi affetti, con i suoi santi.
Sento che Gesù Cristo, venendo ad abitare personalmente dentro il mio cuore mediante la grazia santificante, vi ha introdotto la presenza dell’Amico più dolce, più ricco, più misericordioso che si possa immaginare.
Nessuna persona in questo mondo può portare personalmente dentro il proprio cuore la presenza dell’amico più caro. Questi se ne sta sempre fuori.
Ma nella vita di fede in Cristo non è così.
Chi aderisce a Cristo mediante la grazia santificante sente che nel proprio cuore abita una Persona che dà un senso di pienezza.
Questa sua presenza è accompagnata anche dagli abitanti del cielo, dai Santi, che vengono con lui e stanno anch’essi dentro di noi, pregano con noi e pregano per noi.
Quando vivo così in comunione con Lui, soprattutto nel raccoglimento e nella contemplazione, ti posso dire che sperimento qualcosa del paradiso, non paragonabile a nessuna delle esperienze di questo mondo.
Dunque perché credere? Anzi, perché credere in Cristo? Perché questa è la vera domanda!
Credo perché Cristo ci introduce fin d’ora in una via santa, anzi in una vita santa, in Dio, in Se stesso.

5. Ulteriormente se mi chiedessi che cosa mi spinge a credere, devo dire: credo perché mi trovo a credere, perché il Signore mi ha toccato il cuore.
Sento che la fede è un dono che mi ha preceduto, come quello della vita.
Credo perché il Signore ha divelto dal mio cuore quel masso che grava ancora sul cuore di molti, impedisce loro di avere luce e di essere introdotti in questa via e vita santa.
Credo dunque perché il Signore mi ha amato per primo e ha abbattuto in me quel muro di separazione per cui altri non lo conoscono, non sentono, non lo sperimentano, non conoscono quanto sia buono, non gustano quello che ha preparato per quelli che gli aprono il cuore.
Perché credere in Cristo, dunque? Per poter gustare e sentire Dio. E comprendere che tutto il resto è funzionale a questo.

 6. Penso infine di poter dire anche un’altra cosa: credo perché il Signore, che mi ha amato per primo, mi ha impedito di andare fuori strada così da non trovarlo più nell’orizzonte della mia vita.
Credo perché mi ha scampato da tanti mali morali, perché continuamente mi purifica e quotidianamente mi alimenta.
Credo dunque perché Dio costantemente mi attira a Sé.

7. Vedi dunque quanti motivi per credere, per rendere certa e lieta la nostra fede.
È lieta perché ci fa già assaporare le realtà del Cielo. E proprio per questo il nostro cammino non è come a tentoni, brancolando nel buio.
Aderiamo infatti a Gesù Cristo Luce e verità, nutrimento e sostegno della nostra vita, a Colui che ci introduce fin d’ora in una via e in una vita santa, che ci fa sperimentare come in un preassaggio quella beatitudine del Paradiso che mette nel nostro cuore un desiderio sempre più profondo di comunione con Lui e ci fa considerare la fede come il dono più bello che abbiamo ricevuto, come la porta d’ingresso di tutti gli altri beni.

Sono certo che ti sarai ritrovato in tutto quello che ti ho scritto.
Ti assicuro volentieri la mia preghiera perché il Signore ti renda forte e lieto nel credere e ti introduca sempre più in una via e in una vita santa.