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L’islamismo pakistano non demorde. Bocciato il piano del governo per fermare la legge sulla blasfemia
NEWS 19 Giugno 2015    

L’islamismo pakistano non demorde. Bocciato il piano del governo per fermare la legge sulla blasfemia

di Kamran Chaudhry

 

Leader religiosi islamici hanno attaccato il piano del governo di neutralizzare le molto criticate leggi sulla blasfemia, e hanno chiesto con forza la liberazione di Mumtaz Qadri, guardia del corpo e assassino del governatore del Punjab Salman Taseer. I leader musulmani hanno parlato il 13 giugno scorso al club della stampa di Lahore, durante un seminario sulla “protezione della dignità del profeta”.

All’incontro 10 ulema hanno espresso con forza la loro riserva contro una bozza di legge, che propone di aggiungere la parola “intenzione” al nuovo provvedimento.

Associazioni per i diritti umani e leader della Chiesa hanno più volte affermato che l’art. 295C è usato [come strumento] negli omicidi extragiudiziari e negli incendi dolosi degli insediamenti cristiani. Se approvata dal ministero di Giustizia, la nuova legislazione dovrà essere rivista da un comitato, prima di essere presentata in Parlamento. Secondo i relatori del seminario, finora 14 persone accusate di blasfemia sono state impiccate e 19 stanno scontando l’ergastolo.

Tra i relatori c’era anche il giudice in pensione Mian Nazir Akhtar, consulente di Mumtaz Qadri, imprigionato per aver ucciso il governatore del Punjab Salman Taseer, “colpevole” di aver definito le leggi sulla blasfemia “legge nera” in un programma televisivo. Taseer, musulmano, aveva ottenuto grande popolarità tra la minoranza cristiana per aver cercato di aiutare Asia Bibi, donna cristiana condannata a morte per un presunto insulto al nome del profeta Maometto. Il giudice che ha emesso la pena di morte Mumtaz Qadri è scappato in Arabia Saudita insieme alla sua famiglia, dopo aver ricevuto minacce di morte da estremisti.

“Questo singolo gesto – ha detto Mian Nazir Akhtar tra gli applausi – ha reso Qadri immortale. L’autorità di Taseer non avrebbe potuto salvarlo. Egli ha abbassato se stesso e ha violato il suo giuramento per una donna che è stata riconosciuta colpevole dal tribunale e poi punita. Egli ha portato avanti un piano occidentale [per abolire le leggi sulla blasfemia] per più di tre anni e alla fine è stato mandato all’inferno”.

“La nuova legge – ha aggiunto l’ex giudice – rigetta tutti gli insegnamenti del santo profeta. Quando si parla della santità del profeta, l’attuazione di leggi fatte dall’uomo diventa differente. Quelli che lo insultano non hanno diritti, incluso il diritto di vivere. Non c’è bisogno di un processo o di udienze”.

Anche gli altri relatori hanno messo in guardia i governanti dallo stemperare le leggi sulla blasfemia, citando riferimenti islamici a favore della pena di morte, minacciando sit-in, manifestazioni e fatwa contro i promulgatori della bozza. “I giovani saranno sacrificati – hanno detto i partecipanti – ghazi [un riferimento a Qadr, ndr] sarà salvato. Allah o Akbar”.

Saeeda Deep, dell’Institute of Peace and Secular Studies, che da anni si batte per cambiare le leggi sulla blasfemia, spiega ad AsiaNews: “Abbiamo cercato di verificare la blasfemia presentando quattro testimoni musulmani. Ma le nostre voci vengono azzittite. Perfino l’Arabia Saudita, il nostro centro religioso, non segue una versione così rigida di questa norma. Se i leader religiosi islamici credono nell’uccidere nel nome di Dio, per lo stesso motivo devono accettare la sentenza di morte della guardia del governatore”.